Ana Botella de Aznar è nata per comandare, Sonsoles Espinosa
de Rodriguez è stata la più affettuosa, Amparo Illana de Suárez ha potuto
contare su un'amica d'eccezione, la regina Sofia. Sono alcune delle
'rivelazioni' di Las damas de la Moncloa, il libro scritto da Maria Ángeles
López de Celis, per raccontare le primeras damas che si sono alternate, nella
Spagna della democrazia, nella residenza del Presidente del Governo.
López de Celis è stata per oltre 30 anni funzionaria amministrativa della Moncloa, ha dunque
conosciuto da vicino i presidenti del Governo e le loro famiglie e si è fatta
un'idea personale sugli uomini e sulle donne che hanno abitato negli
appartamenti presidenziali. Spostata al Ministero degli Interni, ha deciso di
raccontare, con uno stile gradevole e rispettoso, quello che ha visto: il suo
primo libro, Los presidentes en zapatillas (I presidenti in pantofole), ha
raccontato i segreti, mai pericolosi, degli uomini che hanno guidato la Spagna
democratica, Adolfo Suárez, Leopoldo Calvo Sotelo, Felipe González, José Maria
Aznar, José Luis Rodriguez Zapatero e Mariano Rajoy. Adesso tocca alle loro
mogli: Amparo Illana, Pilar Ibáñez, Carmen Romero, Ana Botella, Sonsoles Espinosa, Elvira Fernández.
Las damas de la Moncloa cerca di entrare nella vita intima e segreta della
Moncloa, raccontando come le mogli dei presidenti si siano adattate alla loro
nuova vita, quale stile abbiano imposto, quali rapporti abbiano instaurato con
il personale della residenza. Insomma, è il racconto di quello che non si vede
e su cui ci si interroga, quando si pensa ai palazzi del potere.
Il sito web dell'edizione spagnola di Vanity Fair ha pubblicato una bella intervista con l'autrice del libro, che, senza mai rivelare cose imbarazzanti,
apre uno squarcio sulle personalità delle primeras damas, "tutte ben
preparate in relazione ai tempi in cui abbiamo mano a mano vissuto. A parte
Amparo Illana, tutte avevano titoli di scuola superiore. Tutte avevano una
buona presenza fisica e intellettuale e hanno saputo muoversi molto bene".
Vanity Fair si diverte a chiederle qualche "la più" e Maria Ángeles López non si tira indietro. Così rivela che la più mediatica è stata Ana
Botella, la moglie di José Maria Aznar, oggi sindaco, spesso contestata, di
Madrid: all'essere attiva, presente e pratica, Botella sapeva ovviare alle
carenze di Aznar, il cui carattere non sprizzava simpatia da tutti i pori, per
stessa ammissione dell'ex funzionaria della Moncloa: "Il miglior attivo di
Aznar è stata Ana Botella" assicura López "Ha fatto un lavoro complementare
a quello del marito molto prezioso. A lei è sempre piaciuta la politica, che
ora esercita in modo attivo. Il suo modello era più americano". Botella si
porta via anche il titolo di più controllatrice: "E' complicata, esigente
ed è nata per comandare". Così la scrittrice sintetizza la sua personalità,
spiegando che "sebbene il mio lavoro fosse amministrativo e lavorassi con il
marito, nella vita domestica della Moncloa, risulta più acile lavorare se le
persone sono più flessibili, con abitudini disciplinate e orari normali. Mi
riferisco a 'il caffè è troppo caldo' o 'il caffè è troppo freddo'.
In questo senso, Ana Botella è una donna difficile".
La coppia che ha lasciato i migliori ricordi è senza dubbio quella formata da Zapatero
e Sonsoles: "Sono stati i più affettuosi con tutto il personale, si sono sempre
preoccupati di facilitare il lavoro alle persone. Hanno una memoria prodigiosa,
sempre attenti: se la signora che stira aveva avuto un nipotino, chiedevano di lui,
se la moglie di chi serve il caffè era malata, chiedevano come stava. Sono stati entrambi
gradevoli. Poi è vero che conducevano una vita molto austera, a volte abbiamo
pensato che erano un matrimonio noioso perché all'essere così giovani, non
amavano uscire. Ma hanno reso tutto più semplice".
Felipe González e Carmen
Romero hanno avuto le maggiori difficoltà a gestire i figli, entrati
bambini alla Moncloa e usciti, 14 anni dopo, come giovani uomini, che avevano
passato la loro ribelle adolescenza nella seconda residenza più importante di
Spagna: "E' complicato essere adolescenti alla Moncloa" assicura ancora
Maria Ángeles.
Ma è complicato anche essere la primera dama: la prima in assoluto, Amparo Illana,
la moglie di Adolfo Suárez, aveva anche un carattere tendente al pessimismo e
alla depressione e non riusciva ad abituarsi all'idea di un marito sempre impegnato
e osservato da tutto il Paese. La sua migliore alleata è stata la regina Sofia: "Era
sempre molto attenta a lei, la chiamava con frequenza e se la trovava malinconica
si autoinvitava a mangiare. Le diceva: "Amparo, tu e io da sole" con
una dolcezza e un affetto incredibili, per spingerla ad animarsi".
E adesso, dopo tante primeras damas, è tempo di una presidenta? Sarà Esperanza
Aguirre o Carme Chacón la prima ad abitare la Moncloa per merito proprio? López
non si sbilancia: "Complicatisssimo rispondere, sono tempi difficili e dobbiamo guardare con attenzione a chi affidiamo il destino del nostro Paese. Ma spero
che il prossimo inquilino sia una donna, non aver potuto lavorare con nessuna
presidente è una spina che ho nel cuore. Penso che una donna possa avere un approccio
più sensibile, un elemento che può essere un valore aggiunto alla formazione che
ovviamente deve avere".
A vedere Margareth Thatcher e Angela Merkel tutta questa maggiore sensibilità
non si vede. Speriamo che la prima presidente del Governo spagnolo, sia Chacón
o Aguirre, sia davvero più sensibile e meno ideologica delle due più imporanti donne
presidenti espresse finora dall'Europa.