Come cambiano le cose nella Chiesa, con un Papa latinoamericano. E' di pochi
giorni fa la notizia della decisione di Bergoglio, di accelerare la causa di
beatificazione di monsignor Oscar Romero, il vescovo di San Salvador ucciso nel
1980, mentre celebrava una Messa. Una beatificazione tenuta a lungo bloccata nel
Vaticano, dai Papati conservatori di Karol Woityla e Joseph Ratzinger, all'essere Romero un
arcivescovo gesuita, tra i massimi rappresentanti dell'invisa Teologia della
Liberazione e tra i più strenui difensori della Chiesa dei poveri. Papa
Bergoglio ha deciso di sbloccare la causa di beatificazione e di procedere il
più rapidamente possibile, per dare giusto riconoscimento all'uomo che denunciò
gli squadroni della morte e i militari per gli assassinii politici della dittatura,
senza temere per la propria vita.
Una Chiesa nuova e diversa, per Latinoamérica, grazie al Papa arrivato dalla fin
del mundo?
I primi segnali ci sono, anche per la stessa Argentina. Accusato di essere stato
complice silenzioso della dittatura militare, per non aver denunciato aspramente
i delitti dei generali, Jorge Bergoglio ha ricevuto Estela de Carlotto, la presidente
delle Abuelas de plaza de Mayo, e si è messo a disposizione per la ricerca dei nipoti
desaparecidos, che mancano ancora all'appello. "Contate su di me, sono a vostra
disposizione" ha detto il Papa a Estela de Carlotto. Sono stati pochi minuti
di udienza, ma carichi di emozione per la Abuela più famosa d'Argentina, che in
passato non ha risparmiato critiche all'allora cardinale di Buenos Aires.
Al Papa Carlotto ha consegnato una lettera, in cui gli chiede di intervenire,
affinché si scopra il destino dei 400 nipoti ancora desaparecidos: "Adesso
è molto importante, ha più potere e maggiori possibilità di parlare per la prima
volta dei nostri desaparecidos e dei nostri nipoti, che stiamo cercando, perché
non vogliamo morire senza abbracciarli" ha detto.
Con la lettera, Estela de Carlotto ha consegnato a Bergoglio un dossier, che raccoglie
i dati dei nipoti ancora mancanti all'appello. Le Abuelas vorrebbero che la Chiesa
argentina apra i propri archivi, in modo da aiutare a trovare i nipoti perduti, e
ha chiesto la mediazione del Papa. Francesco non si è tirato indietro e ha risposto,
secondo Carlotto: "Contate su di me, sono a disposizione". Quindi ha benedetto
il foulard che è diventato simbolo delle Abuelas e ha ripetuto "contate su
di me" alle persone che accompagnavano Estela de Carlotto, fermandosi a parlare
con Juan Cabandié, un nipote ritrovato dall'associazione.
Questa nuova disponibilità di Bergoglio, dal Vaticano, non cancella il passato né
le critiche. Secondo quanto racconta il quotidiano argentino La Nación, Estella
de Carlotto, che lascia Roma "molto soddisfatta per la disponibilità del Papa",
ha anche affermato che "la storia non si cancella, lui non ha mai parlato dei
nostri nipoti e c'era dolore in noi nonne, semplicemente perché non ha parlato.,
Ed è arrivata l'opportunità. La vita è questo, opportunità, e noi nonne abbiamo
pazienza".
Alla Chiesa Argentina Carlotto non chiede le scuse, ma aiuto: "Non vogliamo
morire senza trovarli. Non chiediamo niente di impossibile: aprano gli archivi della
Chiesa, perché lì dev'essere conservata informazione, e che i preti che sanno qualcosa,
non ci importano i loro nomi, che parlino".
Il Papa argentino ha promesso la sua disponibilità e per questo le Abuelas sentono
"più forza e più speranza". Bastano un gesto e una parola, per cambiare
il mondo e le sue prospettive.