mercoledì 24 aprile 2013

Papa Francesco con le Abuelas de plaza de Mayo, in cerca dei nipoti desaparecidos

Come cambiano le cose nella Chiesa, con un Papa latinoamericano. E' di pochi giorni fa la notizia della decisione di Bergoglio, di accelerare la causa di beatificazione di monsignor Oscar Romero, il vescovo di San Salvador ucciso nel 1980, mentre celebrava una Messa. Una beatificazione tenuta a lungo bloccata nel Vaticano, dai Papati conservatori di Karol Woityla e Joseph Ratzinger, all'essere Romero un arcivescovo gesuita, tra i massimi rappresentanti dell'invisa Teologia della Liberazione e tra i più strenui difensori della Chiesa dei poveri. Papa Bergoglio ha deciso di sbloccare la causa di beatificazione e di procedere il più rapidamente possibile, per dare giusto riconoscimento all'uomo che denunciò gli squadroni della morte e i militari per gli assassinii politici della dittatura, senza temere per la propria vita.
Una Chiesa nuova e diversa, per Latinoamérica, grazie al Papa arrivato dalla fin del mundo?
I primi segnali ci sono, anche per la stessa Argentina. Accusato di essere stato complice silenzioso della dittatura militare, per non aver denunciato aspramente i delitti dei generali, Jorge Bergoglio ha ricevuto Estela de Carlotto, la presidente delle Abuelas de plaza de Mayo, e si è messo a disposizione per la ricerca dei nipoti desaparecidos, che mancano ancora all'appello. "Contate su di me, sono a vostra disposizione" ha detto il Papa a Estela de Carlotto. Sono stati pochi minuti di udienza, ma carichi di emozione per la Abuela più famosa d'Argentina, che in passato non ha risparmiato critiche all'allora cardinale di Buenos Aires.
Al Papa Carlotto ha consegnato una lettera, in cui gli chiede di intervenire, affinché si scopra il destino dei 400 nipoti ancora desaparecidos: "Adesso è molto importante, ha più potere e maggiori possibilità di parlare per la prima volta dei nostri desaparecidos e dei nostri nipoti, che stiamo cercando, perché non vogliamo morire senza abbracciarli" ha detto.
Con la lettera, Estela de Carlotto ha consegnato a Bergoglio un dossier, che raccoglie i dati dei nipoti ancora mancanti all'appello. Le Abuelas vorrebbero che la Chiesa argentina apra i propri archivi, in modo da aiutare a trovare i nipoti perduti, e ha chiesto la mediazione del Papa. Francesco non si è tirato indietro e ha risposto, secondo Carlotto: "Contate su di me, sono a disposizione". Quindi ha benedetto il foulard che è diventato simbolo delle Abuelas e ha ripetuto "contate su di me" alle persone che accompagnavano Estela de Carlotto, fermandosi a parlare con Juan Cabandié, un nipote ritrovato dall'associazione.
Questa nuova disponibilità di Bergoglio, dal Vaticano, non cancella il passato né le critiche. Secondo quanto racconta il quotidiano argentino La Nación, Estella de Carlotto, che lascia Roma "molto soddisfatta per la disponibilità del Papa", ha anche affermato che "la storia non si cancella, lui non ha mai parlato dei nostri nipoti e c'era dolore in noi nonne, semplicemente perché non ha parlato., Ed è arrivata l'opportunità. La vita è questo, opportunità, e noi nonne abbiamo pazienza".
Alla Chiesa Argentina Carlotto non chiede le scuse, ma aiuto: "Non vogliamo morire senza trovarli. Non chiediamo niente di impossibile: aprano gli archivi della Chiesa, perché lì dev'essere conservata informazione, e che i preti che sanno qualcosa, non ci importano i loro nomi, che parlino".
Il Papa argentino ha promesso la sua disponibilità e per questo le Abuelas sentono "più forza e più speranza". Bastano un gesto e una parola, per cambiare il mondo e le sue prospettive.