Probabilmente nessuna principessa consorte europea può vantare il numero
di instant-books e di biografie non autorizzate che girano in Spagna su Letizia
Ortiz Rocasolano. Hanno analizzato i suoi primi anni da Principessa e persino
la nascita di Leonor, la futura regina, sostenendo che sia stato un parto
difficilissimo (Leonor, una Princesa inesperada, Ángela Portero e Paloma García-Pelayo). Hanno studiato il suo passato, rivelando che non solo è
stata rossa, repubblicana e agnostica, ma anche libertina, con frequentazioni
di uomini sposati, quadri in topless, arresti per possesso di hashish e aborti misteriosi (Letizia Ortiz : una republicana en la corte de Juan Carlos I,
Isidre Cunill). Poi è sceso in
campo suo cugino David Rocasolano, che ha analizzato il suo cambio di idee e
personalità dall'ingresso nella Famiglia Reale e che ha rivelato come abbia
fatto sparire le prove di un aborto, aiutata dal Principe Felipe, per avere il
consenso alle nozze, che i sovrani le avrebbero altrimenti negato (Adiós Princesa).
Ma non ci sono solo le autobiografie non autorizzate. Letizia Ortiz è anche
protagonista di due libri di finzione. Entrambi sono di genere poliziesco e non per caso: è il genere che permette più facilmente l'analisi della società, della corruzione del potere, delle complicità di cui gode, delle lotte che scatena, utilizzando le cosiddette cloache.
Nel 2008, lo scrittore malagueño Juan Madrid, uno dei più apprezzati autori di noir in spagnolo, ha pubblicato Adiós Princesa (sì, è lo stesso titolo del libro di David Rocasolano). E' la settima puntata della saga del detective Antonio Carpintero, alias Toni Romano, ex poliziotto del Commissariato del Centro di Madrid; al centro delle nuove indagini di Carpintero c'è l'assassinio di una disinvolta giornalista televisiva, Lidia Ripoll, bella e volitiva, con un passato che si potrebbe definire intenso e che potrebbe essere la causa della sua morte: Ripoll era infatti la fidanzata del Principe delle Asturie e il loro fidanzamento stava per essere annunciato pubblicamente. Solo che, evidentemente, alcuni settori non consideravano il passato di Lidia adeguato a quello di una futura regina.
Nel 2008, lo scrittore malagueño Juan Madrid, uno dei più apprezzati autori di noir in spagnolo, ha pubblicato Adiós Princesa (sì, è lo stesso titolo del libro di David Rocasolano). E' la settima puntata della saga del detective Antonio Carpintero, alias Toni Romano, ex poliziotto del Commissariato del Centro di Madrid; al centro delle nuove indagini di Carpintero c'è l'assassinio di una disinvolta giornalista televisiva, Lidia Ripoll, bella e volitiva, con un passato che si potrebbe definire intenso e che potrebbe essere la causa della sua morte: Ripoll era infatti la fidanzata del Principe delle Asturie e il loro fidanzamento stava per essere annunciato pubblicamente. Solo che, evidentemente, alcuni settori non consideravano il passato di Lidia adeguato a quello di una futura regina.
Somiglianze con Letizia Ortiz? Sono evidenti, anche se all'epoca Juan Madrid si
era schernito e aveva assicurato che la sua Lidia Ripoll era una mescola di varie personalità, compresa, evidentemente, la
giornalista tv diventata Principessa. Adiós Princesa serve da alibi per "smetterla di guardare la vita dalla prospettiva di Hola".
"Ci presentano questi personaggi sempre in versione edulcorata, ma non
sappiamo che ci sono stati settori, e parlo di una supposta fidanzata
precedente, non di Letizia, che la rifiutavano? Non ci sono state lotte interne
tra i gruppi di potere perché si trattava della futura regina di Spagna?"
ha spiegato Madrid nelle interviste che hanno accompagnato l'uscita del suo
libro.
Adiós Princesa, ha assicurato all'epoca, "è un gioco letterario, anche se
il lettore vedrà che c'è una critica alle cloache del sistema, di tutti i
sistemi. Ho lavorato con una documentazione impressionante nelle mani e insisto
che il punto non è Letizia, ma i discorsi ufficiali che ci vengono propinati
sulla Spagna contemporanea. Quando si rese pubblico il fidanzamento di una
giornalista divorziata con il futuro Re di Spagna, la risposta di tutti i media
è stata dare un'immagine da fiaba, mentre io avevo informazioni che dicevano
tutto il contrario, che c'erano gruppi politici, mediatici, ecclesiastici e di
potere che non erano d'accordo. Ho avuto la prova ulteriore che i gruppi
mediatici si sono dimessi dalla funzione di informare per diventare creatori di
un discorso unico, ufficiale ed edulcorato della realtà, non raccontando
all'opinione pubblica cosa succede davvero. Allora ho pensato di scrivere un
romanzo su questo".
