martedì 5 febbraio 2013

Hollande ha chiesto la consulenza di Zapatero sulla legge per il matrimonio omosessuale

Di tutti i presidenti del Governo spagnoli, José Luis Rodriguez Zapatero è risultato essere il più sobrio, il più discreto e il più coerente. Finita l'esperienza alla Moncloa, è letteralmente sparito di scena, non siede in alcun Consiglio d'Amministrazione, evitando così i dubbi che ci siano stati interessi occulti nella sua azione di Governo (non si contano i CdA in cui siedono Felipe González e José Maria Aznar), non rilascia interviste se non molto raramente (a memoria ne ricordo due in un anno) e mai per parlare male del suo successore, Mariano Rajoy (non si contano le interviste o gli interventi in cui Felipe González e José Maria Aznar criticano pesantemente i loro successori).
Un giorno, superata la crisi economica di questi anni, il suo Paese saprà anche mettere nella giusta prospettiva il suo Governo e renderà giustizia agli enormi progressi fatti in materia di diritti individuali grazie alla sua azione, al suo orgoglio e al suo coraggio.
Attualmente, è evidente a chiunque frequenti la Spagna, Zapatero è molto più amato all'estero che in patria e la sua esperienza di Governo è addirittura fonte di ispirazione per la sinistra europea (tranquilli, non quella italiana, ci mancherebbe; la nostra aspetta il permesso dei preti, per pensare).
eldiario.es rivela oggi che François Hollande si è avvalso della consulenza dell'ex presidente spagnolo per scrivere il testo della Legge sul Matrimonio Omosessuale, attualmente in discussione nel Parlamento francese. "Il primo contatto tra Hollande e Zapatero si è prodotto dopo l'estate del 2012" scrive il quotidiano online "E' stato attraverso una chiamata telefonica tra il presidente francese e l'ex presidente spagnolo. Secondo fonti che conoscono il contenuto della conversazione, Hollande voleva sapere dalla fonte come si era sviluppato in Spagna il processo di scrittura della Legge del matrimonio Omosessuale". Durante la telefonata, il presidente francese ha anche invitato lo spagnolo a raggiungerlo a Parigi, "per uno scambio di idee che permettesse di prendere nota del modello spagnolo nello sviluppo della sua legge".
Poi un mese fa Zapatero ha ricevuto un'altra telefonata dalla Francia, dal Ministro della Giustizia Christiane Taubira, che lo ha invitato a raggiungerla a Parigi per discutere ancora sulla Legge per il Matrimonio Omosessuale. Pochi giorni dopo Zapatero e Taubira erano a pranzo insieme e, scrive ancora eldiario.es, "il principale contributo dell'ex presidente spagnolo alla legge francese è stato la proposta di semplificare la misura. Zapatero ha raccomandato al Ministro della Giustizia di non aprire dibattiti concreti sulle conseguenze delle unioni tra persone dello stesso sesso". Per il presidente spagnolo "la gente non discute se l'adozione è riconosciuta per padri o madri single, però sì lo fa nel caso delle coppie omosessuali". Per questo, seguendo il suo consiglio, il Governo francese ha "incentrato il dibattito sui diritti che si generano dopo le nozze tra persone dello stesso sesso e ha centrato la sua proposta sul concetto che tutti sono uguali davanti alla legge e che, indipendentemente dal sesso degli integranti, i membri di un matrimonio hanno gli stessi diritti".
All'inizio, rivela eldiario.es, il progetto di legge si chiamava Legge del Matrimonio e dell'Adozione, ma dopo i consigli di Zapatero è diventato solo legge del matrimonio.
L'ex presidente spagnolo ha anche raccomandato ai socialisti fancesi di "cercare la complicità di gente importante per i cittadini nella sua campagna di appoggio alla misura". Per questo Hollande ha iniziato a farsi vedere con personalità che sono a favore del matrimonio omosessuale, per riconoscere implicitamente che le coppie omosessuali meritano gli stessi diritti delle coppie etero.
Zapatero è stato poi invitato a partecipare a programmi televisivi, in cui spiegare l'esperienza spagnola sull'argomento e il successo con cui il matrimonio omosex è stato accolto in Spagna; è stato invitato anche a partecipare alla grande manifestazione in favore della legge organizzata a Parigi qualche giorno fa. Ma in entrambi i casi il leader spagnolo, temendo che la sua presenza fosse vista come un'ingerenza, ha detto no; ha solo scritto un articolo, pubblicato da Le Monde a dicembre, intitolato Grazie al matrimonio per tutti la Repubblica francese sarà più repubblicana (potete leggerlo, in francese, su lemonde.fr).
Due consderazioni, da italiana. La Spagna, che pure si trova a vivere una tormenta economica di cui è ancora difficile vedere la fine, è considerata, per i progressi sociali fatti nelle scorse legislature socialiste, un modello da seguire. E' un modello per i progressi sociali compiuti. Nelle scorse legislature l'Italia era alle prese con i deliri berlusconiani che l'hanno portata a essere, secondo l'OCSE, il Paese con la peggiore produttività e la peggiore competitività tra i membri dell'organizzazione, nel quinquennio 2001-2006; non parliamo poi della regressione compiuta in campo sociale, con le leggi contro la fecondazione assistita, che stanno facendo la fortuna delle cliniche spagnole, con il rifiuto di leggi di tutela delle coppie di fatto, etero e omosessuali. Arriverà il giorno in cui una grande potenza europea guarderà all'Italia come modello per qualche legge di progresso sociale e di inclusione dei diritti? La risposta non è nel vento, ma nelle mani di chi vota.