martedì 10 luglio 2012

Carmina o revienta ottiene oltre 30mila spettatori nel web nell'uscita contemporanea con il cinema

La Spagna è uno dei Paesi che più consumano entertainment proveniente dalla pirateria: ci sono piattaforme apposite, che hanno grande successo in tutti i Paesi di lingua spagnola, e in cui arrivano film, serie televisive e canzoni poche ore dopo essere stati distribuiti sul mercato legale. Per molto tempo, prima dell'approvazione della Ley Sinde, che ha tentato di regolare la pirateria online, la Spagna è stata nella lista nera dei Paesi pirati compilata dagli Stati Uniti.
La Spagna è anche un Paese in cui l'industria cinematografica non esisterebbe senza le sovvenzioni statali (adesso ridotte del 35% dai tagli del Governo alla Cultura, a causa della crisi economica): di fatto l'unico cinema che si produce è quello che conta sugli aiuti dello Stato e delle televisioni, non esiste un'industria indipendente ed è solo adesso, grazie all'abbattimento delle spese e ai canali di distribuzione indipendenti resi possibili da Internet, che giovanissimi cineasti stanno tentando l'avventura del cinema.
Le potenzialità della Rete, però, non vengono analizzate dall'establishment del cinema spagnolo. Ci aveva provato fino all'avvento della Ley Sinde, che impone la chiusura dei siti web pirati denunciati a un'apposita commissione del Ministero della Cultura (la critica alla legge è il protagonismo di questa commissione che trasforma i magistrati in semplici notai), il presidente dell'Academia Alex de la Iglesia, poi, all'approvazione della Ley Sinde aveva dato le dimissioni e il suo successore, il produttore Enrique González Macho ha fatto sapere, nel suo primo discorso ai Premi Goya, che internet potrebbe essere un argomento interessante tra molti anni, che per adesso non permette lo sfruttamento dei film, quindi amen, si torni a occuparsi di grande schermo e altri supporti per lo sfruttamento commerciale dei film.
In questo quadro è arrivato Paco León, popolarissimo protagonista della serie televisiva Aida, che ha realizzato il film Carmina o revienta, dedicato alla personalità prorompente di sua madre Carmina Barrios e a una Siviglia popolare e popolana che difficilmente finisce sul grande schermo. Carmina o revienta è stato realizzato con circa 100mila euro, la protagonista assoluta è sua madre Carmina, al debutto come attrice, sua sorella è interpretata dalla sua vera sorella, Maria León, Premio Goya e vari altri premi come attrice rivelazione per La voz dormida e un ruolo fisso nella sit-com di Antena 3 Con el culo al aire, gli amici e conoscenti sono stati interpretati da amici e conoscenti. Insomma, un film girato con pochi mezzi, con molte idee e con poche possibilità di entrare nella distribuzione cinematografica tradizionale, vista anche l'impossibilità di catalogarlo in un genere definito (la critica, rimasta stregata, lo chiama film-documentario, consapevole però del limite della definizione). Al Festival di Málaga, dove ha vinto ben tre premi, quello del Pubblico, quello Speciale della giuria e quello per la Miglior Attrice protagonista, per Carmina Barrios, il film è arrivato e se n'è andato senza distribuzione.
Ma Paco León non si è fermato per questo. Un chico de barrio, un ragazzo che esce da un quartiere popolare di Siviglia e arriva a conquistare Madrid non si fa certo spaventare dalle prime difficoltà. Così ha iniziato a pensare a come far arrivare Carmina o revienta al maggior numero di spettatori e rientrare almeno delle spese "e pagare mia madre".
A dargli l'idea, la pirateria e una piccola indagine empirica su Twitter, attraverso i suoi circa 550mila followers. Che ne direste di vedere Carmina o revienta su qualche piattaforma legale su Internet, per 1,90 euro? ha chiesto. E la risposta non si è fatta attendere: "Ho ricevuto 1000 twitts all'ora, mi raccontavano dei km da percorrere per poter andare al cinema" ha detto León "Ho visto che c'era quasi una necessità sociale che le sale cinematografiche non coprivano e che la gente non vuole vedere tre-quattro mesi dopo, su Internet, il film che stai promuovendo adesso. Alta, la principale casa di distribuzione spagnola, mi ha fatto la miglior offerta che potessi ricevere, ma a me non stava più bene lanciare il film come una superproduzione, non mi sembrava coerente per un prodotto realizzato in 11 giorni con pochi euro. Per cui, perché non rischiare?"
