lunedì 24 giugno 2013

La povertà della Grecia, dopo l'austerità imposta dalla Troika, nelle foto di Yannis Behrakis

Sono foto che sono come uno schiaffo in pieno viso. Sono istantanee da Terzo Mondo, che sono una ferita indignante per chiunque creda che l'Europa sia un'altra cosa, che l'Europa vegli sul benessere dei propri cittadini e non lasci neanche uno sulla soglia della povertà e della fame (o che per lo meno ci provi). Sono foto della Grecia, scattate dal fotografo Yannis Behrakis per Reuters, per documentare la rovina del suo Paese, a causa dell'austerità imposta dal FMI, dall'UE e dalla BCE. Parlano di persone normali, che avevano una casa, un lavoro e un futuro e che li hanno perduti, a causa della crisi economica e delle politiche imposte dalla Troika: hanno chiuso negozi, hanno perduto impieghi, non hanno più una casa, vivono in auto, in strada, sulle panchine.
Leggi che ad Atene tagliano gli alberi per riscaldarsi, perché non ci sono i soldi per pagare il riscaldamento, come nella Romania di Nicolae Ceaucescu; che la tv pubblica chiuderà per riaprire privatizzata, perché non ci sono i soldi per mantenerla; che migliaia di persone della classe media vivono in strada, avendo perso tutto, a causa della crisi economica e della domanda interna strozzata. E ti chiedi come sia possibile tutto questo in Europa, nel cuore della civiltà europea, nel Paese senza il quale non saremmo quello che siamo come europei, come mediterranei, come italiani. Come abbiamo potuto permettere tutto questo nel Paese più antico d'Europa?
Il FMI ha ammesso di essersi sbagliato sulla Grecia, l'UE ancora no, perché in Germania voteranno in autunno e l'impresentabile signora Angela Merkel, la stessa che ha voluto tutto questo e che si meraviglia se non è amata in Grecia e viene ritratta come una gerarca nazista, la stessa che mantiene il silenzio sull'insolvenza delle banche tedesche e sulla loro mancanza di etica e che ha convinto i pensionati tedeschi che l'Europa del Sud è abitata da fannulloni che hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità e adesso vogliono i soldi dei buoni risparmiatori tedeschi, non può ammettere l'errore.
Si guarda questa dolorosa galleria fotografica pubblicata da elconfidencial.com e si pensa che no, non è Latinoamérica o Asia. E' Europa e nessuno ha ancora pagato, almeno con le dimissioni, per tutta questa sofferenza, per tutto questo dolore. Grazie, FMI e Merkel.