mercoledì 15 febbraio 2012

I resti di Garcia Lorca trafugati dal suo amante uruguayano?

Dove sono i resti di Federico Garcia Lorca? si chiedeva qualche giorno fa su El Pais Ian Gibson, uno dei massimi studiosi del grande andaluso. Sperando che la questione non diventi una specie di chi-ha-ucciso-JFK?, che tende a opacare i tre anni alla Casa Bianca del primo presidente statunitense cattolico, a dare una risposta ci prova lo scrittore peruviano Santiago Roncagliolo, che ha appena pubblicato il libro El amante uruguayo. Una historia real per la casa editrice Alcalá.
Il libro si concentra sulla figura di Enrique Amorín, uno degli amanti di Garcia Lorca. L'ipotesi su cui indaga è che Amorín, "milionario, scrittore, seduttore, comunista, omosessuale sposato, uruguayano e argentino in parti uguali" abbia trafugato i resti del poeta andaluso, li abbia portati in Sudamerica e li abbia sepolti in una cassa bianca a Salto, sulla riva del fiume Uruguay, che separa l'Argentina e l'Uruguay, rendendo loro un omaggio pubblico e costruendovi sopra un monumento. "Tanti anni dopo, il monumento e il suo misterioso contenuto continuano a stare lì, intatti, ma nessuno vuole dire una parola su se la storia sia vera o no" dice Roncagliolo ai media ispanici. Durante le sue ricerche per il libro, lo scrittore andino, da anni residente in Spagna, si è appassionato alla figura di Amorín, la cui vita, sostiene, è essa stessa un romanzo. "Era uno scrittore buono, più personaggio che scrittore; ha scritto una quarantina di libri che non si ricordano, ma sapeva tutti i segreti degli artisti del XX secolo. La sua vita era la sua opera migliore. Sapeva molto e non lo poteva raccontare, perché negli anni 50 non si poteva parlare dell'omosessualità di Lorca o di Jacinto Benavente o i dubbiosi maneggi del partito comunista, in cui lui stesso militava" spiega Roncagliolo.
Secondo il libro Amorín e Garcia Lorca furono amanti durante il soggiorno sudamericano del granadino e mantennero la relazione anche a Madrid; ci sono lettere, dice Roncagliolo, che raccontano una "relazione molto complice e maliziosa". "E' difficile sapere quanto sia stata intima" commenta "Ian Gibson dice che Lorca aveva molte persone che si innamoravano di lui e che lui rapidamente dimenticava, ma credo che Amorín sia arrivato a pensare che il loro amore fosse molto più intenso, arrivò a pensare che Lorca fu ammazzato per colpa sua, perché avevano intercettato una loro conversazione in strada, in cui ammettevano simpatie e fobie politiche".
Molto materiale utilizzato nel libro arriva dalla ricca biblioteca dello scrittore uruguayano, conservato con cura dalla moglie. Per questo una delle principali caratteristiche del lavoro di Roncagliolo sono numerosi aneddoti, curiosità, sorprese. Tra questi c'è una riunione segreta, raccontata per lettera, di Chaplin e Picasso. "Chaplin non voleva si sapesse perché negli USA lo accusavano di essere comunista e Picasso era un riconosciuto comunista. Si videro in segreto e Amorín era lì". Ma la cosa curiosa è che "Chaplin non nomina Amorín nei suoi ricordi, dice solo che c'erano Picasso, lui e Jean-Paul Sartre e la descrizione che fa di Sartre è Amorín. Cioè, Amorín si fece passare per Sartre e la cosa mi ha divertito. Mi sono detto, che tipo di personaggio è questo?!".
Nel suo libro non chiarisce il mistero sui resti di Garcia Lorca, ma Roncagliolo spiega il senso del suo lavoro con una frase che inevitabilmente incuriosisce: "Se i resti di Lorca sono dove lui dice che li ha lasciati, è un fatto storico; altrimenti è la sua ultima burla a un mondo intellettuale che non lo ha mai preso sul serio".