lunedì 28 marzo 2011

L'ultimo comunicato dell'ETA, che nessuno si fila

E' l'indifferenza che fa capire che la tua fine è arrivata? La domanda è d'obbligo 24 ore dopo l'ultimo comunicato dell'ETA. Ieri mattina, a sorpresa, il gruppo terrorista basco ha fatto sapere di essere disponibile a una verifica "informale" della tregua proclamata il 10 gennaio 2011, dato che sia la Spagna che la Francia rifiutano una commissione internazionale che lo faccia.
E va bene, ci sono la Libia, la Siria e Fukushima che continuano a monopolizzare l'informazione dei media spagnoli, ma il comunicato dell'ETA è passato quasi completamente inosservato. A memoria non era mai successo prima, ma nessuno si è preso la briga di tradurre il testo, pubblicato dal quotidiano Gara, dal basco al castigliano (e infatti se volete leggerlo, arrangiatevi con il basco, cliccando questo link). E non solo, nelle Home Page dei siti d'informazione la notizia è passata quasi subito in secondo piano, scavalcata dalle ribellioni arabe e dalle centrali nucleari giapponesi, e i telegiornali l'hanno data dopo le notizie provenienti dai fronti libici e giapponesi. Se poi si guarda l'informazione del web di stamattina, quasi non ce n'è più traccia.
Le reazioni dei politici sono state quelle di sempre, ma lo stile è stato "santo cielo, ancora quei pesanti dei terroristi baschi a cercare di attirare l'attenzione!" Il PP ha chiesto la solita resa totale, il PSOE ha ricordato che non ci sarà pace fino alla rinuncia definitiva della violenza. Insomma, niente di nuovo y a otra cosa mariposa, come dicono gli spagnoli per indicare il passaggio ad altra cosa, che può essere più interessante.
Nel suo comunicato l'ETA ha attaccato il Governo, definito "irresponsabile", perché non ha voluto accettare la sua proposta di una commissione internazionale, che verifichi la tregua, e di un piano internazionale, per arrivare a una pace negoziata in Euskadi. Secondo la banda il Governo spagnolo "non vuole che la comunità internazionale verifichi la tregua generale e permanente dell'ETA. Non vuole perché, nonostante l'ipocrisia e l'intossicazione, rimarrebbe provato, anche nel piano internazionale, che l'unica violenza in Euskal Herria è quella generata dagli Stati".
Poi l'ETA usa una frase che ha dato di nuovo ali ai cospironoidi, che vedono persino negli ultimi arresti realizzati in Francia, che hanno decapitato l'organizzazione militare della banda, un piano d'accordo tra i terroristi e il Governo di Zapatero: "Non è compatibile che in certi ambiti si parli di una supposta volontà per una soluzione e in altri si mantenga la strategia repressiva". La banda sa di avere davanti a sé "un lungo cammino da percorrere", per questo chiede lo sforzo della società per "abbattere il muro che la Spagna e la Francia hanno alzato per sequestrare la parola dei cittadini baschi" e per "unire forze, prendere impegni e dare nuovi passi per la libertà e contro la repressione".
Il comunicato dell'ETA arriva a chiudere una settimana difficile per la izquierda abertzale: Sortu, la formazione con cui voleva partecipare alle elezioni locali del 22 maggio 2011, è stata dichiarata illegale dal Tribunal Supremo, all'essere presenti i legami con Batasuna, l'ex braccio politico dell'ETA. I dirigenti del nuovo partito non hanno neanche protestato più di tanto: da quando il PP e il PSOE si sono dichiarati a favore dell'illegalizzazione, era difficile immaginarsi altra cosa. Tanto che Sortu aveva già pronto un piano B: per poter partecipare alle elezioni intende presentare i propri candidat, come indipendenti, in altre formazioni indipendentiste della sinistra basca. Questa nuova alleanza, appena dichiarata a Vitoria, ha fatto scattare gli allarmi del PP, che ha già minacciato il PSOE affinché impedisca "all'ETA di infiltrarsi nelle istituzioni democratiche". Il PSOE sembra non avere la capacità o la volontà di opporsi ai ricatti del PP, per i quali se non si sta con la sua visione del terrorismo basco si è complici dell'ETA e bisogna sopportare l'aggressivo armamentario di cui dispongono i media di riferimento del partito, sulla carta stampata, nel web e in tv. E quindi non è ancora scritta l'ultima parola sulla possibilità della izquierda abertzale di partecipare alle elezioni. Questo, più dell'ultimo comunicato dell'ETA, sembra preoccupare chi si occupa della questione basca da Madrid. Sarà l'indifferenza, a decretare la fine dell'ETA?