giovedì 7 ottobre 2010

Gli omaggi che il Perù prepara a Mario Vargas Llosa, Premio Nobel per la Letteratura 2010

Che brutta cosa che sono a volte i fusi orari. Tu sei lì, che sai già la notizia e aspetti impaziente reazioni ed editoriali di un Paese che è ancora avvolto dalla notte. Stamattina è stato surreale. Da elmundo.es a repubblica.it, tutti avevano già in Home Page un omaggio a Mario Vargas Llosa per il suo Premio Nobel per la Letteratura e l'America Latina taceva. E' toccato a Buenos Aires battere per prima la notizia, sempre per questioni di fuso orario, mentre i quotidiani di Lima avevano nelle loro Home Page ancora la guerra di cifre sui risultati delle elezioni regionali. E adesso finalmente il Perù ha realizzato: è il Paese al centro dell'attenzione mondiale perché per la prima volta un suo figlio ha vinto il Premio Nobel.
Mentre le istituzioni del Paese hanno reso omaggio allo scrittore peruviano más universal, più conosciuto, ha iniziato stamattina il Presidente della Repubblica Alan Garcia, ha continuato il Congresso con un saluto speciale, sul web è iniziato il delirio. Ma non solo sul web, a dir la verità. La Republica offre una sezione di video in cui ha raccolto le reazioni di peruviani vari alla notizia; il più interessante è l'intervista ad Álvaro Vargas Llosa, il figlio del Premio Nobel, realizzata da una radio argentina; dopo aver espresso la sua grande soddisfazione, Álvaro sottolinea come il riconoscimento sia in fondo anche un appoggio alle idee politiche di suo padre, al sostegno da lui sempre offerto alle idee della destra liberale in America Latina. Álvaro è stato informato del Premio dallo stesso padre: "Non ha voluto che lo sapessi dagli amici della stampa. Mi ha chiamato e mi ha detto che gli avevano appena detto che avrebbero annunciato la sua premiazione nei prossimi minuti. "Non escludo che sia uno scherzo" mi ha detto, ricordando che ad Alberto Moravia fecero uno scherzo del genere, facendosi passare per funzionari svedesi". E invece no, non è stato uno scherzo. In un altro video Mario Vargas Llosa rende omaggio a Jorge Borges, sostenendo che si vergogna un po' all'idea di aver ricevuto il Premio che è stato negato al grande argentino.
El Comercio invita i lettori a mandare loro eventuali fotografie con il Premio Nobel, per una sezione speciale dedicata ai lettori. Ancora il quotidiano limeño ricorda i libri di Vargas Llosa trasformati in film, da Pantaleón y las visitadoras, che ha avuto ben due versioni (l'ultima, con Salvador del solar e Angie Cepeda è arrivata qualche anno fa anche in Italia), a La ciudad y los perros, fino alle grandi produzioni internazionali come La fiesta del chivo, interpretato anche da Isabella Rossellini e Tomas Millian, e Tune in tomorrow (Zia Giulia e la telenovela), con Keanu Reeves e Barbara Hershey.
Il delirio non è solo del web, si diceva. Il pettegolezzo che si rincorre di sito in sito è che Gabriel Garcia Marquez, l'ex amico degli anni di Parigi e della gioventù, è uno dei pochi che non si sono congratulati con il neo-premiato; sul twitter di Mario Vargas Llosa si è visto un messaggio di @elgaboque, che diceva solo "Conto pari", riferendosi al fatto che entrambi hanno ricevuto il Premio Nobel, ma la Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano, fondata da Gabo, ha smentito che il nick appartenga allo scrittore colombiano. Neanche il Nobel mette la pace tra i due più grandi intellettuali viventi del Cono Sur.
Arequipa, la città natale di Mario Vargas Llosa, che lo ha già nominato cittadino illustre e gli ha consegnato la Medaglia cittadina, vuole rendergli un nuovo omaggio: il sindaco sta pensando di dedicargli un parco o un quartiere cittadino. La U, la squadra di calcio di cui lo scrittore è scatenato tifoso e nelle cui file ha persino militato da ragazzo, sta pensando di rendergli omaggio quando tornerà nel Perù, a metà dicembre (adesso Vargas Llosa è negli Stati Uniti, dove, ha detto suo figlio Álvaro, ha un contratto semestrale per dare lezioni all'Università di Princeton).
Ma l'omaggio migliore gli arriva da Susana Villarán, la politica che dovrebbe aver vinto le elezioni a Lima e che dovrebbe essere il prossimo sindaco, la prima donna, della capitale peruviana. Guida Fuerza Social, un partito ispirato alle socialdemocrazie europee, che suscita perplessità sia nella sinistra peruviana, affascinata da Chávez e Castro e non ancora del tutto immune alle influenze di Sendero Luminoso, sia nella destra, che la vede ovviamente come una pericolosa comunista, perché le manipolazioni della destra dell'ignoranza cittadina non appartengono solo all'Italia. "Vargas Llosa non è solo un liberale, è l'uomo liberale che ha lottato sempre per i diritti delle persone, l'uomo aperto al nuovo pensiero del mondo, allo Stato di diritto, alla difesa della nostra democrazia. Sento che questa posizione liberale non ha ancora trovato il suo sentiero politico nel Paese e speriamo che in questa tappa che arriva abbiamo questa destra liberale di cui il nostro Paese ha bisogno, così come abbiamo aperto questo spazio per una sinistra liberale e moderna attraverso Fuerza Social" ha detto Villarán, in quello che è in fondo, il miglior omaggio del Perù al suo cittadino più illustre.
Nessuna reazione peruviana al premio svedese lascia da parte il Vargas Llosa politico, che nel 1990 si è candidato per difendere il suo Paese dal populismo e dalle tentazioni autoritarie, dopo l'infelice prima presidenza di Alan Garcia. Molti hanno lamentato la sua mancata elezione, che avrebbe evitato gli anni bui del fujimorismo, ma con il senno di poi tutto è più facile.