martedì 14 agosto 2012

Per Iñaki Urdangarin 4 milioni di euro di cauzione a settembre

Sarà un settembre nero, quello che aspetta Iñaki Urdangarin e l'Infanta Cristina, secondo le ultime rivelazioni di El Pais. Mentre i Duchi di Palma di Maiorca trascorrono gli ultimi giorni di vacanza nei Paesi Baschi francesi, in compagnia dei familiari di Iñaki, la Fiscalía Anticorrupción delle Baleari ultima l'atto di accusa contro il Duca e il suo ex socio, Diego Torres, per aver ottenuto, attraverso l'organizzazione di eventi e seminari con il loro Instituto Noós, denaro delle amministrazioni pubbliche, poi trasferito su conti esteri per sfuggire il fisco spagnolo. Le indagini di questi mesi hanno dimostrato che Noós non era quella società senza fini di lucro stabilita nel suo stesso statuto e i reati ipotizzati per ora sono malversazione di denaro pubblico, traffico d'influenza e frode all'Amministrazione.
Per questo la Fiscalía chiederà una cauzione di 4 milioni di euro per responsabilità civile sia al Duca che all'ex socio; è questa la quantità di denaro, che, secondo i riscontri, i due avrebbero frodato all'Amministrazione Pubblica delle Baleari.
Per le indagini la Procura delle Baleari ha contatto sulla collaborazione del Ministerio de Hacienda, il Ministero delle Finanze spagnolo, e sull'Agenzia Tributaria. I dati raccolti sono davvero imbarazzanti per Urdangarin: "L'analisi di tutti i conti dell'Instituto Nóos, con cui Urdangarin e Torres hanno fatturato oltre 5 milioni di euro a diverse amministrazioni pubbliche tra il 2004 e il 2007" scrive El País "conclude che dei 2,1 milioni di euro che il Governo baleare ha dato a Noós "878mila euro non possono essere accettati come spesa per l'organizzazione di eventi", oltre il 40% del denaro ricevuto. Il rapporto dettaglia diversi tipi di irregolarità, alcune delle quali particolarmente goffe". Tra queste El País cita i servizi realizzati per altri eventi, come il Valencia Summit, e poi fatturati all'Amministrazione dell'arcipelago, o, addirittura, la fatturazione di spese realizzate ancora prima dell'assegnazione dell'evento. "Risulta difficile giustificare che fatture della fine del 2004, senza concetto o materiale d'ufficio, traduzioni, consulenze, tutte anteriori alla firma dell'accordo siano aggiunte come giustificativi di un accordo firmato a luglio 2005 per un evento realizzato a novembre 2005" riporta El País dal rapporto di Hacienda.
Il problema di Urdangarin è la natura di Nóos, che era un istituto senza fini di lucro, pertanto, doveva spendere il denaro che riceveva integralmente nell'organizzazione degli eventi accordati. "Ma è risultato che una percentuale molto alta delle quantità di denaro fornito dai Governi delle Baleari e di Valencia è finito nelle casse delle imprese private di Urdangarin e Torres, a cui, si suppone venisse affidata l'organizzazione degli eventi per i quali era stato dato loro il denaro pubblico". Di qui la frode agli Enti locali di Baleari e Comunitat Valenciana. Insomma, secondo le indagini l'Instituto Nóos "non era esattamente un'entità senza animo di lucro, sottoposta a un'esigenza fiscale molto minore di un'impresa privata" ed era, piuttosto, "uno schermo di affari privati con animo di lucro, con cui Torres e Urdangarin ottenevano contratti delle amministrazioni pubbliche".
Ma oltre alla frode all'Amministrazione pubblica, ci sono anche i reati fiscali, che Hacienda sta indagando, attraverso rogatorie in Svizzera, Lussemburgo e Andorra. Su un conto svizzero riconducibile al Duca di Palma, Hacienda ha trovato denaro insufficiente per accusarlo di evasione fiscale, ma le indagini proseguono su altri conti. Rimane da vedere se le indagini in corso con la collaborazione del Granducato, dove Torres avrebbe nascosto parte dei fondi, e del Principato, dove si cerca l'origine di 400mila euro, possono portare a un'accusa di evasione fiscale, il quarto reato contestabile a Urdangarin e Torres. E rimane anche da vedere se la posizione dell'Infanta Cristina non si aggraverà: finora i giudici hanno tenuto da parte la secondogenita del Re, ma è sempre più difficile poter sostenere che abbia avuto vantaggi dai maneggi del marito senza esserne al corrente.