domenica 20 marzo 2011

L'Andalusia batte l'Italia: adesso è la prima esportatrice di olio d'oliva in Cina

Prima di avere intensi rapporti con la Spagna non avevo idea dell'olio d'oliva spagnolo né della forte rivalità che gli spagnoli sentono con l'Italia per la sua produzione. L'Italia ha fama di produrre il miglior olio d'oliva del mondo e i suoi marchi si trovano in mezza Europa, come sinonimo di qualità, e con questa informazione vivevo felice e disinteressata all'argomento.
Prima di vedere da vicino le impressionanti colline e colline di oliveti della provincia di Jaén, nell'Andalusia nord-orientale, che da sola produce il 40% dell'olio spagnolo, non sapevo neanche esistesse un olio spagnolo. E' bastato parlarne con vari spagnoli, che, con il solito sentimento competitivo che li agita quando c'è l'Italia di mezzo, mi hanno fatto sapere che in realtà l'olio italiano è spagnolo, jiennense (di Jaén), per la precisione. Pare che l'Italia non sia in grado di soddisfare la domanda di olio "italiano" che le arriva dall'estero, per cui compra l'olio spagnolo e lo imbottiglia vendendolo come proprio. Insomma, l'olio d'oliva italiano, che tanta fama ha conquistato nel mondo, è in realtà spagnolo. Non ho mai verificato la teoria, non ho motivo di non crederci e comunque, vera o falsa che sia, è cosa che buona parte degli spagnoli ti racconta quando si tocca l'argomento. Inevitabile come la gomitata di Tassotti a Luis Enrique nei quarti di USA94 quando si parla di calcio. Per questo trucco italiano, la malcelata rabbia e l'ironia boriosa degli spagnoli quando parlano dell'argomento.
Ma adesso le cose sembrano cambiare.
Da qualche tempo gli spagnoli sono impegnati a esportare con il proprio marchio uno dei prodotti della loro gastronomia di cui sono più orgogliosi. E i primi risultati si vedono, ovviamente a svantaggio italiano. "L'Andalusia ha superato l'Italia nella collocazione del suo prodotto stella, nell'ambito mercato cinese, in cui la leadership italiana, nella battaglia delle esportazioni, era, fino a poco tempo fa, quasi una tradizione" scrive El Mundo, prima di informare che la "Spagna è riuscita ad ottenere la metà, esattamente il 49%, del mercato dell'olio d'oliva importato dalla Cina". E il 70% di questa quota spagnola appartiene all'Andalusia.
Per aiutare a comprendere l'ascesa inarrestabile dell'olio d'oliva andaluso in Cina, El Mundo porta alcuni numeri: nel 2009 le esportazioni erano state pari a 14,5 milioni di euro, il 50% in più rispetto al 2008 e ben sei volte di più rispetto al 2005; il successo del prodotto andaluso non va solo a discapito dell'Italia, ma anche delle altre Comunidades spagnole: se nel 2005 rappresentava il 47,6% delle quota nazionale esportata, nel 2009, l'ultimo anno disponibile, ha superato il 70%. El Mundo scrive una cosa ancora più interessante, riprendendo quello che già mi dicevano gli interlocutori spagnoli e che in Spagna devono sapere anche le pietre, visto che non ho mai affrontato l'argomento con esperti del settore: "Per spiegare le dimensioni di questo commercio, basta raccontare che una provincia così legata alle olive come Jaén esporta appena 80mila kg di olio d'oliva in Cina, per un valore di 244mila uro, mentre il suo principale acquirente è l'Italia, con 36 milioni di kg nel 2010, per un valore di 91 milioni di euro. Quello che poi può succedere è che lo stesso olio, che si vende sfuso in Italia, vada da cooperative più o meno piccole dell'Italia ai Paesi asiatici (o che addirittura torni in Spagna) con etichetta italiana".
Di qui il tentativo della Spagna di entrare nel mercato mondiale con i propri marchi. Ci sono state campagne pubblicitarie internazionali, alcune delle quali hanno contato sull'andaluso vivente più conosciuto del mondo, Antonio Banderas. Sono state promosse anche campagne per far conoscere proprietà e origini dell'olio andaluso, collegandolo anche allo stile di vita locale, in modo da renderlo uno dei simboli riconoscibili del marchio Andalusia: sponsorizzazioni, reportage sui media, fiere internazionali, promozioni nei grandi centri di vendita, niente è stato lasciato al caso.
L'impegno andaluso per promuovere il proprio olio non è stato inutile. Nella stessa Spagna una decina d'anni fa non c'era la consapevolezza acquisita negli ultimi anni circa il prestigio di questo suo prodotto. E all'estero l'Italia è sempre più nel mirino, battuta adesso in casa della Cina, il gigante asiatico nel cui mercato, come ha detto recentemente il presidente José Luis Rodriguez Zapatero, "è priorità della Spagna essere presente".