mercoledì 5 settembre 2012

Iker Casillas e Xavi, Premio Principe de Asturias dello Sport 2012

Il Premio Principe de Asturias è il premio più importante e prestigioso della cultura spagnola e ispanica, con una vasta eco anche dall'altro lato dell'Atlantico. Nel mondo di lingua spagnola è considerato, senza timore di esagerare, una sorta di Premio Nobel ispanico. E nella sua continua esaltazione della humanitas e di eroi che lavorano per il benessere dell'umanità e per la convivenza dei popoli, sia da un punto di vista umanistico che scientifico, merita di essere tenuto d'occhio, perché, la serata dal Teatro Campoamor di Oviedo ha sempre il potere di far fare la pace con i propri simili. Ma.
La premessa è che lo sport spagnolo sta vivendo da una decina d'anni la miglior stagione della sua storia. Non c'è sport, praticamente, in cui non ci sia un atleta spagnolo vincente. I Premi Principe de Asturias lo hanno testimoniato, premiando Severiano Ballesteros, Miguel Indurain, Arantxa Sanchez Vicario, Rafael Nadal, Fernando Alonso, la Spagna campione del mondo di calcio. Tutti atleti che hanno fatto la storia del loro sport non solo in Spagna, ma nel mondo e il cui premio è meritato e indiscutibile. Anzi. Vedere Fernando Alonso, Rafa Nadal o Vicente del Bosque ritirare dalle mani del Principe Felipe il premio più importante della cultura spagnola è stato davvero emozionante.
Quest'anno il Premio Principe de Asturias per lo Sport è andato a Iker Casillas e Xavi, candidati dal presidente della FIFA Joseph Blatter per premiare (di nuovo) la Spagna vincente di questi anni calcistici (e se, Dio non voglia, la Spagna vincesse Brasile 2014, speriamo non decidano di candidare Cesc e Sergio Ramos perché sì). L'altro finalista era il Comitato Organizzatore delle Paralimpiadi. E quindi se ci si sente quanto meno perplessi e sconcertati è comprensibile.
Al di là delle inevitabili simpatie/antipatie per i due giocatori, entrambi già premiati un paio di anni fa, quando la Spagna campione del mondo ha ritirato il proprio premio a Oviedo, capitanata da Vicente del Bosque (adesso non ricordo se c'erano Casillas e Xavi perché sia Mourinho che Guardiola avevano fatto storie a mandare i propri giocatori, alla vigilia delle partite che dovevano giocare, ma il senso è che sono già stati premiati), ci si chiede se era davvero necessario tornare a premiarli. Sì, si capisce che la Spagna ha vinto gli Europei e non lo si deve dimenticare, che Iker è del Real Madrid e Xavi è del Barcelona, che è ancora viva la memoria dei cinque clásicos in un anno, che per poco non hanno distrutto la serenità dello spogliatoio della Nazionale, che Casillas e Xavi sono stati tra i primi a cercare di riportare la tranquillità, che senza lo storico dualismo tra Madrid e Barcellona non esisterebbe il calcio spagnolo. Si è consapevoli di tutto questo e sì, Casillas ha vinto di tutto di più con il Real Madrid e Xavi ha vinto di tutto e di più con il Barça meraviglia di Pep Guardiola. E non parliamo della Nazionale spagnola, ché altrimenti non finiremmo più. Ma.
Non c'era di meglio da premiare in questo 2012? Il Comitato delle Paralimpiadi non era più meritevole, anche solo per il significato che implica la sua esistenza e la partecipazione alle competizioni degli atleti disabili, per milioni di persone che si trovano nelle loro condizioni? Davvero non meritava più attenzione, nell'anno in cui le Paralimpiadi sono riuscite ad avere uno spazio dignitoso sui media internazionali? Davvero negli anni della grande crisi la Spagna deve involversi tanto da premiare solo se stessa e guardarsi l'ombelico, quando di sport si tratta? Il Premio Principe de Asturias non è il premio del condominio, ma il più importante premio della cultura in lingua spagnola, i suoi orizzonti devono essere (lo sono sempre stati) ampli, deve continuare a saper individuare chi lotta e si impegna e propone valori positivi, di inclusione e giustizia. Deve continuare a volare alto, insomma.
La giuria, presieduta da Arantxa Sánchez-Vicario de Santacana, motiva così la sua scelta: "Questi giocatori del Real Madrid e del Fútbol Club Barcelona simbolizzano i valori dell'amicizia e del cameratismo al di là della massima rivalità delle loro rispettive squadre. Il loro comportamento sportivo è un modello per i giovani. Entrambi hanno ottenuto i titoli più importanti con i loro Club e la Nazionale Spagnola, sono esempio di gioco pulito, ammirato da tutti. Insieme hanno dimostrato un atteggiamento conciliante, che ha limato le tradizionali differenze tra giocatori e tifosi. Iker e Xavi hanno una stretta amicizia da quando hanno vinto con la Nazionale il Mondiale under 20 di Nigeria, nel 1999, e il passare del tempo ha rafforzato la loro relazione al di là dei confronti e delle passioni".
Mah.
PS Mi ha fatto morire un commento appena letto su Twitter: "Iker e Xavi Premio Principe de Asturias, quello che ci mancava per la tristezza di Cristiano!"