domenica 28 aprile 2013

El Pais: l'abilità di Enrico Letta, una buona notizia per l'Europa

In un editoriale non firmato, El Pais promuove il Governo di Enrico Letta e tira un sospiro di sollievo. Lascia da parte le stucchevoli polemiche di chi grida al tradimento delle promesse elettorali del PD (ma poi non spiega cosa avrebbe dovuto fare, il PD, visto il rifiuto di accordo del M5S sin dal giorno dopo le elezioni, per dare un Governo al Paese), ignora il M5S e i suoi isterismi e va al dunque. Enrico Letta "è riuscito a formare un Governo, la cui composizione permette di albergare la speranza che sia sufficientemente duraturo per affrontare la delicata situazione del Paese".
Le difficoltà degli ultimi due mesi, El Pais le attribuisce alla "frammentazione politica causata dalle elezioni di febbraio", ma "Letta ha dimostrato in appena tre giorni di essere capace di trovare il consenso necessario, cosa che dice molto della sua abilità politica". A essere onesti, cosa che El Pais non dice, è molto cambiato anche il clima politico, rispetto al tentativo di Pierluigi Bersani: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non è più un'anatra zoppa, essendo stato rieletto, e ha potuto esercitare tutto il suo potere di persuasione, utilizzando il mantra "non c'è alternativa", che ha convinto centro-sinistra e centro-destra a formare la prima Grosse Koalition che si ricordi a memoria in Italia.
Il nuovo governo conta su "personalità di riconosciuta traiettoria e di forte impegno europeista" scrive ancora il quotidiano madrileno "Questo è senza dubbio un segnale positivo per l'Europa, perché l'instabilità di una delle sue principali economie sarebbe un rischio troppo grande in piena crisi dell'eurozona". Sottolineata la presenza di Emma Bonino al Ministero degli Esteri e apprezzato come Letta ha risolto due Ministeri chiave, Economia e Giustizia, assegnandoli a Saccomanni, "un altro indipendente di proiezione internazionale che è passato per la Banca d'Italia e il Fondo Monetario Internazionale", e ad Anna Maria Cancellieri, "ex Ministro di Mario Monti". Angelino Alfano, "uomo di fiducia di Silvio Berlusconi", sistemato agli Interni "sembra non avrà la capacità di manovra di interferire, come sempre ha preteso, nei processi contro di lui". Insomma, conclude l'editoriale, "è una buona notizia, per l'Italia e per l'Europa, che le principali forze siano riuscite a formare finalmente un Governo ad alta capacità tecnica oltre che politica, cosa che permette di sperare che non sia un mero Governo di transizione in attesa di nuove elezioni".
Da segnalare anche l'articolo di Pablo Ordaz, il corrispondente di El Pais da Roma, che riassume la situazione italiana dopo lo scioglimento della riserva di Enrico Letta. "Il centro-sinistra italiano non può essere felice" esordisce, sottolineando quello che i detrattori del PD dimenticano sempre, invece di premiarlo ed esaltarlo: "Di nuovo, come quell'11 novembre 2011 e i 15 tristi mesi sotto la stretta battitura di Mario Monti, il Partito Democratico, o quello che ne resta, dà una lezione di senso dello Stato, di responsabilità, di anteposizione degli interessi dell'Italia ai suoi". Il vero risultato del Governo Letta, è che "ancora una volta, Silvio Berlusconi ottiene quello che voleva. La cosa rilevante non è che nove ministri, compreso Enrico Letta, appartengano al centrosinistra, contro i soli cinque del Popolo della Libertà e tre di Monti; la cosa cruciale è che la chiave di ossigeno continua a essere nelle mani di chi per due decenni ha gestito a suo capriccio la politica italiana. Sia quando ha vinto nelle urne, che, come in quest'occasione, ha perso". 
E' vero, spiega Ordaz, che ci saranno molti elettori che si sentiranno traditi dal PD, che durante la campagna elettorale aveva giurato che non avrebbe mai governato con il PDL. "Ma si può fare la domanda al contrario. Quanti elettori del PD sarebbero stati d'accordo se avesse insistito con un legittimo no a Berlusconi, impedendo la governabilità dell'Italia in un momento difficile come questo?" E' qui, che entra Enrico Letta, il cui Governo "sa di vecchia Democrazia Cristiana, e anche di ricatto di Berlusconi, di influenza ferrea dei poteri forti, ma anche di  un aroma di speranza e rinnovamento e di brindisi a un'Italia solidale e aperta, incarnata dal volto negro e sorridente di Cecile Kyenge".
Il Governo ha davanti a sé "non solo le sfide di lavoro, povertà, debito, delle migliaia di giovani molto preparati che devono cercare fuori, quello che il loro Paese non dà loro, ma ha anche la sfida della credibilità". Ci sono anche "la riforma elettorale, la riduzione dei costi della politica, la soppressione di un sistema bicamerale che rende il Paese ingovernabile". Ci sono poi argomenti "legislativi e giudiziari che si scontrano direttamente con gli interessi privati di Berlusconi". Cosa succederà? Soprattutto, come reagirà il vicepresidente del Governo e Ministro degli Interni Angelino Alfano? "con senso dello Stato" o "di appartenenza al suo boss politico"?
Una delle domande che Ordaz si pone riguarda la reazione degli elettori di centro-sinistra a questo Governo. "Beppe Grillo riuscirà a trarre vantaggio da un caos che ha contribuito a creare? Il comico e blogger piagnucola adesso, dicendo che l'accordo tra PD e PDL butta nella spazzatura gli 8 milioni di voti ottenuti alle elezioni dal suo Movimento 5 Stelle. Ma cosa ha fatto lui con questi otto milioni di voti, quando Pierluigi Bersani glieli ha chiesti, per liberarsi una volta per tutte di Silvio Berlusconi?" Buona domanda a cui dovranno rispondere anche gli elettori grillini oltre che quelli del PD in fuga. 
Ordaz conclude con un'immagine non troppo gradevole per chi vorrebbe Silvio Berlusconi fuori di scena, una volta per tutte. Dopo aver parlato con Letta, Berlusconi "ha salutato esultante i sostenitori che lo acclamavano alla porta del suo palazzo romano. "Non te ne andare!" gli chiedeva una sostenitrice. Non c'è da aver paura. Non se ne andrà".
Pablo Ordaz non lo scrive, ma molti di quelli che hanno a cuore l'Italia lo pensano: Grazie, Grillo.