martedì 17 maggio 2011

Indignati in Spagna: nella notte la Polizia sgombera la Puerta del Sol

E' stato intorno alle 5 di questa mattina. I 200 giovani accampati alla Puerta del Sol, a Madrid, stavano dormendo e la Polizia li hanno svegliati uno a uno, per costringerli ad allontanarsi. L'operazione è stata raccontata, ancora una volta, su twitter, dove sono arrivati anche fotografie e video. In un primo tempo gli accampati hanno tentato di negoziare la loro permanenza nella piazza, ma i poliziotti sono stati chiari: la Delegazione del Governo a Madrid aveva chiesto la dissoluzione della concentrazione; la Polizia ha anche preteso che il gruppo si sciogliesse, per lasciare andare via i presenti senza conseguenze. Hanno anche preso i dati dei giovani presenti e si sono rifiutati di farli allontanare in gruppi di meno di 20, come chiedevano i giovani, per evitare nuove concentrazioni a poca distanza.
Il tentativo di negoziato è stato infruttuoso, in meno di mezz'ora l'acampada è stata dissolta e i tentativi di concentrarsi a Callao, a poche centinaia di metri da Sol, sono falliti: la Polizia ha minacciato multe fino a 1500 euro a persona e ha costretto i giovani ad allontanarsi, con un cordone che proteggeva soprattutto calle Preciados, una delle due vie commerciali che da Callao scendono a Sol.
Nelle prime ore della mattinata una forte presenza della Polizia alla Puerta del Sol indicava che le autorità non avrebbero permesso altre concentrazioni. Su Twitter l'indignazione ha raggiunto livelli altissimi, come era prevedibile: "Ci si può concentrare per un concerto di Lady Gaga, ma non per i propri diritti!" hanno commentato alcuni utenti. Gli sloggiati da Sol promettono di continuare la lotta; agli agenti che li allontanavano hanno detto di non avere un piano B, su Twitter assicurano che la loro lotta contro il modello sociale e politico continuerà anche dopo la cacciata dalla Puerta del Sol e anche dopo le elezioni.
Il movimento 15M, dal 15 maggio, il giorno delle manifestazioni in tutta la Spagna, inizia a preoccupare i politici. El Pais riporta come i partiti più preoccupati siano quelli di sinistra, mentre il PP si senta "enormemente tranquillo e anche soddisfatto. I popolari non sono preoccupati dal fatto che questo movimento sia contro tutta la classe politica. Quelli che hanno manifestato e quelli che li appoggiano dalle reti sociali, analizzano alcuni dirigenti, non sono in nessun caso potenziali elettori del PP". Il problema è tutto interno alla sinistra. I giovani del movimento sono potenziali elettori del PSOE, che non intendono però votare un partito che li ha delusi con riforme impopolari, più vicine al liberismo che al socialismo, con tagli allo Stato Sociale, con la Legge Sinde, voluta dalle grandi multinazionali dell'entertainment e non negoziata con gli utenti della Rete. Sono giovani che iniziano a pensare quello che José Luis Rodriguez Zapatero più teme: PP e PSOE sono la stessa cosa. Per questo esigono una legge elettorale che dia maggiore rappresentanza anche alle piccole formazioni e che sfugga dalla logica del bipartitismo: "Com'è possibile che per avere un seggio al PP e al PSOE bastino 60mila voti e che Izquierda Unida debba ottenerne invece 600mila?! È democrazia questa?!" protestavano ieri su Twitter.
Zapatero ieri ha cercato di mostrarsi tranquillo e ha ostentato comprensione verso i manifestanti: "I cittadini logicamente responsabilizzano chi deve dare una risposta al potere, ma non è del tutto sicuro, né deve per forza tradursi nel voto. Sono espressioni democratiche che bisogna ascoltare e che sono presenti in vari Paesi europei. Sono dovuti alle aspettative negative di impiego e casa e bisogna avere la sensibilità per ascoltare questi movimenti e queste proteste" ha detto ieri dopo un comizio a Siviglia. Nella notte, poi, è arrivato lo sgombero alla Puerta del Sol.
Anche Izquierda Unida, riporta El Pais, non è riuscita a prendere le misure al movimento: "Nessun partito è riuscito a rappresentarlo: il PP e il PSOE perché non hanno voluto e noi perché non abbiamo potuto" dicono dalla cupola del partito al quotidiano madrileno "a noi interessa la gente di sinistra che è lì Ma poi ci sono anche elementi anarchici, anche populisti e discorsi di delegittimazione della politica che non condividiamo perché possono portare al berlusconismo o alla critica dei sindacati, che è quasi infantile".
Da Twitter, intanto, i giovani fanno sapere che non hanno alcuna intenzione di arrendersi: stanno usando un nuovo hashtag, #nonosvamos, non ce ne andiamo, per mantenere la visibilità del movimento nei Trending Topics, hanno annunciato per stasera alle 20 una nuova concentrazione alla Puerta del Sol e saggiamente, come l'utente vallekurros, ricordano "che la Polizia esegue solo gli ordini che i politici di #nolesvotes le dettano". No les votes, non li votare, è lo slogan coniato subito dopo l'approvazione della Ley Sinde, quando gli utenti della Rete hanno dedotto che anche il PSOE e Zapatero erano al servizio degli interessi delle grandi multinazionali e, dunque, non erano niente di diverso dal PP. Probabilmente, guardando le cose in prospettiva, la Ley Sinde ha fatto molti più danni all'immagine del PSOE, di quanto i dirigenti socialisti potessero mai immaginare.
Da twitter, su youtube, un video sulle fasi del tentativo di negoziato e successivo sgombero della Puerta del Sol, stamattina intorno alle 5.