mercoledì 8 maggio 2013

In un libro i segreti delle first ladies spagnole. E la regina Sofia, la loro migliore alleata

Ana Botella de Aznar è nata per comandare, Sonsoles Espinosa de Rodriguez è stata la più affettuosa, Amparo Illana de Suárez ha potuto contare su un'amica d'eccezione, la regina Sofia. Sono alcune delle 'rivelazioni' di Las damas de la Moncloa, il libro scritto da Maria Ángeles López de Celis, per raccontare le primeras damas che si sono alternate, nella Spagna della democrazia, nella residenza del Presidente del Governo.
López de Celis è stata per oltre 30 anni funzionaria amministrativa della Moncloa, ha dunque conosciuto da vicino i presidenti del Governo e le loro famiglie e si è fatta un'idea personale sugli uomini e sulle donne che hanno abitato negli appartamenti presidenziali. Spostata al Ministero degli Interni, ha deciso di raccontare, con uno stile gradevole e rispettoso, quello che ha visto: il suo primo libro, Los presidentes en zapatillas (I presidenti in pantofole), ha raccontato i segreti, mai pericolosi, degli uomini che hanno guidato la Spagna democratica, Adolfo Suárez, Leopoldo Calvo Sotelo, Felipe González, José Maria Aznar, José Luis Rodriguez Zapatero e Mariano Rajoy. Adesso tocca alle loro mogli: Amparo Illana, Pilar Ibáñez, Carmen Romero, Ana Botella, Sonsoles Espinosa, Elvira Fernández.
Las damas de la Moncloa cerca di entrare nella vita intima e segreta della Moncloa, raccontando come le mogli dei presidenti si siano adattate alla loro nuova vita, quale stile abbiano imposto, quali rapporti abbiano instaurato con il personale della residenza. Insomma, è il racconto di quello che non si vede e su cui ci si interroga, quando si pensa ai palazzi del potere.
Il sito web dell'edizione spagnola di Vanity Fair ha pubblicato una bella intervista con l'autrice del libro, che, senza mai rivelare cose imbarazzanti, apre uno squarcio sulle personalità delle primeras damas, "tutte ben preparate in relazione ai tempi in cui abbiamo mano a mano vissuto. A parte Amparo Illana, tutte avevano titoli di scuola superiore. Tutte avevano una buona presenza fisica e intellettuale e hanno saputo muoversi molto bene".
Vanity Fair si diverte a chiederle qualche "la più" e Maria Ángeles López non si tira indietro. Così rivela che la più mediatica è stata Ana Botella, la moglie di José Maria Aznar, oggi sindaco, spesso contestata, di Madrid: all'essere attiva, presente e pratica, Botella sapeva ovviare alle carenze di Aznar, il cui carattere non sprizzava simpatia da tutti i pori, per stessa ammissione dell'ex funzionaria della Moncloa: "Il miglior attivo di Aznar è stata Ana Botella" assicura López "Ha fatto un lavoro complementare a quello del marito molto prezioso. A lei è sempre piaciuta la politica, che ora esercita in modo attivo. Il suo modello era più americano". Botella si porta via anche il titolo di più controllatrice: "E' complicata, esigente ed è nata per comandare". Così la scrittrice sintetizza la sua personalità, spiegando che "sebbene il mio lavoro fosse amministrativo e lavorassi con il marito, nella vita domestica della Moncloa, risulta più acile lavorare se le persone sono più flessibili, con abitudini disciplinate e orari normali. Mi riferisco a 'il caffè è troppo caldo' o 'il caffè è troppo freddo'. In questo senso, Ana Botella è una donna difficile".
La coppia che ha lasciato i migliori ricordi è senza dubbio quella formata da Zapatero e Sonsoles: "Sono stati i più affettuosi con tutto il personale, si sono sempre preoccupati di facilitare il lavoro alle persone. Hanno una memoria prodigiosa, sempre attenti: se la signora che stira aveva avuto un nipotino, chiedevano di lui, se la moglie di chi serve il caffè era malata, chiedevano come stava. Sono stati entrambi gradevoli. Poi è vero che conducevano una vita molto austera, a volte abbiamo pensato che erano un matrimonio noioso perché all'essere così giovani, non amavano uscire. Ma hanno reso tutto più semplice".
Felipe González e Carmen Romero hanno avuto le maggiori difficoltà a gestire i figli, entrati bambini alla Moncloa e usciti, 14 anni dopo, come giovani uomini, che avevano passato la loro ribelle adolescenza nella seconda residenza più importante di Spagna: "E' complicato essere adolescenti alla Moncloa" assicura ancora Maria Ángeles.
Ma è complicato anche essere la primera dama: la prima in assoluto, Amparo Illana, la moglie di Adolfo Suárez, aveva anche un carattere tendente al pessimismo e alla depressione e non riusciva ad abituarsi all'idea di un marito sempre impegnato e osservato da tutto il Paese. La sua migliore alleata è stata la regina Sofia: "Era sempre molto attenta a lei, la chiamava con frequenza e se la trovava malinconica si autoinvitava a mangiare. Le diceva: "Amparo, tu e io da sole" con una dolcezza e un affetto incredibili, per spingerla ad animarsi".
E adesso, dopo tante primeras damas, è tempo di una presidenta? Sarà Esperanza Aguirre o Carme Chacón la prima ad abitare la Moncloa per merito proprio? López non si sbilancia: "Complicatisssimo rispondere, sono tempi difficili e dobbiamo guardare con attenzione a chi affidiamo il destino del nostro Paese. Ma spero che il prossimo inquilino sia una donna, non aver potuto lavorare con nessuna presidente è una spina che ho nel cuore. Penso che una donna possa avere un approccio più sensibile, un elemento che può essere un valore aggiunto alla formazione che ovviamente deve avere".
A vedere Margareth Thatcher e Angela Merkel tutta questa maggiore sensibilità non si vede. Speriamo che la prima presidente del Governo spagnolo, sia Chacón o Aguirre, sia davvero più sensibile e meno ideologica delle due più imporanti donne presidenti espresse finora dall'Europa.