sabato 13 aprile 2013

#FelipeNoSerásRey: Twitter celebra l'anniversario della Repubblica e l'annus horribilis di re Juan Carlos

Giusto un anno fa, il 13 aprile 2012, re Juan Carlos cadeva nel suo accampamento, durante una battuta di caccia nel Botswana e doveva rientrare precipitosamente a Madrid, per essere operato all'anca. Iniziava così, alla vigilia della Proclamazione della II Repubblica, avvenuta il 14 aprile 1931, con una certa, sorprendente ironia della Storia, l'annus horribilis del suo Regno. Da allora i Borbone non si sono fatti mancare niente, tra adolescenti che si sparano ai piedi, Infante imputate negli scandali di corruzione di cui sono protagoniste i mariti, future regine in cerca di libertà, regine in carica stufe anche delle apparenze, libri esplosivi che lavano in pubblico i panni di famiglia.
E' passato un anno e siamo di nuovo alla vigilia della Proclamazione della II Repubblica. Fino all'anno scorso, quando la Repubblica era vagheggiata, ma non davvero cercata, l'anniversario era celebrato soprattutto dalle formazioni di sinistra, con qualche manifestazione che a Madrid riuniva molte bandiere rosse-gialle-viola e poche centinaia di persone.
Mi è capitato varie volte di riportare nel blog come nelle conversazioni spagnole la Repubblica sia un tema soprattutto sentimentale: è quello che la Spagna vorrebbe essere, senza esserne capace, pena sanguinose guerre civili, l'ultima delle quali, nel triennio 1936-39, ha lasciato ferite ancora aperte per buona parte del Paese (non dimentichiamo mai che centinaia di repubblicani sono stati fucilati o fatti sparire nell'immediato dopoguerra e durante il franchismo e solo il Governo di José Luis Rodriguez Zapatero, tra grandi difficoltà e polemiche, ha cercato di fare chiarezza sul loro destino, accusato subito di 'voler riaprire le ferite', invece di essere appoggiato per 'ridare ai familiari i resti delle vittime'). Così, se è molto difficile ascoltare qualcuno che lodi la monarchia, è anche molto difficile trovare qualcuno che in caso di referendum voterebbe per la Repubblica senza dubitare. Perché la Guerra Civile è ancora lì, che fa male.
Questo fino al 13 aprile 2012, quando re Juan Carlos si è fatto beccare in una vacanza di lusso mentre migliaia di famiglie spagnole non arrivano alla fine del mese. La desilusión non si è fermata da allora, aiutata, inutile dirlo, dagli scandali in cui è coinvolta la Famiglia Reale e dall'incapacità di reazione della Zarzuela, frustrata anche dall'assenza di giovani membri carismatici e affascinanti, almeno mediaticamente, con cui aprire una nuova pagina.
Così c'è molta curiosità per questo 14 aprile 2013, che domani celebrerà l'82°anniversario della proclamazione della Repubblica. E se il buongiorno si vede dal mattino, non è detto che la solita manifestazione madrilena sarà cosa di pochi nostalgici, alla Puerta del Sol.
Ieri i Giovani di Izquierda Unida si sono praticamente impossessati di Twitter e non l'hanno più mollato, ispirando anche un interessante dibattito in 140 caratteri tra sostenitori e detrattori della monarchia. L'hashtag che hanno lanciato è stato #FelipeNoSerásRey (Felipe, non sarai Re) e, potrete crederci o meno, ma per tutto il pomeriggio e per buona parte della notte è stato in testa ai Trending Topic della Spagna (nel pomeriggio è stato anche TT mondiale).
