domenica 9 dicembre 2012

La Colombia è prossima all'approvazione del matrimonio omosessuale

La Colombia sta vivendo giornate storiche per il riconoscimento del diritto al matrimonio degli omosessuali. Con 10 voti a favore e 5 contrari, il Congresso della Repubblica ha approvato un progetto di legge che permette il matrimonio tra le persone dello stesso sesso. Saranno necessari altri tre dibattiti per trasformare il progetto in legge, cosa che dovrà avvenire comunque entro il 20 giugno 2013, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale.
L'introduzione del matrimonio omosessuale nella legislazione della Colombia avviene infatti dopo una sentenza della Corte Costituzionale del 2011, che invitava il Congresso a legiferare entro due anni, altrimenti "le coppie dello stesso sesso potranno ricorrere a un notaio per legalizzare la loro unione e, con la stessa solennità del matrimonio eterosessuale, potranno stabilire un vincolo, con conseguenze simili a quelle di un'unione eterosessuale". La sentenza della Corte Costituzionale, due anni fa, è stata unanime, con i voti favorevoli di tutti e nove i magistrati che la compongono.
Al Congresso della Repubblica le cose sono un po' più complicate. Il progetto di legge, promosso dal senatore Armando Benedetti, della U, il partito del presidente Juan Manuel Santos, intende riformare gli articoli del Codice Civile che fanno riferimento al matrimonio e che attualmente lo prevedono come "contratto solenne che unisce un uomo e una donna con il fine di vivere insieme, procreare e sostenersi mutuamente"; con la nuova legge il matrimonio diventerebbe "un contratto solenne con cui due persone formano una comunità di vita permanente e singolare, al fine di convivere e sostenersi mutuamente". Con questa nuova definizione è evidente che viene ammesso nel codice Civile anche il matrimonio omosessuale e viene tolta la procreazione come fine dell'unione tra due persone (se il fine del matrimonio è la procreazione, che senso hanno le nozze tra over 60, per esempio?).
Il progetto di legge è stato salutato con entusiasmo dalla comunità LGTB colombiana e dai progressisti, è stato accettato come "una necessità" dai moderati perché "la legislazione deve mettersi al passo con i tempi" ed è fieramente osteggiato dai più conservatori, guidati naturalmente dalla Chiesa Cattolica, secondo la quale l'approvazione del matrimonio per gli omosessuali "mina l'idea di matrimonio e le basi della società". Qualche settimana fa il senatore conservatore Roberto Gerlein aveva suscitato grandi polemiche al sostenere che il matrimonio omosessuale fosse inaccettabile perché il sesso tra due uomini "è un orrore", "è un sesso sporco, schifoso, escrementizio e, perdonate, ma non posso diventare portavoce di questo tipo di unioni, con questo tipo di eccessi".
Secondo un altro oppositore, il senatore del PIN Edgar Espíndola, "la Colombia non può permettersi di introdurre questo tipo di modello legato al modernismo, perché aprirebbe il cammino, come succede in altre parti del mondo, ad attività come la necrofilia e la pedofilia". E dopo aver affermato il proprio rispetto per gli omosessuali e per la possibilità che le persone possano fare quello che vogliono con il proprio corpo, ha insistito sulla necessità di "difendere la famiglia all'interno del diritto naturale".
Il dibattito in Colombia è intenso, come buona parte dei paesi latinoamericani, legati a una visione machista della società, ci sono ancora molti pregiudizi e molti stereotipi sui gay; negli ultimi anni le telenovelas, il principale veicolo culturale del Paese (come in tutta Latinoamérica) hanno introdotto personaggi omosessuali credibili, non più macchiette di contorno dei protagonisti, ma con storie proprie, che illustrano le difficoltà della discriminazione e del pregiudizio. Ma il cammino è ancora lungo se la stessa comunità LGTB teme che la maggioranza della popolazione non vedrà di buon occhio il riconoscimento del loro matrimonio.
E però, che la Colombia sia entro il prossimo anno il secondo Paese sudamericano a riconoscere il matrimonio egualitario, dopo l'Argentina, che lo ha introdotto nella propria legislazione due anni fa, è un grande passo avanti anche per la lotta contro il pregiudizio e contro l'intolleranza.