lunedì 3 settembre 2012

La Sentío: tutto quello che non dovete perdervi alla Biennale del Flamenco 2012 di Siviglia

Inizia oggi a Siviglia la 17° Bienal del Flamenco, la manifestazione più importante e più prestigiosa del flamenco, che richiama nel capoluogo andaluso, ogni due anni, migliaia di appassionati da tutto il mondo. Per un mese, fino al 30 settembre, cantaores, bailaores, musicisti e artisti si danno appuntamento in teatri e tablaos per mostrare i loro ultimi spettacoli e per insegnare la loro arte nei numerosi corsi e laboratori che fanno da cornice alla Biennale.
Il programma della manifestazione, insieme a tutte le informazioni utili, lo trovate sul sito ufficiale della Biennale.
A raccontare spettacoli, atmosfere e luoghi di questa edizione della Bienal de Flamenco a Rotta a Sud Ovest è la Sentio, al secolo Irene Bazzini, la bailaora italiana che due anni fa ha ballato in Sonerías, lo spettacolo del gran Farruquito, il più atteso della Bienal del 2010. Per lei il primo grande risultato della sua giovane carriera e per la Bienal un momento storico, all'avere sul palcoscenico una bailaora straniera. Due anni dopo, ecco i suoi suggerimenti e le sue idee per seguire da vicino la Bienal 2012
- Due anni fa ti stavi preparando alla Bienal del Flamenco, per uno degli spettacoli più attesi della manifestazione, Sonerías di Farruquito. Che ricordi hai e come è cambiata la tua carriera da allora?
È stata una bella esperienza, piena di entusiasmo e di agitazione all'idea di ballare nel Teatro de la Maestranza insieme a Farruquito. E' stato un passo in più nel mio cammino, da cui ho imparato molto. Ho continuato a ballare, a investigare e a lavorare sia da sola, ho montato uno spettacolo mio, sia nel nuovo spettacolo di Farruquito, Baile Flamenco, che abbiamo portato in tour in Spagna e Sud America. È uno spettacolo di flamenco puro dove si gode della musica, del baile e del cante più spontaneo e improvvisato. È questa la linea che voglio seguire nel mio percorso...
- La Bienal di quest'anno come ti sembra?
Mi sembra che si presentino spettacoli interessanti. Certi nomi sono gli stessi di tutti gli anni mentre mancano nella programmazione altre figure importanti che dovrebbero avere uno spazio. Penso a Juana Amaya e Farruquito, due flamenchi por derecho, per diritto, come anche Pepe Torres, un bailaor di Morón de la Frontera che si merita di esser conosciuto dal grande pubblico.
- Quali spettacoli, mostre, bailaores, cantaores & C non perdere se si visita Siviglia in quei giorni?
Consiglio di andare a vedere Manuela Carrasco e La Farruca perché sono le flamenche più pure che rimangono oggigiorno. Sono portavoce di quello stile puro e selvaggio che si sta sempre più perdendo. La Moneta è una giovane bailaora molto flamenca, tradizionale e al contempo moderna, il futuro del flamenco. Così come Marco Flores... Miguel Lavi è uno dei cantaores che si sta aprendo un proprio cammino, mentre i fratelli Iglesias meritano di essere ascoltati tutti e tre insieme: sono 3 maestri della chitarra che accompagnano tutti i più grandi bailaores o cantaores, hanno una sensibilità e un virtuosismo che fa venire la pelle d'oca. Segnalo anche la mostra fotografica di Paco Sanchez, intitolata Bailaoras, in cui sarà esposta anche una mia foto
- Il flamenco lo immaginiamo nei tablaos o nei teatri, la Bienal lo propone anche in luoghi inaspettati come i chiostri dei conventi sivigliani, trasformati in centri culturali, nei parchi e nei giardini cittadini. E' un modo per avvicinarlo alla città, dicono gli organizzatori e per dialogare con Siviglia, ti piace l'idea?
È una bella idea per avvicinare il flamenco a tutti e per far capire che è sempre stato parte della città, dei suoi abitanti nella vita quotidiana. La dimensione originaria del flamenco è quella della calle, del quotidiano, solo più tardi è entrato nei teatri. Quindi mi sembra una bella cosa per recuperare la dimensione autentica del flamenco.
- A prescindere dal nome dell'artista e dello spettacolo, quale, tra gli scenari della Bienal di quest'anno, ti sembra il più suggestivo per vedere uno spettacolo di flamenco, magari perché ti risulta muy sevillano y muy flamenco di per sé?
L'hotel Triana, l'Alcázar, il convento de Santa Clara o il monasterio de la Cartuja sono spazi tipicamente sivigliani, suggestivi e dove gli spettacoli possono acquisire un fascino particolare.
- Ci sarà molto spazio anche per i giovani artisti: al Teatro dell'Alameda ci sarà il ciclo El flamenco que viene. Che impressione hai dei giovani cantaores e bailaores e, dunque, del flamenco que viene? qualcuno da segnalare e da seguire, a prescindere dalla Bienal?
Tutti i giovani che si presentano quest'anno al Teatro Alameda meritano di esser tenuti d'occhio. In particolare segnalo Hugo López, con cui sto lavorando nel tablao Cordobés di Barcellona, che ha un talento e una preparazione incredibile. E poi Paloma Fantova, che ha un sentido flamenco e una ritmica eccezionale, anche se a livello di espressione corporale può piacere o no.
- Siviglia durante la Bienal: gli indirizzi utili di locali, hotel, ristoranti, tablaos, per respirare l'atmosfera della Bienal e del flamenco e incontrare gli artisti?
A parte i tablaos di sempre come Los Gallos o El Arenal, che offrono uno spettacolo flamenco tradizionale, i veri punti di incontro della gente flamenca ultimamente sono i locali di calle Castellar, i Corralones dove si improvvisano juergas tutte le notti e si ritrovano artisti, aficionados, alunni, turisti.
- La Bienal e la crisi economica: com'è la situazione? Anche il flamenco è stato colpito?
Sì, penso sia stato colpito più che mai. Alla Bienal la selezione degli spettacoli presentati è stata inevitabilmente condizionata dalle ridotte possibilità economiche. A pochi giorni dall'inizio erano pochi gli spettacoli che avevano venduto quasi tutti i biglietti e sicuramente le vendite principali sono dovute alla gente che viene dall'estero per studiare, più che ai sivigliani. La crisi colpisce sempre l'arte e quest'anno si è notato più che mai nella mancanza di fondi e sovvenzioni per la produzione e diffusione degli spettacoli.