Ci sono stati tweets in castigliano e in catalano, per rivendicare una Spagna repubblicana, per prendersi gioco di una monarchia en horas bajas, nel suo momento più basso, per difendere il diritto di qualunque spagnolo a essere Capo di Stato. C'è stata molta mala leche (cattiveria, rabbia e sarcasmo, tutto insieme riunito), nei confronti del Re, di Felipe e di Letizia, la più odiata di tutti (ma come potrà mai salvarsi la monarchia, se la donna che dovrebbe far sognare è odiata quanto una Maria Antonietta contemporanea? Ma perché si ha da tempo la sensazione che, se Felipe annunciasse domani il divorzio, la Spagna gli farebbe la ola?!).
- In democrazia il popolo deve decidere chi lo rappresenta, e a me non rappresenta una famiglia di corrotti e ladri
- Felipe, non sarai Re, dovrai cercarti lavoro in un altro Paese, come il resto della tua generazione.
- Felipe, non sarai Re, ti cacceremo come un elefante
- Qualcosa sta cambiando in questo Paese. #FelipeNoSerásRey sarebbe stato inimmaginabile poco tempo fa (non sarebbe stato inimmaginabile, sarebbe stato inimmaginabile il consenso avuto su Twitter, per tutto un pomeriggio e una serata primo TT spagnolo).
- Felipe, non sarai Re, ma magari ti iscrivi al PP e ti fanno presidente.
- Felipe, non sarai Re e Letizia, non sarai Regina!!! Ti girano, eh? Ti vedevi già con la Corona, no?!
- Felipe non sarai Re, ma non ti preoccupare, tuo padre ti ha lasciato un sacco di soldi per vivere bene e Letizia può sempre tornare a TVE
- Povero Felipe, prima si sposa con Letizia, senza aspettare di vedere le presentatrici che ci sono adesso e poi questo, Felipe non sarai Re!
- Felipe, non sarai Re e neanche consigliere di Telefonica (riferimento sarcastico a Urdangarin, esiliato a Washington come consigliere di Telefonica, prima dello scandalo), perché la rinazionalizzeremo. A guadagnarti il pane in Sálvame (contenitore trash di Tele5)
- Mi immagino già Letizia a Salvame Deluxe a raccontare le sue intimità per sopravvivere e non essere sfrattati.
- Felipe non sarai Re, scapperai a Cascais con la tua bambola gonfiabile, scusa, con Letizia. E' che con la faccia di plastica che ha…
Felipe, non sarai Re e finiranno le commissioni saudite per importare il petrolio, per i fondi di investimento, per l'AVE nel deserto, per…
- Siamo la generazione né-né, né esilio né disoccupazione, né Juan Carlos né Felipe
Questi alcuni delle centinaia di tweets che si sono rincorsi nella rete sociale per buona parte della giornata di eiri (e ancora di oggi).
Ma oltre alle ironie e al sarcasmo ci sono stati vari tweets che hanno cercato di avviare una conversazione tra repubblicani e monarchici, chiedendosi cosa cambierebbe per il cittadino medio se al posto di un monarca ci fosse un presidente della Repubblica e ricordando che il Presidente di una Repubblica parlamentare ha lo stesso potere del monarca spagnolo; un paio di tweets hanno avuto una certa mala leche verso l'Italia: "Sarò presidente della Repubblica, che è sinonimo di libertà, progresso e democrazia, ah, wait, che l'Italia è una repubblica!", "Non capisco, solo dirò: la repubblica non ha mai funzionato in Spagna e, vedendo il panorama politico, non voglio un'Italia 2".
Ma i giorni di celebrazione non sono i giorni migliori per cercare una discussione seria e approfondita su un argomento importante e delicato come la forma dello Stato. Oggi sono i giorni di España mañana será republicana. E ci sono poche cose più emozionanti di queste parole, per tutti i sentimenti che si portano dietro, al di là del concetto che esprimono.
Due immagini antimonarchiche, dall'hashtag #FelipeNoSerásRe. Nella seconda si traduce il patrimonio personale di Re Juan Carlos in sussidi di disoccupazione, pensioni e salari minimi: sono numeri impressionanti.