Gli aerei che da Torino volano a Madrid non passano sulla capitale
spagnola. Da lontano, e solo al momento dell'atterraggio, si vedono le quattro
torri di Chamartin, che dominano lo skyline della capitale e che si vedono da
lontanissimo, persino, in treno, dai pressi dell'Escorial.
Mi è capitato solo un paio di volte di volare su Madrid, una volta perché
all'aereo era stato dato l'ordine di attardarsi per qualche minuto in volo. Lo
sguardo era corso a cercare i monumenti più amati, avevo identificato subito il
più facile di tutti da riconoscere, il Santiago Bernabéu, avevo percorso il
Paseo de la Castellana fino alle Torri KIO, le celebri torri pendenti, a cui
sono affezionata dagli anni 80, dopo averle viste immortalate in qualche film
di Pedro Almodóvar e come sfondo a qualche foto di Felipe Gonzalez. E poi, sull'altro lato, il Parco del Retiro. Ricordo
anche di aver visto la Cattedrale dell'Almudena e il Palazzo Reale, di fronte a lei, e di aver riconosciuto per questo la grande macchia verde della Casa del
Campo, a loro adiacente.
Vedere una città amata dall'alto, riconoscere i posti più famosi e percorrere
la sua planimetria come una cartina e invece è lì, viva e ignara, sotto di te,
che ti aspetta o che ti saluta, in tutti e due i casi promettente, mette
buonumore.
Ricordi che passano per la testa al vedere queste foto di Madrid dall'alto,
scattate da un elicottero della Guardia Civil, durante il trasporto di alcuni
quadri del Museo del Prado. Il cielo è grigio, come capita troppo spesso in
questo primo scorcio del 2013, il Parco del Retiro, la Castellana e la Cibeles sono lì, a un passo, a raccontarci Madrid.
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