Santa Maria la Blanca è una delle chiese di Siviglia che non
ho mai avuto il piacere di visitare. Perché, tra i tanti misteri irrisolti
della città, c'è anche l'orario di apertura delle sue chiese. In mattinata è
difficile capire a che ora aprano; al pomeriggio sono
teoricamente chiuse la maggior parte del tempo e aprono solo in serata, quando
gli orari torinesi spingono ad altri appuntamenti (la conciliazione degli orari
spagnoli e quelli torinesi è sempre complessa); e non parliamo dei giorni in cui aprono, che sembrano essere sempre un po' casuali.
Così un consiglio spassionato ai turisti che si accingono a visitare Siviglia nell'imminente primavera: se vedete una chiesa aperta, catapultatevi dentro, non è detto che lo sia in altra occasione. Mi è capitato di vedere al volo autentici gioiellini nel barocco sivigliano come la chiesa di Santa Cruz, trovata misteriosamente aperta in un pomeriggio non ancora avviato verso la serata, e la chiesa del Señor de San José, dai magnifici azulejos, trovata un pomeriggio girovagando a caso dietro la Giralda; E' aperta!, mi aveva detto con sguardo sornione e complice un anziano seduto nel piccolo e fresco porticato.
Con Santa Maria la Blanca non ho mai avuto questa fortuna. Eppure la via in cui sorge è una delle mie predilette, laddove il quartiere di Santa Cruz incrocia i Giardini dell'Alcázar e ci sono bar e ristoranti con i tavolini all'aperto anche a gennaio e turisti nordici pronti a una cerveza a qualunque ora.
La chiesa è tornata d'attualità in questi giorni perché, dopo due anni di restauri, è stata riaperta al culto ed è dunque meta inevitabile di visite di sivigliani e turisti (sempre orari permettendo). E' una delle chiese più significative di Siviglia, dato che cavalca l'intera storia cittadina: fu prima chiesa visigota, quindi moschea, poi sinagoga e, infine, dal XVII secolo, di nuovo chiesa, questa volta del magnifico barocco sivigliano. "Una mescola altamente suggestiva e praticamente unica in Europa, che sorprenderà solo chi non conosce il ricco substrato culturale di Siviglia" commentava qualche giorno fa El correo de Andalucia.
I restauri hanno messo in sicurezza dopo i danni causati dal tempo: le coperture sono state cambiate, le travi in legno sono state sosttuite da altre metalliche, le pareti sono state ripulite e fornite di difese contro l'umidità, gli impianti dei servizi, elettrici in primis, sono stati adeguati. Rimangono da restaurare gli stucchi e i dipinti (la chiesa conserva alcuni quadri di Murillo).
Proprio perché i restauri non sono ancora stati completati, quest'apertura di Santa Maria la Blanca, che deve il suo nome a una storica nevicata su Roma nei giorni della sua consacrazione, è provvisoria. Dunque, se sarete a Siviglia in primavera, cercate di indovinare gli orari di apertura.
Le foto, da elcorreoweb.com
Così un consiglio spassionato ai turisti che si accingono a visitare Siviglia nell'imminente primavera: se vedete una chiesa aperta, catapultatevi dentro, non è detto che lo sia in altra occasione. Mi è capitato di vedere al volo autentici gioiellini nel barocco sivigliano come la chiesa di Santa Cruz, trovata misteriosamente aperta in un pomeriggio non ancora avviato verso la serata, e la chiesa del Señor de San José, dai magnifici azulejos, trovata un pomeriggio girovagando a caso dietro la Giralda; E' aperta!, mi aveva detto con sguardo sornione e complice un anziano seduto nel piccolo e fresco porticato.
Con Santa Maria la Blanca non ho mai avuto questa fortuna. Eppure la via in cui sorge è una delle mie predilette, laddove il quartiere di Santa Cruz incrocia i Giardini dell'Alcázar e ci sono bar e ristoranti con i tavolini all'aperto anche a gennaio e turisti nordici pronti a una cerveza a qualunque ora.
La chiesa è tornata d'attualità in questi giorni perché, dopo due anni di restauri, è stata riaperta al culto ed è dunque meta inevitabile di visite di sivigliani e turisti (sempre orari permettendo). E' una delle chiese più significative di Siviglia, dato che cavalca l'intera storia cittadina: fu prima chiesa visigota, quindi moschea, poi sinagoga e, infine, dal XVII secolo, di nuovo chiesa, questa volta del magnifico barocco sivigliano. "Una mescola altamente suggestiva e praticamente unica in Europa, che sorprenderà solo chi non conosce il ricco substrato culturale di Siviglia" commentava qualche giorno fa El correo de Andalucia.
I restauri hanno messo in sicurezza dopo i danni causati dal tempo: le coperture sono state cambiate, le travi in legno sono state sosttuite da altre metalliche, le pareti sono state ripulite e fornite di difese contro l'umidità, gli impianti dei servizi, elettrici in primis, sono stati adeguati. Rimangono da restaurare gli stucchi e i dipinti (la chiesa conserva alcuni quadri di Murillo).
Proprio perché i restauri non sono ancora stati completati, quest'apertura di Santa Maria la Blanca, che deve il suo nome a una storica nevicata su Roma nei giorni della sua consacrazione, è provvisoria. Dunque, se sarete a Siviglia in primavera, cercate di indovinare gli orari di apertura.
Le foto, da elcorreoweb.com