In un editoriale non firmato, El Pais promuove il Governo di Enrico Letta e
tira un sospiro di sollievo. Lascia da parte le stucchevoli polemiche di chi
grida al tradimento delle promesse elettorali del PD (ma poi non spiega cosa
avrebbe dovuto fare, il PD, visto il rifiuto di accordo del M5S sin dal giorno
dopo le elezioni, per dare un Governo al Paese), ignora il M5S e i suoi
isterismi e va al dunque. Enrico Letta "è riuscito a formare un Governo,
la cui composizione permette di albergare la speranza che sia sufficientemente
duraturo per affrontare la delicata situazione del Paese".
Le difficoltà degli ultimi due mesi, El Pais le attribuisce alla
"frammentazione politica causata dalle elezioni di febbraio", ma
"Letta ha dimostrato in appena tre giorni di essere capace di trovare il
consenso necessario, cosa che dice molto della sua abilità politica". A
essere onesti, cosa che El Pais non dice, è molto cambiato anche il clima politico,
rispetto al tentativo di Pierluigi Bersani: il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano non è più un'anatra zoppa, essendo stato rieletto, e ha
potuto esercitare tutto il suo potere di persuasione, utilizzando il mantra
"non c'è alternativa", che ha convinto centro-sinistra e
centro-destra a formare la prima Grosse Koalition che si ricordi a memoria in
Italia.
Il nuovo governo conta su "personalità di riconosciuta traiettoria e di
forte impegno europeista" scrive ancora il quotidiano madrileno
"Questo è senza dubbio un segnale positivo per l'Europa, perché
l'instabilità di una delle sue principali economie sarebbe un rischio troppo
grande in piena crisi dell'eurozona". Sottolineata la presenza di Emma
Bonino al Ministero degli Esteri e apprezzato come Letta ha risolto due
Ministeri chiave, Economia e Giustizia, assegnandoli a Saccomanni, "un
altro indipendente di proiezione internazionale che è passato per la Banca
d'Italia e il Fondo Monetario Internazionale", e ad Anna Maria Cancellieri,
"ex Ministro di Mario Monti". Angelino Alfano, "uomo di fiducia
di Silvio Berlusconi", sistemato agli Interni "sembra non avrà la
capacità di manovra di interferire, come sempre ha preteso, nei processi contro
di lui". Insomma, conclude l'editoriale, "è una buona notizia, per l'Italia
e per l'Europa, che le principali forze siano riuscite a formare finalmente un
Governo ad alta capacità tecnica oltre che politica, cosa che permette di
sperare che non sia un mero Governo di transizione in attesa di nuove
elezioni".
Da segnalare anche l'articolo di Pablo Ordaz, il corrispondente di El Pais da
Roma, che riassume la situazione italiana dopo lo scioglimento della riserva di
Enrico Letta. "Il centro-sinistra italiano non può essere felice"
esordisce, sottolineando quello che i detrattori del PD dimenticano sempre,
invece di premiarlo ed esaltarlo: "Di nuovo, come quell'11 novembre 2011 e
i 15 tristi mesi sotto la stretta battitura di Mario Monti, il Partito Democratico,
o quello che ne resta, dà una lezione di senso dello Stato, di responsabilità,
di anteposizione degli interessi dell'Italia ai suoi". Il vero risultato del Governo Letta, è che "ancora una volta,
Silvio Berlusconi ottiene quello che voleva. La cosa rilevante non è che nove
ministri, compreso Enrico Letta, appartengano al centrosinistra, contro i soli
cinque del Popolo della Libertà e tre di Monti; la cosa cruciale è che la
chiave di ossigeno continua a essere nelle mani di chi per due decenni ha
gestito a suo capriccio la politica italiana. Sia quando ha vinto nelle urne, che,
come in quest'occasione, ha perso".
E' vero, spiega Ordaz, che ci saranno molti elettori che si sentiranno traditi
dal PD, che durante la campagna elettorale aveva giurato che non avrebbe mai
governato con il PDL. "Ma si può fare la domanda al contrario. Quanti
elettori del PD sarebbero stati d'accordo se avesse insistito con un legittimo
no a Berlusconi, impedendo la governabilità dell'Italia in un momento difficile
come questo?" E' qui, che entra Enrico Letta, il cui Governo "sa di
vecchia Democrazia Cristiana, e anche di ricatto di Berlusconi, di influenza
ferrea dei poteri forti, ma anche di un
aroma di speranza e rinnovamento e di brindisi a un'Italia solidale e aperta,
incarnata dal volto negro e sorridente di Cecile Kyenge".
Il Governo ha davanti a sé "non solo le sfide di lavoro, povertà, debito,
delle migliaia di giovani molto preparati che devono cercare fuori, quello che
il loro Paese non dà loro, ma ha anche la sfida della credibilità". Ci
sono anche "la riforma elettorale, la riduzione dei costi della politica,
la soppressione di un sistema bicamerale che rende il Paese
ingovernabile". Ci sono poi argomenti "legislativi e giudiziari che
si scontrano direttamente con gli interessi privati di Berlusconi". Cosa
succederà? Soprattutto, come reagirà il vicepresidente del Governo e Ministro
degli Interni Angelino Alfano? "con senso dello Stato" o "di
appartenenza al suo boss politico"?
Una delle domande che Ordaz si pone riguarda la reazione degli elettori di centro-sinistra a questo Governo. "Beppe Grillo riuscirà a trarre vantaggio da un caos che ha contribuito a creare? Il comico e blogger piagnucola adesso, dicendo che l'accordo tra PD e PDL butta nella spazzatura gli 8 milioni di voti ottenuti alle elezioni dal suo Movimento 5 Stelle. Ma cosa ha fatto lui con questi otto milioni di voti, quando Pierluigi Bersani glieli ha chiesti, per liberarsi una volta per tutte di Silvio Berlusconi?" Buona domanda a cui dovranno rispondere anche gli elettori grillini oltre che quelli del PD in fuga.
Una delle domande che Ordaz si pone riguarda la reazione degli elettori di centro-sinistra a questo Governo. "Beppe Grillo riuscirà a trarre vantaggio da un caos che ha contribuito a creare? Il comico e blogger piagnucola adesso, dicendo che l'accordo tra PD e PDL butta nella spazzatura gli 8 milioni di voti ottenuti alle elezioni dal suo Movimento 5 Stelle. Ma cosa ha fatto lui con questi otto milioni di voti, quando Pierluigi Bersani glieli ha chiesti, per liberarsi una volta per tutte di Silvio Berlusconi?" Buona domanda a cui dovranno rispondere anche gli elettori grillini oltre che quelli del PD in fuga.
Ordaz conclude con un'immagine non troppo gradevole per chi vorrebbe Silvio
Berlusconi fuori di scena, una volta per tutte. Dopo aver parlato con Letta,
Berlusconi "ha salutato esultante i sostenitori che lo acclamavano alla
porta del suo palazzo romano. "Non te ne andare!" gli chiedeva una
sostenitrice. Non c'è da aver paura. Non se ne andrà".
Pablo Ordaz non lo scrive, ma molti di quelli che hanno a cuore l'Italia lo pensano: Grazie, Grillo.
Pablo Ordaz non lo scrive, ma molti di quelli che hanno a cuore l'Italia lo pensano: Grazie, Grillo.