venerdì 17 maggio 2013

Letizia di Spagna mette in guardia sulla manipolazione della lingua in tempo di crisi economica

Se la lasciassero parlare, se la smettesse di essere rigida e distante, se iniziasse a sentirsi più a suo agio in questo ruolo di difficili equilibri, non dico che Letizia Ortiz recupererebbe la spontaneità e la simpatia del giorno della pedida de la mano, della presentazione ai media. Ma risulterebbe una principessa molto più interessante, una donna con idee e con cose da dire, magari con la capacità di dare suggerimenti e ispirazioni su temi importanti e che conosce bene, grazie anche alla sua vita precedente al matrimonio con il Principe Felipe.
Certo, Letizia ha un passato agnostico, di sinistra e repubblicano, che ha lasciato da parte quando è entrata nella Famiglia Reale e che affiora quando parla a ruota libera, senza pensare alle inevitabili interpretazioni delle sue parole. Come dimenticare quella volta in Cile, quando, durante una visita ufficiale, a proposito del matrimonio omosessuale, che di tanto in tanto rientra nel dibattito del Paese sudamericano, disse che in Spagna la presenza di leggi sull'aborto e sul matrimonio gay è cosa accettata e normale? Non aveva detto niente di male, aveva descritto una realtà, ma gli anti-abortisti e gli anti-matrimonio gay ne avevano approfittato per criticarla, sostenendo che aveva espresso appoggio a una parte in causa, cosa che i membri della Famiglia Reale dovrebbero evitare (ma non appoggiano parti in causa, quando parlano genericamente di solidarietà, risolvere i problemi tutti insieme, portare il benessere anche a chi meno ne gode?).
Ogni volta che parla a ruota libera Letizia appare molto più progressista e più aperta della Famiglia Reale. Succede anche ai Seminari internazionali della Lingua e del Giornalismo, che da qualche anno a questa parte inaugura a La Rioja. Se Felipe ha il discorso dei Premios Principe de Asturias, in autunno a Oviedo, per far sapere cosa pensa, Letizia sembra aver preso questi seminari sul Giornalismo come un'occasione per poter dire la sua sulla società spagnola, sul linguaggio, sul giornalismo. Lo fa sempre con attenzione, noblesse oblige, ma non mancando mai di mandare messaggi e obbligando tutte le volte a chiedersi come sarebbe questa ex giornalista diventata Principessa, se potesse occuparsi dei temi che la appassionano e se gli spagnoli si occupassero più delle sue idee e di quello che può apportare che delle sue operazioni estetiche e della lunghezza delle sue gonne. 
L'VIII Seminario Internazionale di Lingua e Giornalismo, in corso a La Rioja, porta come sottotitolo Il linguaggio della crisi. E di crisi ha parlato la principessa, nel discorso con cui ha aperto i lavori. Peccato non si trovi il discorso intero da nessuna parte, neanche nel sito della Casa Reale Spagnola, ma da quello che si legge nelle agenzie e nei media, Letizia non ha risparmiato critiche al governo e ai media per l'uso delle parole, per la manipolazione del loro significato, con cui evitano di dire apertamente quello che sta succedendo.
Utilizzando il vocabolario Letizia ha ricordato che crisi non ha necessariamente un'accezione negativa: indica un 'cambio brusco', una 'mutazione importante', un momento decisivo. "Alcuni pensano che, dato che nella sua prima accezione significa cambio brusco e che questo possa essere sia per migliorare che per peggiorare le cose, la parola crisi ha subito un cambio semantico. Perché, a questo punto non sono molti, probabilmente, che le danno la sua connotazione positiva".
Ma non c'è solo il cambio semantico della parola, è proprio la crisi che "ha un proprio linguaggio, il cui uso può essere intenzionato. Non è la stessa cosa dire aiuto invece di salvataggio, recessione diventata crescita negativa o ristrutturazione al posto di tagli". E se ci vedete in queste parole un po' di critica alle acrobazie del Governo per evitare di usare le parole che spaventano e preoccupano, non siete i soli. Letizia ha proseguito ricordando che la crisi è un tema che preoccupa la maggior parte degli spagnoli e per questo si è detta fiduciosa che il seminario offra "guide chiare" sull'uso delle parole, affinché si possa esprimere quello che si pensa con quelle più corrette, cosa che "i cittadini ringrazieranno, siano giornalisti o meno".
Con queste sole parole riportate dai media, Letizia si è conquistata il plauso di chi tende a criticarla sempre e comunque. "Per una volta che dice una cosa che mi piace, non sarò io a criticare Letizia", "Se fosse meno incorsettata, non le manderebbe a dire", "La Casa Reale ha deciso di prendere posizione?" Sono tra le frasi che si sono lette sotto gli articoli che hanno riportato le parole della Principessa.
Nessuna osservazione sul suo look, sui media che hanno riportato il suo discorso. Meno male.