martedì 18 settembre 2012

E' morto Santiago Carrillo, il padre della sinistra spagnola

L'ho letto in un tweet di Hugo Silva: "Santiago… cavolo, che dispiacere". Ho pensato fosse successo qualcosa a Santiago de Compostela, poi i tweets dei siti web di informazione che seguo mi hanno dato la brutta notizia di una giornata interminabile sul blog. E' morto Santiago Carrillo.
E mi dispiace sul serio.
Aveva 97 anni, era il padre rispettato della sinistra spagnola, oltre che fondatore del PCE, il Partito Comunista Spagnolo, e propulsore, con Enrico Berlinguer e Georges Marchais, dell'eurocomunismo.
Mi piaceva leggere le interviste, che, lucidissimo, continuava a rilasciare anche in questi anni difficili, senza mai rinunciare alla giustizia sociale e senza mai rifiutare di rispondere alle stucchevoli domande sulle sue responsabilità a Jarama de Paracuellos, dove i repubblicani, assediati dai franchisti, fucilarono decine di persone. Sono domande stucchevoli non perché i fatti non devono essere chiariti (lo sono stati molto tempo fa), ma perché vengono fatte dagli stessi che rifiutano di dare sepoltura alle vittime del franchismo sepolte nelle cunette e che rifiutano qualunque dialogo con l'ETA. Non si finiva di imparare dai suoi ricordi e dalla sua saggezza di quasi centenario.
La sua lunghissima vita racchiude i momenti più importanti dell'intenso XX secolo spagnolo, dalla Guerra Civile al franchismo, dalla Transición alla grande crisi di questi anni. E' stato l'uomo che ha traghettato il PCE lontano dall'abbraccio sovietico, scommettendo, con i leaders comunisti dell'Europa Occidentale, sui sistemi democratici e parlamentari. E' stato uno statista durante la Transición, quando ha rinunciato all'opzione repubblicana e ha spinto i comunisti ad accettare la Costituzione che includeva la Monarchia, prendere o lasciare. Ma la capacità del comunismo occidentale di rinunciare alle proprie opzioni nel nome del bene comune, non viene mai riconosciuta e meno premiata dalle urne (non sono comunista e non ho mai votato comunista, perché nessun mediocre pensi di scrivermi pensando che darmi della comunista sia un insulto). In democrazia il PCE è sempre stato secondo al PSOE e il carisma di Felipe Gonzalez ha fatto il resto. Rimane da segnalare che Carrillo fu uno dei tre deputati che rimasero seduti al proprio posto quando il colonnello Antonio Tejero entrò sparando in Parlamento e intimando ai deputati di buttarsi al suolo, nel tentativo di colpo di Stato del 1981.
Negli ultimi anni è stato come una specie di grande nonno della sinistra spagnola, ascoltato con rispetto persino dai socialisti e con simpatia dagli indignados, che ha seguito con attenzione e partecipazione. Presentava instancabile libri e idee e invitava i giovani a non arrendersi allo stato di cose.
Tutto sommato ha fatto una bella morte, nonostante la salute stesse declinando da tempo. E' morto durante la siesta, senza accorgersi, senza soffrire.
A gennaio è morto Manuel Fraga, che fu una specie di suo contraltare da destra: a lungo franchista, ministro di Francisco Franco, fu protagonista della Transición e fondatore di AP, il partito della destra da cui è nato l'attuale PP. Sono i simboli di una generazione, che si è ammazzata e odiata e ha poi saputo trovare un'intesa, per quanto oggi discussa, per dare un cammino democratico alla Spagna. Fa molta tristezza e malinconia questa morte, in questa tarde di fine estate. Adiós, Santiago, que tristes nos deja usted, hoy.