venerdì 11 marzo 2011

PP e PSOE celebrano la caduta della cupola dell'ETA in Francia

Negli ultimi due anni i vertici dell'ETA sono stati decapitati sei volte, l'ultima la scorsa notte, nella Francia settentrionale, dove sono stati arrestati quattro membri dell'organizzazione terroristica basca, tra cui, i numero 1 del comando militare Alejandro Zobaran Arriola, alias Xarla, e il suo numero 2, Mikel Oroz Torrea, Peru. A vederli nelle foto sono due giovani che sfiorano i trent'anni, nati all'inizio degli anni 80, quando la Spagna era già una democrazia e il franchismo aveva smesso da un pezzo di reprimere la cultura e la lingua basca. Eppure hanno scelto la kale borroka, la violenza nelle strade delle città basche, e quindi l'ETA.
Il loro arresto non è l'unica brutta notizia di questi giorni per la banda basca. Per la verità si stava ancora commentando lo smantellamento del comando Otazua, meno di una settimana fa, nella provincia basca di Vizcaya. La Guardia Civil ha scoperto che questo comando aveva progetti macabri e a loro modo spettacolari. A gennaio 2010 è stata a un passo dal far saltare le torri KIO di Madrid, le famose torri pendenti che chiudono la Plaza de Castilla e che sono uno dei simboli della Madrid moderna. Sarebbe dovuto succedere con un'autobomba, carica di esplosivo preparato in Portogallo. Fortunatamente gli etarras attivati per il piano sono stati intercettati e arrestati dalla Guardia Civil e dalla Polizia portoghese. Quegli arresti, dei primi giorni di gennaio 2010, li ricordiamo tutti perché per la prima volta è stato il Portogallo, e non la Francia, ad essere usata dagli etarras come base e come rifugio per le loro azioni terroristiche. Un risultato, anche questo, della collaborazione sempre più stretta tra Spagna e Francia, contro il terrorismo basco.
Un altro obiettivo dell'ETA era il lehendakari Patxi López, che doveva essere assassinato con un fucile ad alta precisione durante una manifestazione pubblica, a Bilbao. Un piano che non è mai andato oltre l'idea spettacolare e che non è mai stato studiato a fondo, frustrata sin dall'inizio: l'arma che gli etarras volevano utilizzare è stata trovata dalla Guardia Civil nell'auto dei terroristi arrestati sulla strada del Portogallo a gennaio 2010.
La vera novità di questi giorni è stato l'atteggiamento di Sortu, la nuova formazione politica della izquierda abetzale, nata dal divorzio politico dall'ETA. Non appena i media hanno diffuso le notizia dei progetti di attentati, pochi mesi prima della tregua unilaterale proclamata dall'ETA a settembre 2010, tutti gli sguardi si sono voltati verso Sortu. E la formazione indipendentista non ha fatto aspettare la propria reazione, condannando senza ma e senza se i disegni dell'ETA. In un comunicato, in cui chiede la propria legalizzazione, condanna i "presunti progetti di attività tendenti alla realizzazione di atti di violenza tra cui, sembra, contro il lehendakari Patxi López" e insiste nel desiderio di "contribuire alla sparizione di qualunque violenza, in particolare quella dell'ETA" affinché "nessuno usi mai più la violenza nella difesa o sostegno di idee o di progetti politici".
Le parole di Sortu sono state accolte con favore nei Paesi Baschi, con prudenza alla Moncloa, dove, secondo José Luis Rodriguez Zapatero, "la dichiarazione di condanna è meglio del silenzio", e ovviamente con sospetto dal Partido Popular, che lamenta che nel suo comunicato la nuova formazione non abbia condannato il passato dell'ETA (il PP non ha mai condannato il sollevamento in armi di Francisco Franco contro la Repubblica, che ha causato la Guerra Civile). Eravamo all'analisi del comunicato di Sortu, ci stavamo chiedendo quanto sia credibile la izquierda abetzale nel suo divorzio dall'ETA, ci stavamo domandando se è legittimo chiedere l'illegalizzazione di un partito che rispetta formalmente la Ley de Partidos, quando è arrivata la notizia dei nuovi arresti in Francia.
A Madrid sia il PSOE che il PP celebrano la nuova decapitazione di un'ETA sempre più indebolita e anche sempre meno credibile: teoricamente la banda è in piena tregua unilaterale, quindi non si capisce perché i suoi membri si riuniscano per riorganizzarsi e pianificare nuovi colpi tra la Spagna e la Francia. La Moncloa ha avvertito i terroristi: non ci sarà alcuna tregua che impedisca allo Stato democratico di perseguire chi non usa la democrazia per raggiungere i propri fini politici. Per una volta il PP ha applaudito la politica terroristica del governo e ha addirittura fatto i complimenti a Zapatero. Chissà se sono gli dei che sono capricciosi e si divertono con le date degli umani, ma oggi, il giorno in cui il PP celebra le politiche anti-terroristiche del PSOE, è l'11 marzo, settimo anniversario di quegli attentati del 2004, che hanno irrimediabilmente separato i due partiti, da allora spinti a guardarsi in cagnesco quando di terrorismo si parla. Chissà che una nuova Spagna non possa nascere in questo 11 marzo che continua a essere una data fatale.