Il sindaco di Siviglia Alfredo Sánchez Monteseirín, che chiuderà la sua esperienza con le elezioni del 22 maggio, ci crede e lo ha dimostrato ieri, quando ha inaugurato il Metropol Parasol, nella plaza de la Encarnación, alla presenza di centinaia (o migliaia?) di sivigliani.
"Diventerà uno dei simboli più amati della Siviglia eterna" ha assicurato, cercando di vincere lo scetticismo di chi ancora non si spiega la presenza delle setas, i funghi, come i sivigliani chiamano le strutture del Metropol Parasol, nel cuore del centro storico cittadino. Ha chiesto ai sivigliani di darsi tempo, per iniziare ad amare il monumento, per iniziare a frequentarlo e a viverlo: spazi e livelli per farlo non mancano, dai resti archeologici romani e arabi sapientemente illuminati nelle sale sotterranee, agli odori del mercato coperto, dalla luce della plaza, coperta dalle ombre delle setas al panorama dei percorsi del belvedere.
"Sono sicuro che in poco tempo sentirete questo spazio come vostro, così come adesso c'è gente che crede che l'Avenida de la Constitución sia stata sempre pedonale o che l'Alameda abbia avuto sempre questo aspetto" ha detto. Il sindaco sostiene che il Metropol Parasol rappresenta "la Siviglia del XXI secolo" contro la "Siviglia antiquata" e ha anche chiesto scusa, non si sa se ironicamente, a chi "sente che il Metropol Parasol vada contro la sua visione della sevillania, una sevillania antiquata".
Un paio di giorni fa Juergen Mayer, l'architetto berlinese che firma il progetto del monumento, ha detto in un'intervista al Correo de Andalucia che il progetto "è una sfida per la società del XXI secolo" e ha risposto alle critiche di chi lo considera fuori scala: "Per me è il contrario, avrebbe potuto essere un po' più alto o più grande. Ha bisogno di certe dimensioni per essere coniderato e epr poter gettare ombra su tutta la piazza, suo principale obiettivo. Lo considero una sorta di Cattedrale aperta, democratizzata, in cui la gente si incontri. Per questo gli spazi voltati, come le Cattedrali: si ispira alla Cattedrale di Siviglia e anche agli alberi di Cristo di Burgos, impressionanti".
Alle setas come Cattedrali non si era proprio mai pensato, ma, avendolo in mente, fa già un altro effetto passeggiare sotto le loro volte leggere e ariose (la struttura lignea, che lascia vedere il cielo sivigliano, è una delle sue cose migliori).
Chi lo sa, magari ha ragione il sindaco, e tra qualche tempo, passando in plaza de la Encarnación ci domanderemo se davvero ha avuto un altro aspetto in passato e non sia sempre stata così, con queste setas che guardano verso il cielo e promettono ombra e ristoro nei pomeriggi d'estate.
Le foto, dalla lunga galleria fotografica di elcorreoweb.es; un'altra bella galleria fotografica su diariodesevilla.es
"Diventerà uno dei simboli più amati della Siviglia eterna" ha assicurato, cercando di vincere lo scetticismo di chi ancora non si spiega la presenza delle setas, i funghi, come i sivigliani chiamano le strutture del Metropol Parasol, nel cuore del centro storico cittadino. Ha chiesto ai sivigliani di darsi tempo, per iniziare ad amare il monumento, per iniziare a frequentarlo e a viverlo: spazi e livelli per farlo non mancano, dai resti archeologici romani e arabi sapientemente illuminati nelle sale sotterranee, agli odori del mercato coperto, dalla luce della plaza, coperta dalle ombre delle setas al panorama dei percorsi del belvedere.
"Sono sicuro che in poco tempo sentirete questo spazio come vostro, così come adesso c'è gente che crede che l'Avenida de la Constitución sia stata sempre pedonale o che l'Alameda abbia avuto sempre questo aspetto" ha detto. Il sindaco sostiene che il Metropol Parasol rappresenta "la Siviglia del XXI secolo" contro la "Siviglia antiquata" e ha anche chiesto scusa, non si sa se ironicamente, a chi "sente che il Metropol Parasol vada contro la sua visione della sevillania, una sevillania antiquata".
Un paio di giorni fa Juergen Mayer, l'architetto berlinese che firma il progetto del monumento, ha detto in un'intervista al Correo de Andalucia che il progetto "è una sfida per la società del XXI secolo" e ha risposto alle critiche di chi lo considera fuori scala: "Per me è il contrario, avrebbe potuto essere un po' più alto o più grande. Ha bisogno di certe dimensioni per essere coniderato e epr poter gettare ombra su tutta la piazza, suo principale obiettivo. Lo considero una sorta di Cattedrale aperta, democratizzata, in cui la gente si incontri. Per questo gli spazi voltati, come le Cattedrali: si ispira alla Cattedrale di Siviglia e anche agli alberi di Cristo di Burgos, impressionanti".
Alle setas come Cattedrali non si era proprio mai pensato, ma, avendolo in mente, fa già un altro effetto passeggiare sotto le loro volte leggere e ariose (la struttura lignea, che lascia vedere il cielo sivigliano, è una delle sue cose migliori).
Chi lo sa, magari ha ragione il sindaco, e tra qualche tempo, passando in plaza de la Encarnación ci domanderemo se davvero ha avuto un altro aspetto in passato e non sia sempre stata così, con queste setas che guardano verso il cielo e promettono ombra e ristoro nei pomeriggi d'estate.
Le foto, dalla lunga galleria fotografica di elcorreoweb.es; un'altra bella galleria fotografica su diariodesevilla.es