domenica 16 ottobre 2011

Gli indignados di Madrid e Barcellona occupano edifici per gli sfrattati

Il 15 ottobre di Madrid e di Barcellona è terminato con l'occupazione di un hotel vuoto nella capitale e di un edificio nuovo nel capoluogo catalano da parte di alcuni attivisti. Non sono occupazioni in stile squatters. Gli indignados hanno occupato l'hotel Madrid della calle Carretas, una delle strade che terminano alla Puerta del Sol, per dare un alloggio alle famiglie sfrattate; a Barcellona hanno scelto un edificio della calle de Almagro di Nou Barris, chiarendo che "non si tratta di un'azione puntuale, ma di un progetto che darà soluzione concreta a nove famiglie sfrattate". Le autorità hanno già avvertito gli attivisti del 15-M che fanno guardia ai due edifici che la loro azione è illegale.
El País sottolinea che "dopo un'occupazione le 72 ore seguenti sono critiche. Se la Polizia non interviene in questo spazio di tempo per allontanare i nuovi inquilini dal posto abbandonato, secondo quanto raccontano, potranno rimanere fino a quando il padrone dell'immobile presenta una denuncia e questa segua il suo corso legale e, eventualmente, un giudice emetta un ordine di sfratto. Per cercare di evitare l'intervento della Polizia in queste prime 72 ore, una cinquantina di persone ha passato la notte sul marciapiede, davanti all'hotel. Da una finestra del primo piano dell'edificio, chi era dentro ha lanciato loro coperte e lenzuola per proteggersi dal freddo, che inizia a farsi notare a Madrid".
A Barcellona l'attivista del 15-M Àgueda Bañón ha detto a El Periódico de Catalunya che "se l'Amministrazione non trova una soluzione agli sfratti, ci deve pensare la società civile".
Gli sfratti in Spagna sono diventati una piaga sociale: secondo i dati del Consejo General del Poder Judicial, solo nel secondo trimestre del 2011 le richieste di sfratto sono state 16.464, il 21,2% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso; un dato migliore, per quanto possibile, rispetto al primo trimestre, quando le richieste sono state 15.546, il 36,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Quando si paragona la situazione del debito di Spagna e Italia si trascura spesso questo particolare: in Spagna il debito è soprattutto privato, sono le famiglie che sono molto esposte, grazie alla facilità con cui accedevano al credito per comprare la casa e per tutte le spese più o meno necessarie.
Gli indignados hanno adottato la causa degli sfrattati sin dall'estate. E' stata la loro azione, animata da volontari, che a Madrid, a Barcellona, a Siviglia e in numerose altre città ha impedito gli sfratti di tante famiglie. Come? Attraverso le reti sociali si annunciava la necessità di una presenza massiccia per evitare uno sfratto nella tal via nella tal città: una volta, a Madrid si sono presentati in 500. Ovvio che davanti a simili folle gli ufficiali giudiziari rinuncino all'azione e la rimandino, per questione di ordine pubblico.
Il problema degli sfrattati è che il debito non si esaurisce con la consegna della casa alle banche: le famiglie devono continuare a pagarlo. Le televisioni hanno raccontato tante volte le storie di famiglie a cui viene confiscato ogni loro bene, compreso lo stipendio (grazie alle pressioni degli indignados il Governo ha aumentato a 800 euro la quantità di denaro che dev'essere lasciata loro per sopravvivere). In tempi di crisi, il debito che rimane, dopo la consegna della casa alle banche, viene considerato un'ingiustizia, nonostante si sia accettata la condizione al momento della firma del mutuo. E' sentito come un sopruso, soprattutto considerando i bonus milionari che i banchieri spagnoli continuano ad assicurarsi (attualmente ci sono adesso vari scandali di banchieri di casse di risparmio in bancarotta che si sono assicurati buonuscite milionarie: come spiegavano ieri gli indignados nelle varie manifestazioni spagnole: abbiamo motivi per continuare ad essere indignati!). In Navarra e in Aragona ci sono state due sentenze favorevoli agli sfrattati, in cui la Giustizia ha imposto alle banche di esaurire il debito con lo sfratto (se l'alloggio ha perso valore sul mercato, è un rischio che la banca accetta al momento di accettare il mutuo e non può rivalersi sullo sfrattato)
Piano piano, grazie agli indignados e al loro impegno, il dramma degli sfrattati è arrivato in primo piano ed è entrato prepotentemente nel dibattito politico, anche se le banche stanno facendo di tutto per evitare che si accetti l'esaurimento del debito con la consegna delle case perché, sostengono, in questo modo sarà molto più difficile concedere mutui e si chiederanno interessi più alti (vista la facilità con cui li hanno concessi in passato, arrivando alla situazione odierna, non sarebbe neanche male che i mutui li accendano solo quelli che sono in grado di pagarli). Alfredo Pérez Rubalcaba, che ha voluto per il PSOE un programma molto socialdemocratico, ispirato in molte parti dalle istanze del 15-M, propone per la prossima legislatura che lo sfratto metta fine al debito delle famiglie.
E' una misura che va incontro alle richieste degli indignados, ma che per ora non serve a risollevare le sue sorti. Oggi El Mundo ed El Pais hanno pubblicato due sondaggi demoledores: il PP aumenta il suo vantaggio sul PSOE, salito a +17% secondo El Mundo e +15,6% secondo El Pais (entrambi i sondaggi sono stati realizzati prima della pubblicazione del programma del PSOE e di IU, il partito che più si è ispirato negli indignados e il cui slogan della campagna elettorale è Rebélate!).
Tutto questo ci dimostra quanto gli indignados siano espressione della società spagnola, del suo malessere, delle sue istanze. I cortei spagnoli non sono improvvisati da persone di buona volontà che scopiazzano su Internet cosa stanno facendo gli altri, in giro per il mondo. Sono il frutto di almeno un paio di anni di incontri nelle reti sociali (#nolos votes l'ho visto per strada a Madrid almeno un anno fa, ai tempi delle proteste contro la Ley Sinde, elaborata contro la pirateria in Internet e considerata dagli internauti un attentato alla libertà d'espressione, ancora più grave perché perpetrato da un governo socialisti), di analisi e malessere autoctoni, propri degli spagnoli. Guardiamo meno alla Puerta del Sol e a Wall Street, scopiazziamo meno i loro slogan e analizziamo finalmente i mali e i malesseri italiani e indigniamoci per essi: non abbiamo bisogno di guardare all'estero per indignarci, l'Italia è sufficiente.