venerdì 31 maggio 2013

La Corte Interamericana dei Diritti Umani sollecita a El Salvador l'aborto di Beatriz, in pericolo di vita

La Corte Interamericana dei Diritti Umani ha chiesto a El Salvador di intervenire urgentemente in favore di Beatriz, la giovane mamma di 22 anni, incinta di 22 settimane di un feto anencefalico, destinato a morire poche ore dopo la sua nascita. Il suo parere è vincolante e pertanto El Salvador dovrà permettere l'aborto terapeutico della giovane donna.
Beatriz, il nome è di fantasia, è malata di lupus, soffre un'insufficienza renale e varie altre malattie che potrebbero condurla alla morte a causa della gravidanza, per questo i medici di San Salvador, che l'hanno in cura, hanno consigliato un aborto terapeutico. Ma, siccome nel Salvador l'aborto è illegale in ogni circostanza, non l'hanno praticato per non incorrere in denunce alla Giustizia.
Stamattina il Tribunale Supremo salvadoregno ha negato alla giovane l'aborto, perché considera che i diritti di una madre non debbano prevalere su quelli del nascituro né viceversa.
Il caso di Beatriz sta causando forti polemiche nel Paese centromericano, dove ci sono una ventina di donne in carcere per aver abortito o per aver subito parti prematuri a causa di gravidanze difficili, e sta mobilitando l'opinione pubblica internazionale. Amnesty international ha denunciato l'inerzia delle autorità politiche salvadoregne e l'aggressività dei movimenti anti-abortisti, pronti a far morire Beatriz pur di non permetterle di abortire un figlio che comunque morirà poco dopo la nascita, al non avere parte del cervello.
Oggi pomeriggio, l'intervento della Corte Interamericana dei Diritti Umani, che non ha analizzato il caso di Beatriz in un processo, data l'urgenza, e che per questo ha chiesto ai giudici di emettere misure provvisorie, affinché lo Stato salvadoregno adotti "in modo immediato tutte le misure necessarie per proteggere la vita, l'integrità personale e la salute" della giovane. I giudici della Corte Interamericana hanno accettato l'urgenza e nella loro sentenza chiedono che siano adottate tutte le misure "necessarie ed effettive affinché il gruppo medico che sta trattando la signora B possa adottare, senza alcuna interferenza, le misure mediche che considera opportune e convenienti per evitare danni che possono arrivare a essere irreparabili nella vita, integrità personale e salute".
El Salvador avrà tempo fino al 7 giugno per presentare un rapporto circa il rispetto delle misure dettate dalla Corte Interamericana.
La sentenza emessa da questa Corte lascia senza effetto la proibizione all'aborto dettata stamattina dal Tribunale Supremo di El Salvador, all'essere vincolante. E' la prima volta che la Corte Interamericana dei Diritti Umani, con sede a San José, nel Costarica, emette una sentenza sull'aborto.
In America sono cinque i Paesi che non ammettono l'aborto in nessuna circostanza: Cile, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Repubblica Dominicana.