L'eterno quesito dell'America del Sud, se è giusto che i generali e i complici dei loro
crimini rimangano impuniti nel nome di un superiore interesse della democrazia per la pace
sociale e la costruzione del futuro, torna d'attualità nell'Uruguay, chiamato al voto
domenica prossima.
La Corte Suprema di Giustizia ha dichiarato ieri incostituzionale la Ley de Caducidad, che
ha garantito l'impunità a chi si è macchiato di crimini contro i diritti umani negli
undici anni di dittatura, dal 1973 al 1984. La dichiarazione di incostituzionalità
facilita anche il cammino del referendum che chiede l'annullamento della legge e che
dovrà essere votato il 25 ottobre, insieme al nuovo presidente. Il referendum è stato
convocato dopo che una raccolta di 300mila firme ha cercato di annullarlo; secondo i
sondaggi il 47% degli uruguayani intende annullare la Ley de Caducidad, il 34% intende
mantenerla e il 18% è indeciso. E' proprio quel 18% che, vista la dichiarazione di
incostituzionalità, potrebbe adesso propendere per il sì e aprire così la strada alla
caduta della legge e all'avvio delle indagini sulle migliaia di casi di violazione dei
diritti umani avvenuti durante la dittatura.
Per appoggiare il sì al referendum, ieri, a Montevideo, hanno marciato in migliaia, dalla
Plaza de la Libertad fino all'Obelisco, dove la manifestazione è stata conclusa da un
discorso dello scrittore Eduardo Galeano, autore di Las venas abiertas de América
Latina, il libro regalato a Hugo Chávez a Barack Obama. Il colore del corteo
era il rosa, lo stesso della scheda che verrà utilizzata per votare il referendum. Per
chi ha convocato il referendum, la Coordinadora por la Nulidad de la Ley de Caducidad, il
suo risultato è quasi più importante della dichiarazione di incostituzionalità della
Corte Suprema. Per Macarena Gelman, nipote del poeta argentino Juan Gelman e vittima della
repressione della dittatura uruguayana, "oltre alla dichiarazione di
incostituzionalità, è fondamentale l'espressione del popolo uruguayano a favore della
cancellazione della legge". D'accordo con lei l'associazione dei Figli dei Detenuti
Scomparsi, che ha affermato come il sì al referendum implichi non solo un cambio
politico, ma soprattutto culturale.
Il referendum è sostenuto dal Frente Amplio, adesso al governo, e divide l'opposizione
tra chi favorevole, chi è contrario e chi lascia libertà di voto. L'assenza di una
posizione comune nell'opposizione, nonostante le critiche per la scelta dei tempi per il
referendum, in coincidenza con le elezioni presidenziali, dovrebbe facilitare la vittoria
del sì. Ma la Coordinadora non si fida e il quotidiano El Pais di Montevideo scrive: "Domenica i
promotori del referendum divideranno Montevideo in 18 zone, che saranno costantemente
percorse da un minimo di 5 delegati ognuna per verificare che in tutti i seggi elettorali
ci siano le schede rosa. Allo stesso tempo membri dei sindacati che sostengono
l'annullamento rimarranno nei pressi dei locali elettorali per consegnare le schede a chi
le chiede. Carlos Coitiño, membro della Coordinadora, ha detto a El Pais che lo
stesso meccanismo studiato per Montevideo verrà realizzato in tutto il Paese. Ha detto
che la pubblicità sui mezzi di comunicazione, in favore dell'annullamento, si estenderà
fino al limite. La pubblicità elettorale dovrà terminare venerdì a mezzanotte.
"Non abbiamo il minimo dubbio che vinceremo" ha detto Coitiño. Ha ammesso che
la campagna a favore dell'annullamento della Ley de Caducidad si è svolta in modo
indipendente da quella della formula presidenziale del Frente Amplio, l'unico partito che
sta sostenendo il sì, secondo la decisione del congresso della coalizione di dicembre del
2008, in favore dell'appoggio del referendum".
Dal web ispanico, un paio di foto dalla manifestazione di ieri, a Montevideo.