lunedì 2 luglio 2012

Il ritorno a casa dei campeones de Europa: prima il re, poi l'abbraccio di Madrid

Resistendo a titoli come La Spagna che ha cambiato il mondo (che ti dici, ha scoperto la cura del cancro? ha trovato il modo di risolvere la crisi dell'euro? ha trovato la soluzione alle carestie in Africa?), poi saggiamente mutati in più modesti La Spagna che ha cambiato il calcio (nessuna invenzione, elmundo.es tra ieri sera e stamattina), e a tutte le altre euforie del terzo titolo spagnolo consecutivo (tranquilli, non ho letto un articolo, a parte i doverosi El Pais ed El Mundo, per lavoro, ed è stato sufficiente vedere che non c'è stato alcun riferimento al fatto che gli ultimi due gol li hanno fatti a una squadra in inferiorità numerica), c'è sempre la festa in corso a Madrid.
Nella capitale i campeones de Europa sono atterrati intorno alle 4 del pomeriggio, accolti da 34°C e una marea rossa impazzita, che ha preso d'assalto le strade sin dal primo pomeriggio, nonostante il via al corteo dell'autobus con la Selección non fosse previsto prima delle 5.
La prima sosta è stata alla Zarzuela, dove re Juan Carlos e la Famiglia Reale, con l'assenza della regina Sofia, in viaggio ufficiale nelle Filippine, ma con la presenza di Leonor e Sofia, di nuovo di rosso vestite, come due anni fa, per ricevere la Coppa del Mondo, si sono congratulati con i campeones. Stanchi, ma sorridenti e felici, i calciatori si sono fatti le foto di rito e poi sono partiti sull'autobus, tutto nero e con le loro foto sulle fiancate. Ed è stata Madrid.
Probabilmente vincere un titolo europeo o mondiale vale la pena soprattutto per vedere tante bandiere, tanta euforia collettiva, tanto delirio popolare e sentire simpatia per chi si sta godendo un momento così speciale, da raccontare ai nipoti (e pensate che sono quattro anni che ogni due anni Madrid impazzisce e si tinge di rosso per celebrare i suoi campeones, nessuna capitale ha mai festeggiato tanto). E' solo il calcio che può tanto. Cosa avranno avuto, in passato, per sfogare l'allegria, per sentirsi uniti e orgogliosi? Guardi Madrid, pensi alle ansie indipendentiste di Euskadi e Catalogna (qualche giorno fa Pep Guardiola ha dato il suo appoggio a un progetto indipendentista catalano), pensi alle "riforme" promesse da Mariano Rajoy, che significano nuovi tagli, pensi a tutti quelli che hanno perso lavoro e casa e ti chiedi cos'abbia il calcio da far dimenticare tutto questo, anche solo per un pomeriggio di gloria.
L'autobus continua ad avanzare in una marea rossa ed euforica. Teoricamente sarebbe dovuto arrivare alla Cibeles alle 20.30, ma intorno alle 20 dovevano ancora arrivare alla plaza de España, il che significa che c'è ancora tutta la Gran Via e poi la calle de Alcalá. Sono saltati, ancora una volta tutti gli orari e tutte le tabelle di marcia, come nel 2008, come nel 2010. Ma non importa a nessuno. La cosa importante è stare insieme e disfrutar, celebrare il triplete di questa Spagna irripetibile, tre volte campione d'Europa e tre volte campione in quattro anni.
Da Siviglia, Mariano Rajoy, che partecipa a una riunione del PP, ha annunciato nuove riforme. Ma oggi, non c'è davvero spazio per lui , per il rescate e per i problemi che domani riporteranno questo Paese all'attenzione dell'Europa, per ragioni molto meno esaltanti.
Su rtve.es, la diretta da Madrid, su qualunque sito web spagnolo, parole, video e immagini per raccontare il pomeriggio del ritorno a casa dei campeones de Europa.