lunedì 13 agosto 2012

Presidente Rajoy, si avvicini a un cassettone dell'immondizia per conoscere la realtà

L'azione del deputato al Parlamento andaluso Juan Manuel Sanchez Gordillo, che con un gruppo di attivisti ha rubato nove carrelli di generi di prima necessità da un supermercato Mercadona di Écija, in provincia di Siviglia, ha aperto una sorta di vaso di Pandora.
Non solo i numeri delle nuove povertà andaluse hanno raggiunto la grande stampa nazionale, ma ha avuto ampia eco anche la decisione del Comune di Girona, in Catalogna, alcuni supermercati catalani di chiudere con un lucchetto i cassettoni in cui buttano le merci scadute. Sembra che a questi cassonetti si avvicinasse un numero sempre maggiore di persone e i responsabili dei supermercati, preoccupati per i danni alla salute derivanti dagli alimenti scaduti, hanno deciso di chiuderli con un lucchetto e invitare a frequentare le più sane mense sociali.
Io non so se i mediocri e vergognosi leaders che ci stanno trascinando verso il disastro abbiano mai dubbi sulla legittimità di un sistema economico così perverso da affamare i bambini per pagare debiti che non hanno mai contratto. Una classe politica decente e indipendente dovrebbe rifiutare e condannare un sistema economico che ruba il benessere delle maggioranze per garantirlo a una stretta minoranza. Ma probabilmente a Berlino e dintorni non amano riflettere sulle conseguenze del loro egoismo e della loro incapacità di leadership, salvo svegliarsi un giorno con l'ennesima stupida inchiesta di Bild o Der Spiegel (ci sarà differenza?!) sul "perché l'Europa non ci ama".
Oggi su Zona Critica di eldiario.es c'è un bell'articolo della giornalista Marta Romero, in cui invita Mariano Rajoy ad avvicinarsi a un cassettone dell'immondizia, per conoscere gli spagnoli. Il riferimento è a un analogo invito fatto da El Pais a José Rodriguez Zapatero a maggio 2011, dopo l'entrata in scena degli indignados, affinché scendesse in strada, per conoscere gli umori degli spagnoli. Dalla strada al cassettone dell'immondizia, in poco più di un anno: potrebbe essere una parabola di questi terribili 15 mesi spagnoli?
"Circa un anno e mezzo dopo (l'invito fatto a Zapatero di scendere in strada NdRSO), il malessere dei cittadini, bel lontano dall'attenuarsi, si è accentuato. Neanche il cambio del partito al Governo né di presidente ha significato un allevio, ma, casomai, tutto il contrario. I sondaggi pubblicati da quando il PP è al Governo non fanno altro che constatare un clima sociale caratterizzato dal pessimismo economico, dal rifiuto della maggioranza per i tagli applicati dall'Esecutivo di Rajoy e dalla cronificazione del desencanto (e anche della disperazione) dei cittadini verso i politici".
Un desencanto che il rapido impoverimento di milioni di persone rende comprensibile: il 21,8% dei cittadini spagnoli vive al di sotto della soglia di povertà (si parla di un Paese europeo, non del Terzo Mondo… un Paese europeo con un quarto dei suoi cittadini poveri), 5,7 milioni di persone sono senza lavoro e in ben 1,7 milioni di famiglie c'è almeno una persona disoccupata. Il Governo non ha ancora chiarito se darà il via libera ai sussidi da 400 euro che vorrebbe risparmiarsi, sempre per il benedetto deficit da contenere, e che però sono l'unica fonte di ingresso per migliaia di famiglie, già sul piede di guerra nel caso di loro abolizione "perché i figli devono mangiare", come denunciano sui quotidiani di sinistra, El Pais compreso. E "le misure di consolidamento e di tagli sociali che, per pressione dei mercati e delle autorità europee, sta adottando il Governo di Rajoy, peggiorano l'angosciante situazione economica, sociale e personale in cui trovano molti cittadini" scrive Zona Critica. Di qui l'invito a Rajoy di conoscere la realtà delle decine di persone che ogni notte, protette dall'oscurità, si avvicinano ai cassettoni dell'immondizia in cerca di quegli alimenti che non si possono più comprare. Un invito stravagante e demagogico? si chiede la giornalista. E verrebbe da chiedersi perché ogni volta che si parla della situazione di chi è in difficoltà e dispera anche di poter mangiare si fa demagogia. Ma se è demagogia questo, di sicuro non lo sembrerà a Rajoy, nota Marta Romero, dato che negli anni all'opposizione, non ha esitato a visitare le mense pubbliche e persino ad agire come volontario, cucinando e servendo i pasti (con i media al seguito, chiaramente). "A volte il denaro pubblico viene gestito come viene gestito, ma con pochissimo denaro si possono soddisfare molte persone per esigenze così indispensabili come quella di poter mangiare" disse Mariano Rajoy nel 2009, in una di queste mense sociali. "Suppongo che adesso che è più vicino al potere e all'amministrazione del denaro pubblico la sua osservazione sarà molto più sentita. O no?" conclude la giornalista.