venerdì 3 maggio 2013

La moda flamenca, un business di arte e creatività. Esportazioni per 523 milioni di euro

Nel suo ultimo numero S Moda, il supplemento di tendenze di El Pais, ha dedicato un articolo alla moda flamenca, definendo la Feria de Abril di Siviglia, la migliore vetrina del settore.
E' il riconoscimento a una moda che negli ultimi anni ha cambiato il vestito da gitana, senza snaturarne l'identità, ha creato un settore che muove oltre 500 milioni di euro solo in esportazioni e che è seguito da bloggers appassionate e competenti come le fashion bloggers, che seguono le tendenze della moda urbana.
"E' diventato un importante motore economico che, come l'alta moda di Parigi, difende l'artigianato e promuove il disegno su misura. Ispira firme come Balenciaga o Ralph Lauren. Ha posato davanti all'obiettivo di Annie Leibovitz. Si è infilato nelle vetrine più prestigiose, come Harrod's, dove i vestiti di Vicky Martín Berrocal sono stati esibiti per due anni consecutivi" scrive a mo' di presentazione S Moda.
La stilista Pilar Vera, presidente dell'Asociación de Empresarios de Artesanía y Moda Flamenca, ricorda i vestiti da gitana preparati per la festa dei 60 anni di sir Philip Green, proprietario di Topshop: "Era una festa tematica a Cancùn, ispirata alla Spagna. Tra gli invitati Kate Moss, Naomi Campbell e Anne Wintour, a cui ho disegnato i vestiti. E' stato a marzo 2012 e ho lavorato per un anno per quell'evento". Ma non sono solo feste private.
Il traje de flamenca è imprescindibile per le ferias andaluse, a cui da il via la Feria de Abril. "Tutto inizia a settembre, quando i laboratori preparano i primi bozzetti dei disegni che si vedranno a gennaio in SIMOF, la Passerella Internazionale della Moda Flamenca. Perché, anche se sembra che esiste una matrice unica, oggi le tendenze cambiano anno dopo anno" scrive la rivista, ricordando che il traje de flamenca è l'unico vestito folkloristico in continua evoluzione.
Victorio&Lucchino, una delle più prestigiose firme della moda spagnola, si prende il merito del cambiamento del vestito da gitana, avvenuto negli ultimi due decenni: "Abbiamo marcato il cambio con il primo taglio stretto e i volants a chiocciola. Abbiamo mescolato tessuti, abbiamo fatto mantoncillos stampati. Volevamo dare un cambio a 180° al prototipo classico. Che le nostre clienti si dimenticassero del total look e creassero un proprio stile, con i coralli della nonna, gli orecchini hippies..." dice José Victor Rodríguez Caro, il Victorio della coppia di stilisti sivigliani. E magari avrà ragione lui, tutto è iniziato da Victorio&Lucchino, anche se le due stiliste che si associano al cambio sono soprattutto la cordobese Juana Martin, che ha introdotto il jeans nei volants, e la onubense Vicky Martin Berrocal, che ha disegnato vestiti di pelle di Ubrique, di maglia metallica, colas di rose realizzate a mano, entrate nell'immaginario collettivo, grazie a uno storico servizio su Vogue USA, firmato da Anne Leibovitz.
"Faccio quello che voglio, con rispetto e ammirazione, questo capo di abbigliamento per una donna andalusa è tutto" spiega Vicky. "Nel sud la moda è come una cerimonia" continua S Moda "E' come quando un torero si veste per la corrida" rimanda Vicky Martin Berrocal.
Grazie a questa vitalità, la moda flamenca dà lavoro a migliaia di artigiani locali sparsi soprattutto nella provincia di Siviglia: "Ci sono paesi interi che ricamano i mantellini" assicura Rodríguez Caro. Ed è diventata un'importate voce del PIL andaluso,con esportazioni che superano i 523 milioni di euro e con vendite che, in tempi di gravissima crisi economica, resistono ai trajes cinesi da 99 euro, grazie alla qualità dei tessuti e alle rifiniture. Ma chi indossa la moda flamenca, all'estero? Le esportazioni sono dirette verso Francia, Canada, Germania, USA, Messico, Colombia e, soprattutto, Giappone, Paese innamorato da anni della cultura flamenca (a Siviglia non si contano le giapponesi che imparano a ballare il flamenco nelle scuole locali né le scuole nipponiche che mandano i loro studenti a fare stages a Siviglia, come a risciacquarsi i panni nel Guadalquivir).
Se gli stilisti e gli operatori del settore chiedono politiche pubbliche più attente al sostegno della moda flamenca, la blogosfera analizza con passione tutte le novità. I blog specializzati sono tanti e S Moda ne cita in particolare tre, che sono i must del traje de flamenca, Lunarit0s.com, di Aida Lineros, Entreciriosyvolantes.com, di Claudia Alfaro, Mamademayorquieroserflamenca.com di Elena Rivera.
Quest'ultima è una convinta sostenitrice dell'urban style della moda flamenca, della possibilità di ogni flamenca, cioè, di adattare le tendenze al proprio gusto e al proprio stile, con creatività e originalità: durante la Feria de Abril ha setacciato calles e casetas alla ricerca dei looks più interessanti, nuovi e originali. Ha pubblicato le fotografie degli otto outfits che l'hannocolpita di più e ha invitato le sue lettrici a scegliere quello che piace loro di più.
Le sue foto sono una piccola dimostrazione di come questo traje così sensuale e femminile sappia essere sempre diverso e flessibile alle esigenze e ai sogni di ogni donna. Dal suo blog, i miei outfits preferiti tra gli otto selezionati da Elena e che potete vedere al link già indicato (il mio prediletto penso sia il rosso).