Sono foto che sono come uno schiaffo in pieno viso. Sono
istantanee da Terzo Mondo, che sono una ferita indignante per chiunque creda
che l'Europa sia un'altra cosa, che l'Europa vegli sul benessere dei propri
cittadini e non lasci neanche uno sulla soglia della povertà e della fame (o che
per lo meno ci provi). Sono foto della Grecia, scattate dal fotografo Yannis Behrakis
per Reuters, per documentare la rovina del suo Paese, a causa dell'austerità
imposta dal FMI, dall'UE e dalla BCE. Parlano di persone normali, che avevano
una casa, un lavoro e un futuro e che li hanno perduti, a causa della crisi
economica e delle politiche imposte dalla Troika: hanno chiuso negozi, hanno
perduto impieghi, non hanno più una casa, vivono in auto, in strada, sulle
panchine.
Leggi che ad Atene tagliano gli alberi per riscaldarsi, perché non ci sono i
soldi per pagare il riscaldamento, come nella Romania di Nicolae Ceaucescu; che
la tv pubblica chiuderà per riaprire privatizzata, perché non ci sono i soldi
per mantenerla; che migliaia di persone della classe media vivono in strada,
avendo perso tutto, a causa della crisi economica e della domanda interna
strozzata. E ti
chiedi come sia possibile tutto questo in Europa, nel cuore della civiltà
europea, nel Paese senza il quale non saremmo quello che siamo come europei,
come mediterranei, come italiani. Come abbiamo potuto permettere tutto questo
nel Paese più antico d'Europa?
Il FMI ha ammesso di essersi sbagliato sulla Grecia, l'UE ancora no, perché in
Germania voteranno in autunno e l'impresentabile signora Angela Merkel, la stessa che
ha voluto tutto questo e che si meraviglia se non è amata in Grecia e viene
ritratta come una gerarca nazista, la stessa che mantiene il silenzio
sull'insolvenza delle banche tedesche e sulla loro mancanza di etica e che ha
convinto i pensionati tedeschi che l'Europa del Sud è abitata da fannulloni che
hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità e adesso vogliono i soldi
dei buoni risparmiatori tedeschi, non può ammettere l'errore.
Si guarda questa dolorosa galleria fotografica pubblicata da elconfidencial.com
e si pensa che no, non è Latinoamérica o Asia. E' Europa e nessuno ha ancora pagato, almeno con le dimissioni, per tutta questa sofferenza, per tutto questo dolore. Grazie, FMI e Merkel.