Sono foto in bianco e nero, piuttosto sinistre, che riportano al dopo-guerra di
Barcellona, quando la città, conquistata dai franchisti dopo una strenua
resistenza, si trovò a vivere la vita quotidiana sotto il nuovo regime, alleato
del nazismo tedesco e del fascismo italiano.
La mostra che le espone è intitolata Barcelona en posguerra, 1939-1945 ed è ospitata
dall'Arxiu Fotogràfic de Barcelona (Archivio Fotografico di Barcellona) nella
sua sede, in plaça Pons i Clerch 2, fino al 28 settembre 2013 (ingresso
gratuito, aperta da lunedì a sabato, eccetto festivi, dalle 10 alle 19). Sono
immagini che offrono una sorta di viaggio nella vita quotidiana barcellonese
dell'epoca: il nuovo calendario festivo e religioso, le visite ufficiali dei
dirigenti del regime e dei regimi amici di Germania e Italia (ci sono anche le
immagini di una visita di Galeazzo Ciano). Un invito a riflettere sulla
repressione seguita alla Guerra Civile, sia dal punto di vista politico che
religioso. Sono immagini sinistre, che in qualche modo mettono paura, per il
tentativo di controllo che le dittature cercano sempre di esercitare attraverso
le manifestazioni pubbliche: le grandi adunate religiose, i saluti romani, i
volontari in partenza per la guerra che stava insanguinando l'Europa, le donne con le mantillas, in questo caso simbolo e segno
di repressione religiosa, le operaie al lavoro. Uno le vede e pensa nunca más,
mai più. E spera che sia davvero così, in questa Europa che fatica a
ritrovarsi e a innamorarsi di se stessa e dei valori, nati proprio dal disastro
raccontato da queste immagini.
La mostra è la prima, tra quelle previste da contorno a una grande esposizione
centrale, che, nel 2014, nel Castillo de Montjuïc, ricorderà i 75 anni dalla
violenta occupazione di Barcellona e dalla sua caduta nel franchismo.
Le fotografie, dalla galleria fotografica di publico.es