E' la più importante kermesse culinaria del Perù e gli organizzatori non nascondono l'ambizione: trasformare Mistura nel più importante appuntamento di Latinoamérica con la gastronomia e in uno dei più importanti punti di riferimento del mondo. La cucina peruviana, del resto, è in forte ascesa e Lima è considerata comunemente la vera capitale della cucina del Cono Sur, con tanto di weekend ad hoc organizzati da Santiago del Cile, Bogotà e, addirittura, San Paolo e Buenos Aires. Mistura è organizzata dall'Associazione Peruviana della Gastronomia e il presidente del Comitato Organizzatore è Gastón Acurio, lo chef latinoamericano più famoso del mondo, grazie al quale la cucina peruviana ha conquistato le capitali americane ed è sbarcata a Madrid. E' Acurio che sogna di portare Mistura tra le kermesse culinarie imperdibili per i buongustai di tutti il mondo. E la crescita di questa manifestazione sembra seguire i suoi progetti.
Alla sua terza edizione Mistura ha appena chiuso i battenti con numeri trionfali: circa 200mila visitatori in sei giorni, dal 7 al 12 settembre 2010, 1 milione di pani tipici delle 18 regioni peruviane distribuiti tra i visitatori e e oltre 220mila piatti consumati nei vari ristoranti della manifestazione, il 40% in più rispetto all'anno scorso. "Mistura ha già una sua direzione, dalla prima edizione, in cui ha avuto 30mila visitatori, è passata ai 200mila di questa terza edizione" commenta Arcurio "I partecipanti sono passati da 300 a 1200 e tutti gli anni deve crescere qualitativamente e quantitativamente, in modo da poter ricevere un giorno 1 o 2 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo". Al Parque de la Exposición di Lima gli spazi sono raddoppiati rispetto la scorsa edizione e anche il coinvolgimento di tutte le regioni del Perù è più intenso. Sono arrivati i migliori chefs di tutto il Paese, nel Gran Mercado sono stati messi in vendita i prodotti tipici di ogni regione, in una ricchezza di aromi e di sapori che spiegano il successo della cucina peruviana. Il Paese conta su una biodiversità straordinaria, su tradizioni millenarie, su influenze e commistioni che le successive ondate di emigrazioni, prima europee e poi asiatiche hanno saputo esercitare sulle radicate espressioni locali. E tutto questo trova sempre visibilità in questa kermesse: Acurio è un tenace sostenitore di tutta la cucina peruviana, dei suoi ingredienti e della sua diversità. A Mistura c'erano i 30 migliori ristoranti del Paese, ma anche i rappresentanti della cucina artigianale e rustica, tutti con spazio e attenzioni adeguate e, come ha detto il presidente dell'Associazione Peruviana della Gastronomia Mariano Valderrama, "tutti con la soddisfazione di essere presenti, l'orgoglio di essere peruviani e l'entusiasmo del pubblico".
L'atmosfera che si è respirata in questi giorni nei padiglioni di Mistura la racconta il quotidiano El Comercio: "Nella III Feria Gastronómica Internacional di Lima c'è un gruppo di cuochi che sotto il cielo limeño, e con assoluta libertà per accendere le sue braci, prepara una varietà di piatti in uno spettacolo attraente. Dai dintorni della laguna del Parque de la Exposición un tentatore aroma di carne arrostite attrae tutti gli assistenti alla fiera. Uno degli esperti della cucina artigianale è Pedro Peves, la cui specialità, nel suo locale di Surquillo, è cucinare al cilindro vari tipi di carne (maiale, pollo, tacchino e anatra). A Mistura sta preparando il maiale e lo serve in una generosa porzione con patate sancochadas. Al lato, nel Paso Obligao, César Duarte ricorda agli assistenti che nel suo ristorante di Pachacámac prepara costillares cotti a legno, gamberoni, cuyes, conigli, calamari ripieni, oltre che i suoi famosi polli cotti a legno. E il tutto è accompagnato con varietà di patate, mashuas e pani al forno. Alla fiera ha montato due forni di argilla, in cui prepara le sue premiate costolette del nonno. Rispetto al piatto chanco al palo, due celebrità di Huaral condividono l'attenzione dei commensali: Carlitos Ramírez e i padroni della Ramadita Campestre Warmy, Pepe Huarmi e Laura Robles Mendoza; il primo lo serve con insalata fresca, i secondi con carapulca". E' stata insomma una manifestazione in cui si sono mescolati odori, tradizioni, tendenze, sapori e questa consapevolezza del nuovo posto che la cucina peruviana occupa nel mondo, sempre più vicina alle cinque grandi del mondo, la francese, l'italiana, la cinese, l'indiana e la messicana.
