lunedì 22 ottobre 2012

Il look lussemburghese di Letizia Ortiz non convince. La strana storia del suo anello

Non c'è pace in patria per Letizia Ortiz, criticata anche per il look by Felipe Varela, con cui ha assistito al matrimonio del principe Guillaume del Lussemburgo con la Contessa Stephanie de Lannoy (news e foto di questo matrimonio nella sezione Famiglia Reale del Lussemburgo, su Rotta sul Gossip).
Va correcta, hanno dovuto ammettere un po' tutti. Perché cosa c'è da dire a un vestitino di linea dritta lilla indossato sotto un soprabito con applicazioni di guipur (un giorno imparerò tutta la terminologia della moda) di un tono leggermente più chiaro e un cappellino in paglia di Pablo y Mayaya? Io l'ho vista arrivare e l'ho trovata bellissima, una delle più belle ed eleganti invitate alle nozze lussemburghesi. E l'unico appunto che le muovo è che deve essere più decisa nei suoi movimenti: come già segnalato, nel percorso tra il minibus con cui è arrivata, insieme ad altri eredi al trono, e l'ingresso alla Cattedrale è stata un supplizio, perché dava il braccio al marito, si fermava davanti ai fotografi costringendolo pure Felipe a fermarsi, poi riprendeva a camminare e rimaneva indietro, per cercare di non lasciare da solo il principe Nirohito, che arrivava dopo di loro, facendo frenare anche il povero Felipe. Un supplizio vederla, così indecisa da creare una situazione imbarazzante e comica (risultato finale, lei e Felipe sono stati gli unici reali a non aver chinato il capo davanti alla bandiera lussemburghese in segno di omaggio).
Ma a essere bella era bella ed elegante idem. Però.
C'è sempre un però quando uno spagnolo parla di Letizia. E le critiche sono iniziate da subito: il cappello è troppo grande per la sua statura, il suo viso minuto e il suo corpo magrissimo. Sembra una seta, un fungo. Questa è la prima critica che le hanno mosso ovunque (persino nei forum monarchici in inglese). Sarà che è così difficile vederla con un cappellino, che mi è piaciuta comunque, perché sta davvero bene quando li indossa (a me è piaciuto anche quello, criticatissimo, indossato al matrimonio del principe William e Kate Middleton).
Ma non solo. Oggi le bordate sono andate direttamente al suo soprabito con queste applicazioni di guipur impreziosite anche da piccole perle (non so quanto fosse comodo stare seduta sentendo le perle sulla pelle, ma contenta lei). Carlos Garcia Calvo, giornalista chic&snob di El Mundo scrive: "L'unico difetto che le troviamo sono stati i materiali impiegati per il soprabito e il vestito. Le foglie del ricamo guipur del primo erano talmente grandi che sembravano di una strana pianta carnivora, come ho già detto su Twitter, e a Pablo y Mayaya, i simpatici cappellai di Valladolid, bisognerebbe spiegare che meno è di più (lo slogan spagnolo utilizzato per esaltare il minimal chic). La paglia è per l'estate, le piume per l'inverno, e anche se siamo in una stagione in cui vale tutto, non conviene esagerare, aggiungendo tulle e pietre".
Però, siccome Letizia è da criticare qualunque cosa faccia, ecco che si critica persino la scelta dei cappellai a Valladolid, a un'ora scarsa da Madrid: "Nessuno capisce perché la principessa vada fino a Valladolid a prendere un cappello, sapendo di oltre una dozzina di meravigliose cappellerie a Madrid" aggiunge, per dimostrarsi solidale con chi patisce la crisi economica. Perché, anche se non lo scrive chiaramente, è ovvio che la deduzione che voleva farci fare era "con la crisi, invece di risparmiare e starsene a Madrid, va fino a Valladolid?". Il che inizia a essere un populismo davvero stucchevole, che spingerà i cappellai di Valladolid a ringraziare chi chiede alla Principessa di muoversi solo a Madrid, applicando una discriminazione territoriale alle eccellenze del resto della Spagna, che lei potrebbe promuovere perché, sorry, chicos, c'è-la-crisi-mi-rimanete-fuorimano-altrimenti-non-arrivo-a-fine-mese.
Ieri la Casa Granducale lusemburghese ci ha fatto sapere che per le donne della Famiglia Granducale sono arrivati parrucchieri e truccatori da Parigi, idem per le ospiti più importanti delle nozze e nessuno ha fatto uno scandalo. Vivono ad altri livelli, hanno altre responsabilità sociali, hanno un appannaggio e se lo devono poter spendere come credono. Se oltre all'appannaggio richiedessero un contributo extra per spese stile Maria Antonietta, ok, ma che si cerchi di far passare il concetto, io lo pago e deve comportarsi come dico io, no, è davvero scandaloso. Si pagano gli stipendi anche a professori, dottori e magistrati, anche loro funzionari pubblici, e nessuno si sognerebbe di chiedere spiegazioni su come usano i soldi delle nostre tasse, con cui vengono pagati. Se li guadagnano e sono affari loro come se li vogliono spendere. Sempre senza dimenticare che la Principessa delle Asturie è la miglior ambasciatrice della moda spagnola e deve poter promuovere i prodotti dell'intero Paese, non solo della capitale. La Monarchia spagnola deve passare anche attraverso questi articoli.
E non è ancora finita, in Spagna esce in questi giorni il libro Urdangarín, un conseguidor en la corte del Rey, scritto dai giornalisti Esteban Urraiztieta e Eduardo Inda, per raccontare come Iñaki Urdangarin si sia arricchito a costo dello Stato spagnolo e abbia tentato di evadere le tasse spostando il denaro captato all'estero. Nel libro si racconta anche come l'anello di fidanzamento di Letizia Ortiz sia stato pagato dall'Instituto Nóos, con cui Urdangarín captava il denaro pubblico. Stavolta, però, Letizia non c'entra. Meno male.
Dal web, ancora una foto di Felipe e Letizia a Lussemburgo.