E' un tiepido pomeriggio sivigliano di ottobre e quasi all'uscita del Barrio di Santa Cruz sulla plaza del Triunfo, arriva una voce maschile che canta una melodia già nota, al suono di una chitarra spagnola. Il tempo di avvicinarsi per riconoscere le parole ed è Somos novios.
Un bolero in pieno centro di Siviglia. Non deve stupire. Il tratto di mura almohade, tra il Patio de Banderas e l'ingresso ai Reales Alcázares ospita spesso musicisti solitari, che si siedono e iniziano a suonare. Spesso la chitarra spagnola. E' una delle cose più sivigliane che si possano vivere, sullo sfondo della Giralda e della Cattedrale gotica.
Ho conosciuto il bolero grazie a Luis Miguel, che ho scoperto in età adulta, per puro caso, proprio a Siviglia. L'ascolto dei boleros, da lui rilanciati, in una delle operazioni più intelligenti che siano state compiute nella musica ispanica, è stata conseguente (stiamo parlando di un altro Luis Miguel, non di quello dai testi banali e dai ritmi imbarazzanti, per quanto ce li ha già fatti sentire, che ci tocca adesso). Somos novios, Inolvidable, Bésame mucho, Historia de un amor, Sabor a mí e tante altre canzoni, che sono la storia della musica di lingua spagnola, per me hanno la voce potente e dolce di Luis Miguel.
La cosa sorprendente è stata scoprire che questa voce ascoltata dal Barrio de Santa Cruz e che ci ha deliziato nella plaza del Triunfo, non faceva affatto rimpiangere Luis Miguel. Ho ascoltato un paio di canzoni e sono andata via.
Poi sono tornata, mi sono seduta sui gradini del monumento della piazza e altri hanno avuto la stessa idea. A un certo punto, accanto a me, c'erano signore che cantavano Inolvidable e sicuro che la conoscevano grazie a Luismi. Boleros, applausi, turisti che si fermavano e bambini che portavano le loro monete, l'aria che si faceva arancionata per il vicino tramonto, la Giralda che di tanto in tanto aggiungeva il suono delle sue campane. Così è filato via un pomeriggio, con questa voce maschia che non faceva pensare a Luis Miguel e il volto indio di questo artista sconosciuto.
Que te vaya bien, querido amigo, tu arte se lo merece.
L'audio e i video non sono il massimo, una macchina fotografica non professionale fa quello che può, ma sono un omaggio a un dolce pomeriggio andaluso e a tutto quello che sa regalare un bolero cantato da una bella voce, davanti alle mura arabe della Siviglia delle tre culture.
Un bolero in pieno centro di Siviglia. Non deve stupire. Il tratto di mura almohade, tra il Patio de Banderas e l'ingresso ai Reales Alcázares ospita spesso musicisti solitari, che si siedono e iniziano a suonare. Spesso la chitarra spagnola. E' una delle cose più sivigliane che si possano vivere, sullo sfondo della Giralda e della Cattedrale gotica.
Ho conosciuto il bolero grazie a Luis Miguel, che ho scoperto in età adulta, per puro caso, proprio a Siviglia. L'ascolto dei boleros, da lui rilanciati, in una delle operazioni più intelligenti che siano state compiute nella musica ispanica, è stata conseguente (stiamo parlando di un altro Luis Miguel, non di quello dai testi banali e dai ritmi imbarazzanti, per quanto ce li ha già fatti sentire, che ci tocca adesso). Somos novios, Inolvidable, Bésame mucho, Historia de un amor, Sabor a mí e tante altre canzoni, che sono la storia della musica di lingua spagnola, per me hanno la voce potente e dolce di Luis Miguel.
La cosa sorprendente è stata scoprire che questa voce ascoltata dal Barrio de Santa Cruz e che ci ha deliziato nella plaza del Triunfo, non faceva affatto rimpiangere Luis Miguel. Ho ascoltato un paio di canzoni e sono andata via.
Poi sono tornata, mi sono seduta sui gradini del monumento della piazza e altri hanno avuto la stessa idea. A un certo punto, accanto a me, c'erano signore che cantavano Inolvidable e sicuro che la conoscevano grazie a Luismi. Boleros, applausi, turisti che si fermavano e bambini che portavano le loro monete, l'aria che si faceva arancionata per il vicino tramonto, la Giralda che di tanto in tanto aggiungeva il suono delle sue campane. Così è filato via un pomeriggio, con questa voce maschia che non faceva pensare a Luis Miguel e il volto indio di questo artista sconosciuto.
Que te vaya bien, querido amigo, tu arte se lo merece.
L'audio e i video non sono il massimo, una macchina fotografica non professionale fa quello che può, ma sono un omaggio a un dolce pomeriggio andaluso e a tutto quello che sa regalare un bolero cantato da una bella voce, davanti alle mura arabe della Siviglia delle tre culture.