"Abbiamo superato largamente tutte le nostre aspettative, la maggior parte dei visitatori è passata nella nostra sezione dedicata alla panetteria" ha commentato il maestro panettiere Andrés Ugaz, membro dell'organizzazione della III edizione di Mistura. Nell'area del mercato la vera stella è stata quello che può essere considerato il prodotto nazionale peruviano, la patata: se ne sono vendute oltre 13 tonnellate.
Alla fine dei sei giorni di conferenze e degustazioni, la kermesse ha anche offerto i suoi premi. Così il miglior piatto è risultato essere la Trilogia de las Mochicas, preparata dagli chef di Trujillo, nel Perù settentrionale: un capretto al forno con insalata di ají e fagioli e shambar; il piatto più popolare sono stati gli spaghetti alla huancaína, conditi cioè con una salsa a base di ají e formaggio, seguiti poi da vari piatti della cucina nikkei, una fusione nata dall'incontro della cultura giapponese con gli ingredienti peruviani che è una delle tendenze cult della nuova cucina andina; le lasagne alle costolette saltate del ristorante Charlotte sono state premiate come il miglior piatto tradizionale e il chancho al palo del ristorante Warmy ha ricevuto il premio per il miglior piatto tradizionale. Il miglior ristorante di Mistura 2010 è El Rinconcito Arequipeño, apprezzato a Lima per i suoi piatti della regione di Arequipa, nel Perù meridionale. Il miglior chef giovane è Carlos Delgado, 24enne cuoco residente a Miami, che ha offerto un piatto di quinua con chaufa rol. Il quinua è un cereale a cui, sostiene Acurio, i peruviani non hanno ancora dato l'importanza che merita; Carlos ha riunito nel suo piatto quattro proposte per rivalutarlo e ha conquistato la giuria. Vive a Miami da quando aveva 12 anni, praticamente ha trascorso negli Stati Uniti metà della sua vita ed è tornato a Lima solo per partecipare a Mistura 2010. Consegnandogli il premio, che prevede anche una moderna cucina a quattro fuochi e una collezione di strumenti di lavoro, Arcurio ha sottolineato che Carlos rappresenta una generazione di peruviani che ha dovuto lasciare il Paese per realizzare i propri sogni, "ma questo non vuol dire che siano meno peruviani di noi. Anzi".
Mistura ha una propria pagina web, in spagnolo e in inglese, in cui raccoglie programmi, consigli, notizie e immagini; per i cultori delle cucine etniche vale la pena una visita. www.mistura.pe
Alla sua terza edizione Mistura ha appena chiuso i battenti con numeri trionfali: circa 200mila visitatori in sei giorni, dal 7 al 12 settembre 2010, 1 milione di pani tipici delle 18 regioni peruviane distribuiti tra i visitatori e e oltre 220mila piatti consumati nei vari ristoranti della manifestazione, il 40% in più rispetto all'anno scorso. "Mistura ha già una sua direzione, dalla prima edizione, in cui ha avuto 30mila visitatori, è passata ai 200mila di questa terza edizione" commenta Arcurio "I partecipanti sono passati da 300 a 1200 e tutti gli anni deve crescere qualitativamente e quantitativamente, in modo da poter ricevere un giorno 1 o 2 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo". Al Parque de la Exposición di Lima gli spazi sono raddoppiati rispetto la scorsa edizione e anche il coinvolgimento di tutte le regioni del Perù è più intenso. Sono arrivati i migliori chefs di tutto il Paese, nel Gran Mercado sono stati messi in vendita i prodotti tipici di ogni regione, in una ricchezza di aromi e di sapori che spiegano il successo della cucina peruviana. Il Paese conta su una biodiversità straordinaria, su tradizioni millenarie, su influenze e commistioni che le successive ondate di emigrazioni, prima europee e poi asiatiche hanno saputo esercitare sulle radicate espressioni locali. E tutto questo trova sempre visibilità in questa kermesse: Acurio è un tenace sostenitore di tutta la cucina peruviana, dei suoi ingredienti e della sua diversità. A Mistura c'erano i 30 migliori ristoranti del Paese, ma anche i rappresentanti della cucina artigianale e rustica, tutti con spazio e attenzioni adeguate e, come ha detto il presidente dell'Associazione Peruviana della Gastronomia Mariano Valderrama, "tutti con la soddisfazione di essere presenti, l'orgoglio di essere peruviani e l'entusiasmo del pubblico".
