martedì 31 luglio 2012

publico.es: processate Mario Draghi

Io non so quanto c'entri il fatto che sia italiano nell'atteggiamento antipatizzante che Mario Draghi raccoglie in Spagna, perché ho anche sentito dire, nei giorni più drammatici della corsa dello spread spagnolo, che l'italiano presidente della BCE non aiutava la Spagna per farle pagare la finale vinta contro l'Italia (e lui, il furbissimo Draghi, va pure a dichiarare che ogni volta che pensa alla Spagna gli viene in mente Balotelli che piange dopo la finale di Kiev). E battutacce sull'italianità di Draghi, la sua sostanziale indifferenza al destino della Spagna e la finale degli Europei ne ho sentite tantissime. Per non parlare del fatto che se la BCE ha iniziato a darsi una mossa non è perché si è preoccupata del futuro dell'euro, ma perché la situazione dell'Italia si è fatta insostenibile, perché l'Italia sarebbe stata la prossima a cadere e perché la Spagna può cadere, ma l'Italia guai a chi la tocca, coccolata da BCE e Germania. A volte essere italiani in Spagna è un po' duro.
Per cui non so quanto Mario Draghi deve alla sua nazionalità le antipatie che lo accompagnano in Spagna.
Però questo articolo scritto dal cattedratico di Economia Applicata dell'Università di Siviglia Juan Torres Lopez, dal titolo un po' provocatorio, Draghi andrebbe processato, pur facendo riferimento all'antipatia latente per l'italiano e al rancore per il sistema bancario senza controlli, ha i suoi punti interessanti, che non dovremmo perdere di vista (neanche in Italia).
Su publico.es è a questo link.

I mezzi di comunicazione hanno festeggiato che una sola frase di Draghi ("Farò tutto il necessario per salvare l'euro e sarà sufficiente") sia bastato per salvarci, frenando l'accelerata ascesa dello spread spagnolo.
Lo mostrano come un onnipotente dio monetario, capace di paralizzare in un solo colpo, la furia degli speculatori, l'"irresponsabilità" dei mercati che il Ministro dell'Economia denunciava giorni fa, quando i loro attacchi rincaravano la vendita del nostro debito fino a livelli proibitivi.
E lo è. E' il titolare di un potere nuovo, ma di un potere non democratico e che, come questo stesso caso mostra chiaramente, non si esercita in beneficio dei popoli, ma infingendo loro un sacrificio tanto inumano quanto non necessario e crudele.
Per questo mi sembra che la notizia non dovrebbe essere l'azione onnipotente di Draghi, ma perché non sia apparso per spiegare perché non l'ha realizzata prima.
Se la Banca Centrale Europea, come nessuno dubita e come ha appena dimostrato, può evitare facilmente il sovrapprezzo artificiale che i mercati impongono al nostro debito, quello che dovremmo chiederci è la ragione di questo ritardo nell'azione salvatrice, le cause di un'omissione così fragrante del dovere di protezione e aiuto economico che le istituzioni hanno verso l'economia e verso i popoli che le hanno create.
Non è un fatto da poco. Da una settimana all'altra, si succedono aste che, al rincarare, aumentano in migliaia di milioni di euro la fattura che pagano gli Stati; e se la Banca Centrale Europea non fa niente, potendolo fare, perché non sia più elevata del necessario, quello che sta provocando è un danno terribile alle nazioni, alle persone e alle imprese concrete, ai loro patrimoni e alla loro capacità di creazione di ricchezza e impiego. Un danno, inoltre, che si fa solo per permettere agli investitori di arricchirsi ancora di più semplicemente scommettendo in un casinò in cui si gioca a costa del benessere e della pace delle nazioni.
Non è la prima volta che Draghi si vede immerso in azioni di questo tipo, che causano un danno così evidente e grave alle economie. E' stato dirigente di Goldman Sachs, e inevitabilmente corresponsabile, se non responsabile diretto, degli inganni che l'onnipotente banca ha perpetrato in Grecia, e sembra anche in Italia, per fare affari manipolando le cifre del deficit. E la sua presenza è vincolata anche a scandali (finiti con guadagni per Goldman), legati alla privatizzazione di imprese pubbliche in Italia. Sa bene cosa significhi usare risorse pubbliche per beneficiare interessi privati.
Ma in questo caso stiamo parlando di qualcosa di molto peggio e più grave. E' vero che il comportamento della Banca Centrale Europea e la sua mancanza di azioni determinanti per evitare che i problemi di liquidità degli Stati diventino uno molto drammatico di solvenza sono dovuti alle restrizioni del suo statuto (che lo consolida come un ente che in realtà non risponde al suo nome di banca centrale). Ma è che anche nello sfondo della sua ristretta capacità d'azione può fare molto di più di quello che fa, e qualcosa di molto diverso da quello che sta facendo, come lo stesso risultato delle parole di Draghi ha appena dimostrato.
I popoli non possono continuare a stare in silenzio davanti a questo tipo di fatti. Dobbiamo chiedere conto. La Banca Centrale Europa agisce come un autentico piromane al servizio della banca privata, che senza dissimulare si è incaricata di mettere alla sua testa uno dei suoi rappresentanti più conosciuti e preminenti, proprio perché quello che sta succedendo non è un incidente, ma una strategia ben studiata per consolidare il potere dei grandi gruppi finanziari e nascondere alla cittadinanza la sua responsabilità criminale nello scoppio della crisi e delle sue conseguenze.
Stiamo parlando di un autentico crimine, perché quest'azione (per attiva quando la Banca Centrale prende decisioni chiaramente vantaggiose solo per le banche private e per passiva quando non fa niente per evitare il danno) produce, come è già molto più che evidente, un sacrificio doloroso e crudele per le persone. E' un crimine economico, di quelli che chiamiamo contro l'Umanità, che dobbiamo perseguire e castigare in modo esemplare.
E' imprescindibile tipificarlo con rigore e creare i tribunali necessari, perché giudichino questi comportamenti, valutando il danno ed esigendo responsabilità concrete da parte di chi li ha realizzati, così come il grado di complicità che hanno altre autorità che assentono o addirittura richiedono che la BCE agisca così. E, naturalmente, è un'esigenza democratica di prim'ordine che si sveli e si diffonda la natura reale del discorso che avvolge le loro azioni, che si faccia pedagogia e si mostri ai cittadini l'inganno con cui si riveste questa gigantesca operazione di saccheggio dei popoli europei, un crimine che si è realizzato anteriormente in altre latitudini e le cui conseguenze più lesive per i popoli sono, pertanto, perfettamente conosciute.