giovedì 12 maggio 2011

Il terremoto ha danneggiato l'80% degli edifici di Lorca

Le vittime del terremoto di ieri a Lorca, nella Comunidad di Murcia, sono salite a 9, con la morte in ospedale di una donna incinta, i feriti sono 293 e l'80% delle case della cittadina è danneggiato. Il sindaco Francisco Jódar giura che stanotte nessuno dormirà all'aria aperta, "tutti saranno alloggiati in alberghi, ostelli o accampamenti di tende". Il  riferimento è soprattutto ai 1200 che, quasi tutti immigrati, hanno dormito sul nudo asfalto, non essendo arrivate in tempo le coperte per tutti. Per questa notte la Croce Rossa e i soldati della Protezione Civile spagnola hanno già montato gli accampamenti necessari e nessuno rimarrà senza coperte.
L'emergenza del momento è stabilire quali case possono essere abitate, quali devono essere riabilitate o abbattute. Ci sono già squadre di tecnici al lavoro e architetti e ingegneri di tutta la Spagna hanno offerto la propria disponibilità: le case che hanno superato indenni il terremoto avranno un cartellino verde all'ingresso, quelle che sono inagibili un cartellino rosso. Sarà un lavoro lungo, hanno già avvertito gli esperti, ma si pensa che già da oggi i primi cittadini di Lorca potranno, vinta la paura, tornare nelle loro case.
Il presidente José Luis Rodriguez Zapatero ha detto in Parlamento che il Governo "non risparmierà nessun mezzo economico" per affrontare le conseguenze del terremoto e, soprattutto, per garantire una ricostruzione "il più veloce possibile" degli edifici crollati. Il consiglio dei Ministri approverà domani le misure normative necessarie per iniziare quanto prima la ricostruzione di case e infrastrutture (ci sono rallentamenti in autostrade e ferrovie a causa del terremoto). "Il danno alle infrastrutture pubbliche, al patrimonio storico e agli edifici privati è considerevole. Abbiamo molto lavoro davanti" ha commentato il premier, che domani visiterà Lorca. Una visita che il capo dell'opposizione Mariano Rajoy ha compiuto oggi, pubblicando poco dopo le prime immagini sul suo profilo di Facebook; il leader del PP ha invitato a lavorare insieme e uniti per la ricostruzione.
Lorca ha proclamato tre giorni di lutto, la Comunidad de Murcia, uno. Il sindaco Jódar, instancabile da ieri, ha detto che Lorca "sembra Beirut, con tutto al suolo ed enormi crepe alle pareti. La sensazione è come un risveglio da un incubo dopo una lunga notte e trovare tutti gli abitanti per strada".
Anche i media non resistono i paragoni e, come esige lo stile spagnolo, volano basso; il metro di paragone sono i due terremoti più catastrofici degli ultimi anni: Haiti e il Giappone, con migliaia di vittime e gravissimi danni alle economie non locali, ma nazionali. Stamattina su TVE1 paragonavano continuamente la situazione di Lorca a quella delle città giapponesi colpite dal devastante terremoto di due mesi fa ed elogiavano il forte senso civico dei lorqueños, che, come i giapponesi, non hanno mai perso il controllo, pur davanti al dolore per i morti e allo choc degli edifici crollati. Per dare un'idea di cosa si sta parlando: il terremoto in Giappone è stato superiore ai 9 gradi della Scala Richter, quello a Murcia è arrivato ai 5,2 gradi della stessa scala. Solo ogni tanto qualche giornalista da studio cercava di riportare le cose nelle loro giuste dimensioni: Giappone e Murcia hanno poco in comune e l'intensità del secondo è stata mille volte inferiore.
Se i media non resistono all'epica, la gente comune preferisce dedicarsi alla solidarietà. Ci sono decine di iniziative per portare aiuti a Murcia e far sentire ai lorqueños che non sono soli. Tra le ultime, quelle di Arquitectos sin Fronteras, che da Madrid hanno dato la loro disponibilità per partecipare alla ricostruzione di Lorca. Magari con una nuova sensibilità e nuove norme antisismiche: se a Murcia fossero in vigore le norme giapponesi, visto che ci piacciono i paragoni, un terremoto come quello che ieri ha causato nove morti, quasi non lo avrebbero sentito (e speriamo che adesso non venga in mente a qualcuno di dare la colpa a Zapatero).