Già. Perché non rischiare? Carmina o revienta è diventato così il primo film spagnolo a uscire contemporaneamente in tutti i supporti: venti sale cinematografiche, DVD e otto piattaforme legali di Internet (Filmin, iTunes, Google Play, Mitele, Booquo, Canal+, Youzee). "Lo abbiamo girato senza sovvenzioni, in economia di denaro, Maria e io siamo noti, ci sono tutte le condizioni ideali per tentare l'esperimento" commenta Paco León "C'è molto da guadagnare e poco da perdere. Credo che il futuro sia simultaneo e quanto prima siano complici di questo sia le sale che i distributori, meglio andrà a tutti. Questa diffidenza verso Internet e il protezionismo verso i diversi supporti è un modo di voler fermare il mare con le mani. Questa è l'unica alternativa davanti alla pirateria: prezzi bassi e immediatezza"
Finalmente qualcuno che ha deciso di combattere la pirateria nell'unico modo possibile: con i prezzi bassi e su Internet, offrendo un prodotto in alta definizione, irraggiungibile per qualunque pirata. Chi direbbe di no a un film che costa meno di 2 euro, che si può vedere entro 72 ore nei tempi che si preferiscono e stando comodamente in poltrona? Quanti film in più, appena usciti in sala, vedremmo tutti, stando con la famiglia, in casa nostra e a un prezzo imbattibile?
L'intuizione di Paco, che, ammettiamolo, ha poco di geniale e molto di buonsenso (o il buonsenso è geniale, di questi tempi?), ha incontrato il sostegno dei colleghi: lo scorso fine settimana Santiago Segura, Hugo Silva, Blanca Suarez, Inma Cuesta, hanno pubblicamente sostenuto l'iniziativa, anche dai loro Twitter. Mentre c'è la netta opposizione dell'evidentemente molto conservatore establishment cinematografico spagnolo, timoroso di perdere potere, privilegi e guadagni. "Non voglio generalizzare, ci sono esercenti disponibili a cambiare le cose, ma c'è anche una forte resistenza, per non parlare di aperto boicottaggio. Avevamo raggiunto un accordo di parola con un circuito interessante, ma per le pressioni si è ritirato. Sono arrivati a minacciare di chiedere ai produttori di non contrattarmi più come attore. E' triste, c'è paura del nuovo e dello sconosciuto e, in fondo, di perdere privilegi. Tutti avevano paura del sonoro, del colore e del 3D. La grande rivoluzione del nostro secolo è Internet. Il mio obiettivo è togliere il pubblico alla pirateria, non alle sale, ma vogliono 14 settimane di esclusività, quando la maggior parte dei film non resiste in sala neanche due settimane. Il futuro che sogno è quello in cui la gente veda molto cinema, che non sia solo un prodotto di lusso, che non ci sia pirateria e che si consumi cinema su Internet. Non ho la pozione magica, questa è la mia proposta, chi ne ha un'altra?" ha detto Paco León a Fotogramas, la più importante rivisita spagnola specializzata in cinema.
Non è d'accordo con lui il portavoce della Federazione dei Cinema Borja de Benito: "Il modello attuale è l'unico redditizio, non è un capriccio né masochismo. L'idea di Carmina, che esce con 20 copie al cinema e, contemporaneamente, in tutti i formati, è solo simbolica. La soluzione, quando verrà, dovrà venire dagli Stati Uniti. Se non si è ancora applicata da nessuna parte è perché non è redditizia". Però l'idea attuale di "modello redditizio" facilita la pirateria: un film esce nelle sale e deve poi aspettare tre mesi per uscire in DVD o sulle piattaforme legali su Internet. Nel frattempo, chiunque abbia voluto vederlo, lo ha già fatto attraverso i siti web specializzati nella pirateria.
Si arriva al paradosso che ci sono film, rimasti poco nelle sale, che non si possono ancora vedere nella Rete, però sì, ad esempio, negli USA, nei VOD (Video on Demand); e viene da pensare che forse bisognerà abbattere anche la discriminazione geografica, che offende lo spirito libertario della Rete: perché non posso vedere su Internet l'ultima produzione del cinema argentino o del cinema svedese? Ovvio che se sono appassionato di quella cinematografia e non riesco a vederla in modo legale, a prezzi ragionevoli, perché me lo impediscono le insensate barriere geografiche, mi rivolgo alla pirateria.
Carmina o revienta tenta dunque l'esperimento in Spagna e prova ad aprire la strada, tra la curiosità degli internauti, finalmente davanti alla prova più importante, quella con cui possono dimostrare che usano la pirateria perché il mercato ufficiale li ignora, ma sono disponibili a spendere per vedere cinema su Internet. Il primo weekend del film è stato un successo inaspettato.
Su Filmin, la più importante piattaforma spagnola, ha avuto 15mila download in due giorni, il che significa, secondo gli esperti, che è stato visto da almeno 30mila persone, una cifra che nelle sale cinematografiche equivale al sesto posto. Mancano ancora i dati di iTunes, Google Play & C, per capire il tipo di successo che un film può raggiungere su Internet.
"Paco León, bello, avrei potuto vederlo piratato, ma mi dico, cavolo che ci guadagni qualcosa, e l'ho comprato. E, bello, non ne sono affatto pentito" ha scritto su Twitter un utente, a Paco León. E, visti i primi dati dell'andamento di Carmina o revienta su Internet, Paco León ha commentato euforico, sempre da Twitter: "Ha fatto più mia madre contro la pirateria, che la Ley Sinde". Come dargli torto?
Se capite lo spagnolo e siete incuriositi da Carmina o revienta, trovate tutti i modi per vederlo legalmente, da 1,95 euro, sul sito www.carminaorevienta.com nella sezione Ver la pelicula