Il Venezuela sta affrontando il dopo-Chávez tra pesanti accuse di manipolazione
che Governo e opposizione si lanciano,
nel tentativo di assicurarsi la vittoria alle elezioni presidenziali di aprile,
indette dopo la morte del presidente Hugo Chávez.
Mentre il presidente ad interim Nicolás Maduro lancia l'idea di un'indagine,
per stabilire se il cancro fu inoculato a Chávez e, pertanto, se la sua morte
sia stata in realtà un assassinio, Henrique Capriles Radonski, di nuovo
candidato dell'opposizione riunita, lancia il sospetto che Chávez non sia in
realtà morto quando sostiene il Governo e che i suoi ultimi giorni siano stati
manipolati in modo da essere utilizzati nel mondo più favorevole nell'imminente
campagna elettorale.
Stanca di tanta guerra sul corpo di suo padre, Maria Gabriela Chávez ha scritto
una lettera aperta, pubblicata da Twitter (le ha già risposto Capriles, sempre attraverso Twitter: "In questi anni non ho mai offeso il Presidente o la
sua famiglia, se qualche parole si è capita così, chiedo scusa"). La
lettera in italiano:
"Non mi sono mai lasciata coinvolgere direttamente in questioni politiche, ma in
questi momenti così delicati e vitali per me e per il popolo, mi vedo nella
necessità di alzare la mia voce contro chi vuole giocare con il dolore della
mia famiglia, il dolore del mio popolo e, soprattutto, con la memoria del
gigante di mio padre.
E' semplicemente inconcepibile pensare che una famiglia intera, figli,
fratelli, nipoti, genitori si sia potuta prestare a una simile bugia.
Dal mese di dicembre, i miei fratelli, i miei zii, i miei nonni, i miei
nipotini e io non ci siamo stancati, ogni giorno, di dare amore a questa persona, che l'unica cosa che ci ha dato per tutta la vita è stato questo: Amore. E in
nessun momento abbiamo smesso di pregare il cielo per il miracolo di vedere
papà sano, forte e in piedi.
Venerdì 1 marzo sono stata con lui, pregando. Poi sono scesa alla messa
d'inaugurazione della Cappella dell'Hospital Miilitar e dopo sono tornata a
vederlo con il ministro Jorge Arreaza, che ha amato come un altro figlio, e,
anche se si sentiva stanco, ha dato istruzioni di governo e ha chiesto
informazioni sulla situazione del Paese.
Non è giusto, non è umano, non è accettabile che adesso pretendano dire che
abbiamo mentito sulla data della sua morte.
Venezuela, con tutta la responsabilità del mondo, con tutta la sincerità dell'anima
distrutta di una figlia che ha amato e ama suo padre infinitamente, ti dico che
il mio gigante è morto lottando ed è morto nella sua patria il 5 marzo 2013,
esattamente una settimana prima del mio compleanno. Non giocate più con il
dolore di un popolo e di una famiglia devastata, davanti a questa dura realtà.
Infine, ai signorid ell'opposizione malata, in particolare al signor Capriles,
dico quanto segue: Si è sempre detto che la politica sia sporca. Signori, per
il bene della patria, vi esorto a fare politica e a non essere così sporchi.
Grazie"