domenica 14 luglio 2013

300 anni senza Gibilterra: la Spagna ricorda la perdita del Pennone e rivendica i suoi diritti

Ieri i giornali spagnoli ricordavano i 300 anni dal Trattato di Utrecht, firmato il 13 luglio 1713, che pose fine alla Guerra di Successione Spagnola e le cui conseguenze sono ancora oggi una ferita aperta per il Paese. 300 anni senza Gibilterra, titolava
El Mundo, per sintetizzare la perdita e il ricordo. 
Con il Trattato di Utrecht, la Spagna ha ceduto infatti alla Gran Bretagna la sovranità di Gibilterra, un piccolo territorio di poco più di 5 kmq, dall'importantissima posizione geostrategica, a ridosso dello Stretto e delle sue vie commerciali; gli inglesi si assicurarono anche il controllo di Minorca, che però nel 1802, meno di un secolo dopo, venne restituita alla Corona spagnola. Gibilterra, invece, non è mai stata restituita, è l'ultima colonia rimasta su territorio europeo ed è ancora oggi la spina nei rapporti tra Spagna e Gran Bretagna. Tanto che le due Corone si fanno di tanto in tanto qualche dispetto, per segnalare la tensione causata dalle incomprensioni sulla Rocca mediterranea: i Reali spagnoli non vanno al matrimonio di Carlo e Diana, i Principi di Galles iniziano la loro luna di miele da Gibilterra, la regina Sofia boicotta all'ultimo momento il Giubileo dei 60 anni sul trono di Elisabetta II. 
L'articolo 10 del Trattato stabilisce che "il Re Cattolico, per sé e per i suoi successori, cede, con questo Trattato, alla Corona della Gran Bretagna la piena e intera proprietà della città e castelli di Gibilterra, insieme al suo porto, le difese e le fortezze che le appartengono, dando la detta proprietà assolutamente, affinché la possegga e la goda con pieno diritto e per sempre, senza eccezione né impedimento alcuno". In base a questo articolo, la Spagna non riconosce l'esistenza di acque territoriali né di spazio aereo a Gibilterra, mentre i britannici ne esigono il controllo; questo fa sì che ci siano infinite discussioni, anche in sede europea, sul controllo delle acque e della pesca nello Stretto; negli ultimi mesi ci sono stati veri e propri inseguimenti, davanti al mare della Rocca, perché i pescherecci spagnoli pescano in acque che Gibilterra considera proprie. La sfida tra le autorità spagnole e britanniche, nel mare di Gibilterra, sembra infinita, l'ultima cartuccia rimasta alla Spagna per rivendicare la sovranità su un territorio che considera proprio. 
La rivendicazione di Gibilterra è iniziata negli anni '40, durante la dittatura franchista, e ha cambiato i toni, nonostante i momenti di tensione, con l'instaurazione della democrazia in Spagna, alla fine degli anni '70. L'accordo è lontanissimo, per non dire impossibile, dato che i britannici hanno chiaro che restituiranno Gibilterra alla Spagna, "quando la Spagna si trasformerà nella Cina", cioè, mai. Il paragone con Hong Kong, che fu restituita una decina d'anni fa alla Cina, è del resto impossibile: Hong Kong fu affittata per 99 anni dal Regno Unito e allo scadere del 'contratto'; fu restituita alla Madrepatria, dietro precise garanzie su democrazia e modello di sviluppo economico, Gibilterra è stata ceduta dalla Spagna al Regno Unito mediante un Trattato internazionale e la sua rivendicazione si basa soltanto sul modello di Stato e di concezione dei rapporti tra Paesi, che è molto cambiato rispetto a 300 anni fa. E le rivendicazioni della Spagna devono trovare un equilibrio e una misura che impedisca al Marocco di esigere lo stesso per Ceuta e Melilla, le due città enclave spagnolo in territorio marocchino.
A rendere complicata la rivendicazione della Rocca è anche un altro concetto entrato nel lessico politico in questi ultimi 300 anni: l'autodeterminazione dei popoli. La maggior parte degli llanitos, così gli spagnoli chiamano gli abitanti di Gibilterra, vuole rimanere sotto la Corona britannica. Nel 2001 Regno Unito e Spagna avevano iniziato a discutere di una possibile gestione comune della sovranità dell'isola su determinati temi, che stanno a cuore a entrambi i Paesi (le acque territoriali, l'ambiente, il controllo delle vie del narcotraffico, tra gli altri); nel 2002 il 98% dei residenti ha rifiutato l'idea di una co-sovranità. Non per niente la Spagna tende a rifiutare un negoziato a tre, con Regno Unito e Gibilterra, ed esige di discutere la questione solo con Londra, come se gli abitanti della Rocca non avessero diritto di decidere il proprio futuro e il proprio destino. Ma, del resto, se la Spagna ammettesse l'autodeterminazione dei popoli, si troverebbe immediatamente di fronte i due grandi problemi del suo modello di Stato centralista: la Catalogna e i Paesi Baschi, che esigerebbero immediatamente un referendum per stabilire la propria indipendenza. 
E gli llanitos non hanno molte ragioni per voler tornare alla Spagna, 300 anni dopo. Il reddito medio pro capite di Gibilterra è 47mila euro all'anno, mentre in Andalusia è di 17mila euro (Gibilterra gode di notevoli vantaggi fiscali rispetto alla Spagna, che la rendono sede di grandi società e di banche, come se fosse una piccola Lussemburgo, che fa infuriare le autorità spagnole, sullo Stretto più importante del Mediterraneo). Di fatto sono gli llanitos che si oppongono a ogni accordo tra Spagna e Gran Bretagna che riduca i legami con Londra; tutti i referendum che sono stati fatti hanno visto una vittoria schiacciante della Gran Bretagna. Gli accordi per il controllo delle acque e per lo spazio aereo sono difficili, anche per le opposizioni dell'autorità di Gibilterra, così mancano una politica comune per la pesca, per l'ambiente e per la lotta al narcotraffico, che nello Stretto di Gibilterra ha una delle sue rotte più importanti. 
L'Europa poco sembra ottenere in questa contesa antica, in cui l'autodeterminazione dei popoli e l'accettazione della storia sembrano essere concetti a margine. Eppure, secondo El Pais, potrebbe essere proprio l'Europa a rendere possibile il riavvicinamento tra le autorità della Rocca e Madrid. "A Gibilterra preoccupa, secondo le fonti consultate, l'annuncio di Cameron, secondo il quale ci sarà un referendum nel 2017 per decidere la permanenza del Regno Unito nella UE. Anche se il premier vuole continuare a rimanere in Europa, nessuno può essere sicuro del risultato, e se Londra finirà con l'uscire dalla UE, si porterà con sé Gibilterra. Il Pennone è fuori dall'euro, da Schengen, dall'unione doganale e dalla politica agricola e ittica comune. Ma ottiene vantaggi dalla UE. L'ultimo: 10,5 milioni del bilancio comunitario 2014-20". Il vile denaro potrebbe spingere gli llanitos a rivedere i propri rapporti con la Spagna, in caso di referendum britannico e uscita dalla UE?