martedì 10 luglio 2012

Pedro Almodóvar inizia a girare il nuovo film: tutte le sfide dei miei amanti passeggeri

"Tre giorni prima dell'inizio delle riprese, sono rimasto senza voce. Mi succede sempre qualcosa, la settimana prima, questo significa che siamo pronti per iniziare a girare" così si lamentava ieri Pedro Almodóvar, in un testo pubblicato nel web dalla sua casa di produzione, El Deseo, per salutare l'inizio delle riprese di Los amantes pasajeros, su un set che simula Barajas, l'aeroporto di Madrid, dove, con un attesissimo cammeo di Penélope Cruz e Antonio Banderas, per la prima volta insieme al cinema, inizieranno le avventure di questo aereo sull'orlo di una tragedia.
"Los amantes pasajeros racconta la storia di un gruppo di persone intrappolate in un unico spazio e scollegato dall'esterno" racconta ancora Almodóvar "La scrittura della sceneggiatura è iniziata come un capriccio comico ed è terminata come una commedia corale, morale, orale e irreale o irrealista. Ho cercato di lasciare da parte la realtà, anche se a volte si infila senza che te ne renda conto. Non ho avuto alcun riferimento cinematografico consapevole, durante la scrittura, è più presente il teatro, persino la televisione, e la mia claustrofobia, del cinema".
La vera protagonista del film, spiega il regista, è la parola perché, confessa, la sua vera vocazione era diventare "un grande romanziere" e in attesa del momento della trasformazione, ha scritto molti copioni, come per prepararsi: "Ho scritto la sceneggiatura de Los amantes pasajeros dalla nostalgia per il teatro. I miei film devono molto al teatro, sono pieni di scene a due, a volte in monologhi non dissimulati. In questa ci sono più personaggi del solito, ma meno spazio che mai".
La vera sfida che, però, attende i suoi passeggeri, non è l'assenza di spazio, quanto la lotta contro "le loro angosce, le loro paure e i loro fantasmi senza l'aiuto della tecnologia, cosa che oggi è difficile da immaginare, senza immagini che li intrattengano, li informino o li anestetizzino. Nudi, senza iPhone, video, Internet, iPads… condannati a essere se stessi, circondati da sconosciuti. Oltre alla lettura, l'arma degli intrappolati in un solo spazio è la parola, la parola per comunicare, sfogarsi, mentire, mentirsi, riconoscere che si è mentito, sedurre, essere sedotti, condividere, lottare contro la paura, la solitudine e l'idea della morte. Parole svergognate, patetiche, artificiali, divertite, esagerate, fragili, arroganti, rotte, compiacenti, edoniste, liberissime e soprattutto di intrattenimento (e che mi perdoni Borges per l'uso di tanti aggettivi)".
A dare volto a questi "meravigliosi interpreti" ci sono attori almodovariani come Javier Cámara, Cecilia Roth e Lola Dueñas; tra le new entries nel cinema del geniale manchego, i giovani in ascesa  Raúl Arévalo, Hugo Silva, Miguel Ángel Silvestre, Blanca Suárez (quest'ultima già vista ne La piel que habito, in cui interpretava la figlia di Antonio Banderas); nel cast anche La Terremoto de Alcorcón, Antonio de la Torre, Willy Toledo e José María Yazpick.
"Sarà il mio film numero 19. Posso solo dir che la passione e le incertezze sono le stesse di sempre. Mi sento come in Pepi, ma con più capelli bianchi" conclude Pedro Almodóvar, lasciando una geniale definizione di se stesso e degli occhi con cui si guarda.
PS Dalle foto di scena, alcune delle quali potete vedere qui sotto, Hugo Silva è uno dei piloti dell'aereo: un bel vedere, durante il panico.