George Soros è sbarcato a Barcellona per presentare la sede europea
delle sue Fondazioni. Ne ha approfittato anche per rilasciare un'intervista aEl Pais, in cui attacca la politica della Germania, che sta cambiando il volto
della UE, trasformandola da "un'associazione volontaria tra Stati uguali a
una relazione tra creditori e debitori", e che sta spingendo l'Europa
"verso un futuro pieno di ombre".
La Commissione Europea "deve cambiare questa politica di austerità, che
sta spingendo l'Europa a una depressione di lunga durata e sta aumentando le
differenze e le divergenze di competitività" spiega il finanziere di
origine ungherese "Questo sta separando sempre di più i Paesi debitori dai
creditori e sta creando un'interazione catastrofica".
E' una situazione che si è vista chiaramente nella crisi di Cipro e che può
essere affrontata solo cambiando le politiche europee. Ed è a questo punto che Soros
concentra lo sguardo sulla Germania e si chiede cosa voglia fare da grande
Berlino: "La Germania deve decidere se vuole rifare l'Unione Europea nel
modo in cui era stata originalmente pensata, cosa che suppone accettare le
responsabilità e gli oneri necessari per avanzare in questa direzione, o deve
considerare se uscire dall'euro e lasciare che gli altri Paesi creino gli
eurobond e possano combattere la crisi".
L'uscita della Germania dall'euro non significherebbe la fine della moneta
unica né sarebbe una tragedia per la Germania: "Se la Germania uscisse,
l'effetto sui Paesi debitori sarebbe poco meno che miracoloso. All'improvviso
diventerebbero economie competitive e il loro debito diminuirebbe enormemente
in termini reali, con la svalutazione dell'euro. Il peso dell'aggiustamento cadrebbe
sulla Germania, che sarebbe comunque capace di affrontarlo, anche se con
difficoltà, perché all'improvviso i suoi mercati si vedrebbero inondati di
prodotti importati dal resto d'Europa. Tutti gli alimenti le arriverebbero da
Spagna e Italia e la maggioranza sarebbe più economica di quella prodotta in
Germania. Forse avrebbe problemi con la disoccupazione. E la Spagna si
riprenderebbe".
Ma la soluzione per la crisi europea non dev'essere necessariamente così
drammatica, con l'uscita dall'euro di uno dei Paesi fondatori dell'Europa.
Soros considera che la Germania debba accettare un Tesoro e gli eurobonds come
meccanismi inevitabili per superare le attuali difficoltà. "La situazione
continua a deteriorarsi, per cui bisogna fare qualcosa di drastico per cambiare
direzione quanto prima. Bisogna convertire il vecchio debito esistente in
eurobonds. Così i costi di finanziamento cadrebbero e i bilanci si
equilibrerebbero o arriverebbero addirittura ad avere superplus, per cui ci
sarebbe spazio per gli stimoli fiscali. Sarebbe la fine dell'austerità".
Soros è critico anche con l'attuale progetto di unione bancaria, che affida
alla BCE la supervisione solo delle banche con arttivi superiori ai 30 miliardi
di euro, lasciando fuori anche le banche dei länder tedeschi. E' un accordo "molto disuguale,
perché la Germania sarebbe esente da molte misure che si applicherebbero ai
debitori. Sarebbe il caso della sicurezza dei depositi, perché sarebbero più
sicuri in una banca tedesca che in una italiana o spagnola".
Il quadro finale disegnato da Soros sugli effetti delle politiche volute da
Berlino è deprimente, ma ha anche i germi della speranza, che alla fine sono
sempre quelli che salvano l'Europa: "Le autorità hanno fallito nella
leadership dell'Europa e queste crisi provocate dall'uomo hanno fatto che la
gente stia passando per una terribile e inutile sofferenza, che irrita i
cittadini. Questa ira permette che gli estremismi guadagnino consensi. Ci sono
molte espressioni di questa rabbia, ma penso che la gente creda ancora e aspiri
agli ideali rappresentati dall'Europa. C'è una maggioranza silenziosa a favore
della UE, ma non ha trovato modo di esprimersi in politica. C'è una
disillusione generale, una grande disaffezione verso i partiti, che viene
espressa con il rifiuto delle formazioni esistenti, per cui ci vorrebbe una
rigenerazione politica".