domenica 13 marzo 2011

Siviglia completa il Metropol Parasol: l'architettura contemporanea entra nel suo centro storico

Gli ultimi a mettere in discussione le opere architettoniche della Siviglia moderna sono stati i decani del Colegio de Arquitectos de Sevilla, l'Ordine degli Architetti locali. Hanno criticato la costruzione di opere come la Torre Pelli, nella Isla de la Cartuja, a un paio di km dal centro storico Patrimonio dell'Umanità, il Metropol Parasol, nella plaza de la Encarnación, che fa da cerniera tra la parte più antica del centro storico e il quartiere della Macarena, anch'esso dentro le antiche mura arabe.
E si scatena il vecchio dibattito di sempre, che divide i sivigliani e che lascia la sensazione che siano proprio loro, i sivigliani, immortalati come legatissimi alla triade Semana Santa-Feria de Abril-Romeria del Rocio e fedelissimi alle proprie tradizione perché como Sevilla no hay otra, ad essere molto più aperti degli stranieri che di Siviglia si sono innamorati. Sono i sivigliani che guardano con curiosità alla torre Pelli, che porterà una ventata d'aria nuova sulla Isla de la Cartuja,. Sono loro che stanno con il naso all'insù immaginandosi le giornate d'estate sotto le setas, i funghi, così chiamano il Metropol Parasol dell'architetto tedesco Jürgen Mayer. Così, da sivigliani d'adozione e del corazón, ci si scopre più conservatori dei sivigliani doc. Alla Encarnación guardavamo tutti con curiosità gli operai-acrobati che si muovevano agilmente sulle impalcature delle setas, ma noi stranieri avevamo un'aria un po' interdetta, i pensionati sivigliani un sorriso incuriosito. Era difficile che ti guardassero pure loro con un'aria sconsolata e un sospiro.
Non che il progetto del Metropol Parasol sia brutto in sé: si tratta di una grande piazza sopraelevata, nel cui dislivello, tra la base stradale e la piazza, si trova il mercato coperto cittadino (che serve i quartieri storici intorno alla Cattedrale, mentre quello di Triana, sull'altra riva, è per i trianeros) e, ancora più sotto, i resti archeologici delle strutture romane e arabe emersi durante gli scavi di questi ultimi anni. Sulla piazza sorgono tre grandi strutture di legno, i parasole, che si stendono come grandi funghi fino a coprire con la loro ombra buona parte della superficie stradale; sul loro piano più alto, un ristorante e un belvedere che permetteranno di ammirare il cielo della Siviglia storica, con la Giralda e le cupole barocche da un lato e il tirante obliquo del ponte di Calatrava dall'altro. I grandi parasoles hanno il loro fascino, ingentiliti dall'uso del legno e dalle strutture leggere della copertura. Ma non c'entrano niente con l'architettura circostante, che, per quanto poco omogenea, è ancora legata alla Siviglia storica di edifici bassi, ringhiere di ferro battuto e verande di legno.  L'architetto Gabriel Verd sostiene che questi funghi siano "come astronavi extraterrestri atterrate in una città con un'architettura e un disegno urbanistico unici, che sono ciò che la rende attraente". Difficile non dargli ragione, essendosi innamorati di Siviglia, proprio grazie agli scorci che quest'architettura e questo disegno urbanistico permettono di scoprire tutte le volte. L'Ordine degli Architetti chiede di recuperare un po' di sensatezza, i giovani architetti, stufi di dibattiti e teorie, e vittime della crisi economica, che nel loro settore sta facendo strage, chiedono semplicemente di poter lavorare. E mentre la città si confronta e si affronta, cambia il volto del suo centro storico.
In settimana, dopo vari anni di ritardo e vari milioni in euro in più del previsto, è stato collocato l'ultimo dei 3500 elementi lignei della copertura del Metropol Parasol. Per l'occasione sono arrivati dalla Germania anche i dirigenti delle ditte che hanno fornito il materiale e il legno. Adesso mancano solo alcuni elementi decorativi dei ponti di collegamento tra i funghi. Poi, vogliono le previsioni, da aprile il Metropol Parasol sarà fruibile a tutti: durante la Semana Santa dovrebbero essere collocate 200 sedie per assistere alle processioni provenienti dai quartieri orientali, che passano nella calle Imagen e nella plaza de la Encarnación per immettersi nella Campana, da cui inizia il percorso ufficiale e obbligatorio per tutte le Hermandades, fino alla Cattedrale. Ma non c'è dubbio che, con o senza Semana Santa, questi funghi saranno una delle mete turistiche obbligatorie di Siviglia. Al pensarlo ci si sente molto conservatori.