Anche David Barbero, che ha appena pubblicato El
secreto de Letizia O, utilizza il genere poliziesco per criticare l'immagine
ufficiale che i media diffondono, dimenticando il loro senso critico.
Giornalista e scrittore, Barbero sposta l'azione del suo libro all'estate del
2007 e propone una situazione che potrebbe essere niente affatto inverosimile,
visto lo sconosciuto e intenso passato della Principessa: la Famiglia Reale
viene ricattata con un segreto riguardante Letizia Ortiz. O verranno
accontentate le richieste dei ricattatori o il segreto della Principessa
diventerà di pubblico dominio. Nel libro di Barbero appaiono sia la Famiglia
Reale che membri del Governo, a cominciare da José Luis Rodriguez Zapatero,
presidente del Governo nel 2007. Non è dunque una 'finzione', non è un 'gioco
letterario', ci sono nomi e cognomi ben precisi e David Barbero ha spiegato a
Rotta a Sud Ovest che questa è stata una difficoltà ulteriore: "L'uso
di personaggi reali molto conosciuti crea molte difficoltà per portare l'azione
dove si vuole. Anche le loro reazioni psicologiche sono molto complicate,
perché ogni lettore ha già i propri pregiudizi sul personaggio. Bisogna
lavorare di più, credo sia la soluzione".
El secreto de Letizia O nasce da un progetto di Barbero:
"Scrivere opere di finzione su avvenimenti recenti e con personaggi reali,
allo scopo di analizzare la società attuale". In questo contesto la scelta
è caduta su Letizia perché, spiega ancora Barbero a Rotta a Sud Ovest, "è
il personaggio della Famiglia Reale che offre il maggior gioco narrativo,
all'essere dentro e fuori dell'istituzione. E' un curioso personaggio di
finzione, per la sua traiettoria reale. Ma la mia intenzione non è solo
analizzare la situazione della monarchia in Spagna, quanto il potere. In
particolare mi interessa analizzare il ruolo dei mezzi di comunicazione. Sono un
giornalista e ho un'opinione molto critica sull'azione dei media. Per questa
ragione, e per dare l'esempio, al giornalista più manipolatore do il mio
nome". Ma il fatto di essersi assegnato il personaggio peggiore, non ha risparmiato a David Barbero le difficoltà di pubblicazione del suo libro: "Ho usato i nomi della Famiglia Reale, ci sono stati problemi di libertà d'espressione, sorprendenti nel XXI secolo" rivela.
Usciti a qualche anno di distanza, scritti da autori con traiettorie
professionali e personali diverse, anche se entrambi di simpatie repubblicane, Adiós Princesa ed El secreto de Letizia O utilizzano il prorompente ingresso di
Letizia Ortiz Rocasolano nella Famiglia Reale per analizzare e criticare i
media, diventati fiancheggiatori del potere e non più guardiani dei suoi abusi
e delle sue contraddizioni.
Si capisce perché, allora, nessuna principessa consorte europea sia protagonista di tanta letteratura, siano instant-books o romanzi noir: negli altri Paesi il passato delle future regine è stato raccontato e analizzato, dai genitori legati alle dittature ai flirt con le droghe, dai video nelle scuole di portamento ai passati rapporti con il fisco. Niente è stato occultato. In Spagna, invece, il movimentato passato di Letizia è stato nascosto, perché lo si sapeva inadeguato, affidando a Hola e agli imbarazzanti documentari di TVE la ricostruzione della sua personalità. I media sono stati complici di tutto il processo. Ma il passato ritorna sempre, lo fa nel modo imbarazzante ed esplosivo del libro di David Rocasolano, potrebbe farlo come nel libro di David Barbero, sottoponendo la Famiglia Reale a un ricatto, rendendo l'istituzione più debole e minacciabile. In entrambi i casi, però, le denunce dell'inadeguatezza delle scelte, della fragilità a cui si espone l'istituzione, della manipolazione dell'opinione pubblica, non sono arrivate dai media tradizionali.