lunedì 17 gennaio 2011

Il Bauwelt 2011 premia il Parco dell'Arte Sacra di Siviglia

Il 18 gennaio 2011 il Parque Empresarial Arte Sagrado di Siviglia riceverà il Premio Bauwelt dell'Accademia dell'Architettura di Berlino, uno dei premi più prestigiosi d'Europa. Concesso ogni due anni, il Bauwelt premia le opere prime più interessanti realizzate dai giovani professionisti, con tanto di pubblicazione del progetto premiato su Bauwelt, una delle bibbie tedesche e internazionali dell'architettura. Il Parco Imprenditoriale per l'Arte Sacra di Siviglia ha vinto nella categoria Strutture Pubbliche e ha battuto decine di progetti presentati da tutto il mondo.
Il complesso, realizzato nella zona settentrionale della città andalusa, tra i quartieri di Pino Montano e San Jerónimo, molto vicino alla Ronda Super Norte e al nuovo asse d'ingresso dal nord, è firmato da due giovani architetti, Luis Suárez e Asier Santas, il primo asturiano, il secondo basco. Entrambi si sono innamorati della luce naturale di Siviglia e, nel 2005, hanno deciso di presentarsi al concorso per la realizzazione del parco, vincendolo. "Le nostre origini non ci hanno mai limitato né condizionato" spiegano "Qualunque progetto può attirare la nostra attenzione, indipendentemente dal luogo o dall'argomento che tratta. L'architettura, in questo momento di globalità, ha smesso di essere una questione locale".
Per questo parco che riunisce i laboratori degli artigiani dell'arte sacra, una delle voci più importanti dell'arte sivigliana, basti pensare solo al ruolo delle manifestazioni religiose nella vita sociale andalusa, i due architetti si sono ispirati alla storia di Al Andalus. In particolare hanno ripreso gli antichi zocos di Al Andalus, gli antichi edifici bassi che si affacciavano sulle strade e in cui i clienti trovavano gli artigiani al lavoro e i loro prodotti finiti. "Vogliamo offrire agli artigiani uno spazio di lavoro il più comodo, versatile e funzionale posisbile. Tutti i laboratori sono concepiti come contenitori neutri e asettici, luminosi e ampli, affinchè i contenuti che ospiteranno, le opere di arte sacra possano essere lavorati senza alcun tipo di limitazione spaziale. Possiamo considerare i laboratori come grandi tele bianche e astratte in attesa del dipinto del maestro. Inoltre, citando los zocos, abbiamo preso come punto di riferimento modelli architettonici e urbani già conosciuti storicamente, in modo che il progetto possa identificarsi con il luogo. Il fatto di aver scelto lo zoco ci permette di ricreare luoghi urbani in scala umana, con strade piccole e spazi labirintici, come il Barrio de Santa Cruz".
Il complesso è composto da nove edifici, uno dei quali è destinato ai servizi comuni; gli edifici sono costruiti ai lati di una strada principale, che forma piccole piazze arredate con aranci, secondo il classico stile sivigliano, e sono separati tra loro da stradine strette che richiamano i labirintici quartieri arabi. "Abbiamo voluto sottolineare proprio la sua vocazione di spazio aperto, pubblico, con un'inclinazione all'apertura collettiva e commerciale, affinché artigiani, clientie  turisti possano essere coinvolti insieme in un'industria che ha la vocazione di farsi vedere dal mondo" dice Luis Suárez.
Il richiamo alla storia di Siviglia è ancora più evidente all'interno di ogni edificio, sviluppato intorno a un patio, a garantire un'ulteriore luminosità ai laboratori. Ed è proprio il ruolo della luce una delle caratteristiche principali del progetto: "Proprio perché siamo di una terra in cui il sole non si vede tanto come al sud, ci rendiamo conto che la luce naturale si regala con la buona architettura. La nostra attenzione è stata creare le migliori condizioni fisiche per il lavoro degli artigiani. Luce, spazio, flessibilità funzionale e protezione termica, contro l'oscurità, l'angustia e il disagio" spiega Asier Santas.
Ogni edificio è indipendente dagli altri e ha forme e identità proprie; tutti hanno uno spazio per lo scarico dei materiali, cancelli d'ingresso, uffici e spazi espositivi privati; dietro questa parte pubblica ci sono i veri e propri spazi di produzione, modulabili, secondo le esigenze degli artigiani, e luminosi, grazie ai patios, che hanno anche il ruolo di separare ogni laboratorio dagli altri.
In totale il Parco sivigliano offre 114 laboratori. Ma non sono tutti occupati. Proprio mentre i due architetti stanno per ritirare il premio, infuria la polemica tra gli artigiani, riuniti nell'Associazione Las Sirenas, e Sevilla Global, l'impresa municipale che ha realizzato il Parco. Tra denunce e controdenunce circa i costi della nuova struttura, molti artigiani hanno deciso di costruire un nuovo parco in uno dei Comuni che, nei pressi di Siviglia, hanno dato la loro disponibilità ad ospitarlo.
Per ora non c'è una data di inaugurazione di questo Parque Empresarial Arte Sagrado, nonostante sia pronto da qualche mese e riceva nei prossimi giorni uno dei più importanti premi europei dell'architettura. "Tutte queste questioni, che non c'entrano niente con il valore architettonico del progetto, finiranno con il far parte dei suoi aneddoti, come è successo a tante altre costruzioni" assicurano ottimisti Suárez e Santas.