C'è un rapporto di Morgan Stanley che sta suscitando una certa attenzione da
parte dei media spagnoli, perché ipotizza che la Spagna possa essere la
prossima Germania per l'Unione Europea. No, non nel senso che Madrid si
trasformerà nella Berlino del sud, come potenza economica della UE: le mancano
il modello economico e la solidità sociale per farlo. Ma nel senso che il Paese
potrebbe diventare una potenza esportatrice di riferimento per la UE.
Il peggio, per la Spagna sembra essere ormai passato. Gli osservatori
internazionali sembrano fidarsi di più della solidità delle banche spagnole e
Morgan Stanely sostiene che la riduzione dei costi del lavoro, in parte per la
crisi economica e in parte per le riforme del Governo (che per ora hanno portato
i disoccupati alla cifra nient'affatto invidiabile di 6 milioni di persone), fa
sì che il Paese possa essere uno dei più interessanti esportatori europei.
Ma è davvero possibile che la Spagna diventi una potenza esportatrice europea?
Che il peggio sia ormai passato lo sostiene da tempo il Governo, secondo il
quale la ripresa dovrebbe arrivare nel 2014; uno dei quotidiani affini, ABC,
aveva pubblicato un paio di mesi fa le 15 ragioni per credere che la crisi economica sia in frenata. Certo, se c'è un'inversione di tendenza, è a
livello macroeconomico e gli effetti tarderanno ad arrivare alla gente comune
almeno un paio d'anni.
Però i media spagnoli, più della gente de la calle, molto più desencantada
e indignada, ci credono e cercano i parallelismi con l'economia tedesca,
con molto realismo, considerando che il tasso di disoccupazione tedesco è del
6,8% e quello spagnolo è del 26,02%. Percentuali così distanti che
evidentemente condizionano pesantemente l'andamento delle due economie (si pensi
solo alla spesa sociale che rappresentano i sussidi alle persone che non hanno
un lavoro).
I dati del momento non sono confortanti per la Spagna, se paragonati con quelli
tedeschi. Nell'ultimo trimestre del 2012, l'economia tedesca si è ridotta dello
0,6%, quella spagnola dello 0,7%; nel 2012 l'attività tedesca è cresciuta
dello 0,7%, quella spagnola è scesa dell'1,37%. Le esportazioni, la vera
ragione del confronto, danno alla Germania un surplus di 188 miliardi di euro,
la Spagna ha un deficit dello 0,5% . Ma sono numeri che vanno analizzati considerando le tendenze in corso. Le esportazioni spagnole sono in crescita, grazie all'abbattimento del costo del lavoro; secondo la Banca di Spagna, se continuano le
tendenze in corso, alla fine dell'anno dovrebbe esserci un surplus del 2%; il tasso di crescita è dell'87%, il migliore dal 1972 (la Germania ha un tasso del 115%).
Certo, il controllo del deficit, ancora al 6,3% e ben lontano dal 3% richiesto
da Bruxelles, e, soprattutto, il tasso di disoccupazione, che è il grande
problema dell'economia spagnola, rendono ancora difficile ogni paragone con la
Germania.