domenica 20 gennaio 2013

Spagna attenta, senza reazione alla crisi potrebbe arrivare un Berlusconi

Il quadro è desolante, da fine regime: "La monarchia infangata e ricattata, il sistema dei partiti scoperto marcio dalle rivelazioni quotidiane, l'amnistia totale ai frodatori, l'ex presidente di Confindustria in carcere, le porte girevoli impazzite, lo smantellamento della cosa pubblica per far arricchire gli amici, le banche nazionalizzate o salvate dall'Europa, il modello produttivo finito e senza ricambio, l'impoverimento di un numero sempre maggiore di cittadini, i lavoratori saccheggiati, la disintegrazione istituzionale e territoriale...".
E' un quadro fosco e pessimista, ma credeteci: ci sono giorni in cui non bisogna essere spagnoli per vedere la Spagna così come la descrive questo articolo di Isaac Rosa su Zona Critica, di eldiario.es. L'ultimo scandalo di corruzione, che coinvolge l'ex tesoriere del PP, con conti in Svizzera per oltre 22 milioni di euro, e i vertici del PP, che ricevevano ulteriori stipendi in nero dai 5mila ai 15mila euro mensili, oltre a quelli ufficiali, ha choccato il Paese, già messo a dura prova da scandali precedenti, che hanno dimostrato la totale inadeguatezza sia per mancanza di etica che di competenza della classe dirigente.
Ma quello che colpisce è che la preoccupazione dell'autore per l'assenza di una reazione rapida dei cittadini davanti a tanto sfacelo, lo porta a pensare all'Italia degli anni 90, perché, se la società non si prepara al più presto a un cambio, si aprono due possibili scenari: "una ricostruzione all'interno dello stesso sistema (un'altra transición), affinché tutto cambi perché tutto continui uguale o la sua sostituzione per qualcosa di addirittura peggiore". Per questo Rosa scrive: "In questi giorni penso spesso all'Italia, a Tangentopoli che all'inizio degli anni 90 coinvolse ministri, deputati, partiti e imprenditori e che spazzò via il PSI e la DC. Come qui, anche lì la corruzione aveva raggiunto una tale intensità che il sistema cadde per il marciume. Ma cosa venne dopo? Berlusconi, che non era solo la stessa cosa: era pure peggio. E vent'anni dopo l'Italia continua a essere marcata dalla corruzione politica e dalla mafia, che spesso sono la stessa cosa".
E in un pomeriggio invernale, con le elezioni alle porte e certi connazionali impresentabili e indefinibili che pensano di tornare a votare per Berlusconi, uno che è stato pure peggio di PSI e DC, sono parole che mettono tristezza, per la loro tragica verità. Che pena condividere la patria con chi è così privo di lucidità, etica e intelligenza da dimenticare questi vent'anni perduti, per dare la colpa di tanta desolazione a Mario Monti, ripetendo un disco rotto che solo gli idioti possono tornare ad ascoltare (del resto, lui l'ha sempre detto: il pubblico è come un bambino di 12 anni, neanche troppo intelligente. I suoi elettori non sono cosa molto diversa).