lunedì 14 gennaio 2013

ABC: la crisi economica spagnola sta frenando, ecco i segnali

Anche se nessuno potrebbe giurarci, visti i 6 milioni di disoccupati e il turn-over dei negozi nelle strade cittadine (continuo a regolarmi guardando quante saracinesche abbassate ci sono nel centro storico di Siviglia o di Madrid), secondo l'ABC di questa mattina, ci sono i primi timidi segnali se non della ripresa economica, almeno della frenata della crisi. Siamo davanti ai brotes verdes in salsa conservatrice? Un paio di anni fa, prima delle elezioni, il Governo di José Luis Rodriguez Zapatero aveva cercato di seminare ottimismo parlando di brotes verdes, boccioli verdi, che indicavano la fine del tunnel. In realtà brotes verdes non ce n'erano e l'economia spagnola ha continuato il suo calvario, che dura finora (nessuno osa parlare di una ripresa prima del 2014).
Però l'ABC vede 12 segnali della frenata della crisi e non si sa se sono reali o se vogliono essere un aiuto a Mariano Rajoy, protagonista (e vittima), ieri, di un sondaggio devastante, pubblicato su El Pais, che lo considera il presidente meno apprezzato della democracia (sì, meno di Zapatero e dopo un solo anno di governo). Vediamo allora questi 12 segnali, augurando di tutto cuore alla Spagna che siano davvero indicazione della luce, alla fine del tunnel.
1 Caduta dello spread
Questa settimana lo spread è sceso intorno ai 330 punti, il minimo negli ultimi dieci mesi e lontano dai massimi che, la scorsa estate, arrivati a 638 punti, avevano precipitato il Pese sull'orlo del rescate, l'intervento della UE.
2 Fine della fuga di capitali
Negli ultimi mesi gli investimenti netti nel conto della bilancia dei pagamenti hanno raggiunto i 30,9 miliardi di euro a settembre e gli oltre 12 miliardi a ottobre, mettendo così fine a 14 mesi consecutivi di fuga di capitali.
3 Esportazioni
Dal 2010 le esportazioni ammortizzano gli effetti della crisi economica su attività e impiego. Nel terzo trimestre 2012 le esportazioni sono cresciute del 2,5% su base interannuale, mentre nell'interno 2010l'aumento è stato dell'11,3%.
4 Debito pubblico
Il miglioramento della situazione è stato sentito in particolar modo dalle imprese, che sono riuscite a collocar debito sul mercato, a prezzi a volte inferiori di quelli pagati dal Tesoro per collocare i propri bond; tra le imprese ci sono Telefónica, Gas Natural Fenosa, Popular, Caixabank.
5 Multinazionali in Spagna
La flessibilità del mercato del lavoro ha fatto sì che vari gruppi automobilistici abbiano chiuso contratti in Spagna: Ford ha trasferito alcune produzioni dal Belgio a Valencia, Renault ha preferito la Spagna alla stessa Francia e Citroën ha intensificato le attività già presenti nel Paese
6 Turismo
Il vero motore dell'economia spagnola in questi anni di crisi, non ha tradito e tra gennaio e novembre 2012 sono arrivati 55,1 milioni di turisti, il 2,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. La Catalogna è la regione che riceve più turisti.
7 Stabilizzazione delle imprese
Si sono stabilizzati gli EPS, cioè i benefici per azione delle imprese; è un risultato che si nota da agosto e che segna un freno alla caduta, che durava sin da aprile 2009.
8 Solventi, ma senza liquidità
La Spagna è un Paese solvente, ma senza liquidità, dato che l'80% della ricchezza delle famiglie si trova nel settore immobiliare, cioè in beni che non si possono esportare, né comprare o vendere in questo momento, vista la situazione di crisi.
9 Sistema finanziario sano
Il sistema finanziario è stato risanato a un prezzo altissimo, con la riduzione da 50 a 15 banche, e il rischio di mancanza di liquidità si è ridotto enormemente. Un ruolo chiave l'ha avuto la BCE, che ha dato alle banche spagnole finanziamenti e tempi sufficienti per l'accumulo di capitali.
10 Meno deficit fiscale e strutturale
La riduzione del deficit strutturale da qui al 2014 dovrebbe arrivare al 6% del PIL, secondo le previsioni del Governo, grazie ai suoi piani di riforme strutturali.
11 Ritorno del risparmio
Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica, dal 2010 il settore privato ha risparmiato il 4% del PIL; le famiglie sono quelle che riescono a risparmiare di più, con una media di risparmio equivalente al 2% del PIL
12 Forza del lavoro meno cara
I lavoratori spagnoli costano il 30% in meno della media europea, con una media di 20 euro per ora lavorata, contro i 33 dei tedeschi. Ma la produttività è il 10% minore rispetto all'Eurozona.