L'atmosfera che si è respirata in questi giorni nei padiglioni di Mistura la racconta il quotidiano El Comercio: "Nella III Feria Gastronómica Internacional di Lima c'è un gruppo di cuochi che sotto il cielo limeño, e con assoluta libertà per accendere le sue braci, prepara una varietà di piatti in uno spettacolo attraente. Dai dintorni della laguna del Parque de la Exposición un tentatore aroma di carne arrostite attrae tutti gli assistenti alla fiera. Uno degli esperti della cucina artigianale è Pedro Peves, la cui specialità, nel suo locale di Surquillo, è cucinare al cilindro vari tipi di carne (maiale, pollo, tacchino e anatra). A Mistura sta preparando il maiale e lo serve in una generosa porzione con patate sancochadas. Al lato, nel Paso Obligao, César Duarte ricorda agli assistenti che nel suo ristorante di Pachacámac prepara costillares cotti a legno, gamberoni, cuyes, conigli, calamari ripieni, oltre che i suoi famosi polli cotti a legno. E il tutto è accompagnato con varietà di patate, mashuas e pani al forno. Alla fiera ha montato due forni di argilla, in cui prepara le sue premiate costolette del nonno. Rispetto al piatto chanco al palo, due celebrità di Huaral condividono l'attenzione dei commensali: Carlitos Ramírez e i padroni della Ramadita Campestre Warmy, Pepe Huarmi e Laura Robles Mendoza; il primo lo serve con insalata fresca, i secondi con carapulca". E' stata insomma una manifestazione in cui si sono mescolati odori, tradizioni, tendenze, sapori e questa consapevolezza del nuovo posto che la cucina peruviana occupa nel mondo, sempre più vicina alle cinque grandi del mondo, la francese, l'italiana, la cinese, l'indiana e la messicana.
"Abbiamo superato largamente tutte le nostre aspettative, la maggior parte dei visitatori è passata nella nostra sezione dedicata alla panetteria" ha commentato il maestro panettiere Andrés Ugaz, membro dell'organizzazione della III edizione di Mistura. Nell'area del mercato la vera stella è stata quello che può essere considerato il prodotto nazionale peruviano, la patata: se ne sono vendute oltre 13 tonnellate.
Alla fine dei sei giorni di conferenze e degustazioni, la kermesse ha anche offerto i suoi premi. Così il miglior piatto è risultato essere la Trilogia de las Mochicas, preparata dagli chef di Trujillo, nel Perù settentrionale: un capretto al forno con insalata di ají e fagioli e shambar; il piatto più popolare sono stati gli spaghetti alla huancaína, conditi cioè con una salsa a base di ají e formaggio, seguiti poi da vari piatti della cucina nikkei, una fusione nata dall'incontro della cultura giapponese con gli ingredienti peruviani che è una delle tendenze cult della nuova cucina andina; le lasagne alle costolette saltate del ristorante Charlotte sono state premiate come il miglior piatto tradizionale e il chancho al palo del ristorante Warmy ha ricevuto il premio per il miglior piatto tradizionale. Il miglior ristorante di Mistura 2010 è El Rinconcito Arequipeño, apprezzato a Lima per i suoi piatti della regione di Arequipa, nel Perù meridionale. Il miglior chef giovane è Carlos Delgado, 24enne cuoco residente a Miami, che ha offerto un piatto di quinua con chaufa rol. Il quinua è un cereale a cui, sostiene Acurio, i peruviani non hanno ancora dato l'importanza che merita; Carlos ha riunito nel suo piatto quattro proposte per rivalutarlo e ha conquistato la giuria. Vive a Miami da quando aveva 12 anni, praticamente ha trascorso negli Stati Uniti metà della sua vita ed è tornato a Lima solo per partecipare a Mistura 2010. Consegnandogli il premio, che prevede anche una moderna cucina a quattro fuochi e una collezione di strumenti di lavoro, Arcurio ha sottolineato che Carlos rappresenta una generazione di peruviani che ha dovuto lasciare il Paese per realizzare i propri sogni, "ma questo non vuol dire che siano meno peruviani di noi. Anzi".
Mistura ha una propria pagina web, in spagnolo e in inglese, in cui raccoglie programmi, consigli, notizie e immagini; per i cultori delle cucine etniche vale la pena una visita. www.mistura.pe