giovedì 23 agosto 2012

Gli immigrati irregolari senza Sanità in Spagna. I medici si ribellano con un nuovo giuramento

La decisione del Governo spagnolo di togliere la Sanità gratuita agli immigrati irregolari, ha acceso un dibattito in cui le posizioni sono ben chiare e hanno molte difficoltà a incontrarsi. E' giusto che chi arriva in Spagna in modo irregolare, cioè non rispettando le norme che stabiliscono l'ingresso nel Paese, goda poi dei vantaggi sociali che i cittadini spagnoli pagano attraverso le tasse? E' giusto che chi arriva in Spagna in condizioni disperate si veda privato dell'elementare diritto all'assistenza medica, solo perché non possiede i documenti necessari?
Da una parte la stanchezza di chi non vuole più pagare le tasse anche per chi non contribuisce al mantenimento dello Stato, dall'altra la preoccupazione di chi vede negato il diritto alla vita, in fondo, di migliaia di persone povere.
Nei giorni scorsi El Pais ha intervistato vari cittadini irregolari, che hanno raccontato le loro tragedie personali, dalla paura delle malattie che non possono più curare a causa del ritiro della tarjeta, la carta della sanità, alla disperazione per quei 710 euro necessari per accedere alle cure e che non possono trovare da nessuna parte, a causa dei loro bilanci familiari malandati e del lavoro sempre più difficile da trovare e da mantenere. Nei commenti al fondo degli articoli, in cui si possono sfogare rabbia e amarezza e in cui si può essere tanto beceri quanto non si sarebbe mai nella vita reale, grazie all'anonimato, in molti manifestano esultanza per la decisione del Governo perché "ci mancherebbe anche dover mantenere chi non rispetta la legge" e, "se non sono d'accordo, tornino a casa loro e si facciano curare lì", "basta essere il paradiso europeo dell'immigrazione illegale e di tutti i parassiti"; e non dimentichiamo chi assicura che gli irregolari sono tali perché hanno scelto di esserlo, "conosco uno che nei tempi buoni guadagnava 7000 euro al mese come muratore e non ci pensava proprio a essere regolarizzato".
Ma la preoccupazione per i diritti tagliati, per la discriminazione che si applica nel riconoscimento di quello che è comunque un diritto di ogni essere umano in quanto tale, le cure mediche e la difesa della propria salute, appartengono a buona parte della società spagnola. I medici sono stati i primi a manifestare contro la nuova legge e in tanti professionisti si sono dichiarati obiettori di coscienza, assicurando ai cittadini irregolari l'assistenza sanitaria. La Comunitat Valenciana ha già detto ai propri dottori che potranno assistere gli irregolari "solo fuori dall'orario di lavoro e fuori dalle installazioni pubbliche"; i ribelli Paesi Baschi e Andalusia, in mano a Giunte di sinistra, hanno già approvato una serie di misure che garantiranno l'assistenza anche a chi è sin papeles, senza documenti di residenza.
Ieri Médicos del Mundo ha iniziato una campagna online, Derecho a curar, in cui invita i medici all'obiezione di coscienza. Si vedono alcuni medici che pronunciano una sorta di nuovo giuramento di Ippocrate: "Giuro di dedicare le mie conoscenze di medicina a lavorare per la salute degli spagnoli e degli stranieri con i documenti in regola", "Giuro che lascerò la mia etica e la mia morale in un secondo piano durante le crisi finanziarie", "Giuro che non anteporrò i diritti umani alle misure di risparmio e di massimizzazione dei benefici", "Giuro che non userò installazioni dello Stato per fare diagnosi agli immigrati irregolari", "Giuro che non negherò assistenza sanitaria a nessuno, a meno che sia privo di passaporto o carta d'identità", "Giuro che non farò ricette per le medicine contro l'AIDS a chi non versa i contributi alla Sanità" dicono l'uno dopo l'altro, per dimostrare quanto sia assurda la richiesta del Ministero della Sanità ai dottori. Poi li vediamo tutti con le dita incrociate dietro la schiena, mentre giurano. "Ma soprattutto giuriamo che tutto quanto abbiamo detto, non lo faremo mai" assicurano alla fine dello spot.
Il video ha fatto il giro del web spagnolo, ieri pomeriggio e potete vederlo alla fine di questo post.
Non so se avrà altrettanto spazio un post-lettera aperta ai "medici ribelli" che il ricercatore Alberto Sicilia ha scritto per il suo blog, principiamarsupia.com, in cui li  ringrazia "per il vostro coraggio e la vostra dignità". "Come ricercatore di fisica teorica" spiega "devo confessare di aver sempre avuto invidia di voi, dei medici. Può qualcosa unire tanto gli uomini come la lotta contro la malattia? I virus non distinguono le persone con o senza documenti. Il dolore e l'angoscia neanche. Le tradizioni, le lingue, le nazionalità sono costruzioni insignificanti davanti al virus, i batteri o i tumori. Medici o fisici, ci unisce la scienza, una delle avventure umane più belle e che è stata costruita da giudei e arabi, sovietici e statunitensi, credenti e atei. Se qualcosa ci ricorda la scienza, è la stupidità che suppongono le barriere tra esseri umani. Alcuni dicono che "non possiamo permetterci" di offrire assistenza medica agli stranieri irregolari. E' chiaro che la Sanità richiede molte risorse e che la Spagna attraversa una delle peggiori crisi della sua storia. Ma, all'interno delle limitazioni economiche, c'è sempre spazio per decidere cosa "possiamo permetterci" e cosa no. Un esempio: USA e Olanda sono Paesi con un PIL pro-capite molto simile. Ma in Olanda tutte le persone hanno accesso a un sistema sanitario di qualità e negli USA milioni di cittadini vivono l'angoscia quotidiana di ammalarsi. Scegliere le priorità di un Paese è una decisione politica.
C'è sempre spazio per decidere che tipo di società vogliamo costruire. Sempre.
Alcuni vi accuseranno anche di non obbedire alla legge. Ricordate loro che anche Mandela, Gandhi o Vaclav Havel hanno disobbedito ai loro Governi. Oggi sono considerati leaders morali del XX secolo".
Due frasi: "Scegliere le priorità di un Paese è una decisione politica. C'è sempre spazio per decidere che tipo di società vogliamo costruire. Sempre." Non dimentichiamolo mai.
Il video di Médicos del Mundo, da youtube