Alcuni giorni fa, di ritorno da Mosca, il presidente della Bolivia Evo Morales
è dovuto atterrare d'emergenza a Vienna, perché, vari Paesi europei, tra cui
l'Italia, gli hanno negato il proprio spazio aereo, temendo che a bordo del suo
aereo ci fosse Edward Snowden, l'uomo che ha svelato al mondo come gli Stati Uniti spiino
anche gli alleati. Morales è rimasto a Vienna per ore, "Mi sono sentito
prigioniero" è arrivato a dire, fino a quando è stato raggiunto un
accordo che permettesse al suo aereo di volare sull'Europa, fare rifornimento
alle Canarie e quindi attraversare l'Atlantico. Può un Capo di Stato essere
trattato e umiliato in questo modo?
Morales ha ricevuto la solidarietà immediata dei Paesi sudamericani
tradizionali alleati, l'UNASUR si è riunito a Cochabamba, in Bolivia, per
manifestare solidarietà al presidente e ha elaborato un durissimo documento,
con il quale esige le scuse dei Paesi che hanno negato il diritto di volare nel
proprio spazio aereo a un Capo di Stato sudamericano. Eccolo in italiano:
Davanti alla situazione a cui è stato sottoposto il Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia Evo Morales, da parte dei Governi di Francia,
Portogallo, Italia e Spagna, denunciamo davanti alla comunità internazionale e
ai diversi organismi multilaterali:
- La fragrante violazione dei Trattati Internazionali che reggono la convivenza
pacifica, solidarietà e cooperazione tra i nostri Stati, cosa che costituisce
un atto insolito e ostile, configurando un fatto illecito, che colpisce la
libertà di transito e spostamento di un Capo di Stato e della sua delegazione
ufficiale.
- L'abuso e le pratiche neocoloniali che ancora resistono nel nostro pianeta in
pieno XXI secolo.
- La mancanza di trasparenza sulle ragioni delle decisioni politiche che hanno
impedito il passaggio dell'aereo presidenziale boliviano e del suo presidente.
- L'affronto sofferto dal presidente Evo Morales, che offende non solo il popolo
boliviano, ma tutte le nostre nazioni
- Le pratiche illegali di spionaggio che mettono in pericolo i diritti dei
cittadini e la convivenza amichevole tra le nazioni
Davanti a queste denunce, siamo convinti che il processo di costruzione della
Patria Grande, in cui siamo impegnati, debba consolidarsi nel pieno rispetto
della sovranità e dell'indipendenza dei nostri popoli, senza l'ingerenza dei
centri egemonici mondiali, superando le vecchie pratiche con cui si vogliono
imporre Paesi di prima e di seconda classe.
I Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNSUR),
riuniti a Cochabamba, Bolivia, il 4 luglio 2013,
1 dichiariamo che l'inaccettabile restrizione della libertà del presidente Evo
Morales Ayma, che lo ha trasformato virtualmente in un ostaggio, costituisce una
violazione dei diritti non solo del popolo boliviano, ma di tutti i Paesi e
popoli di Latinoamérica e stabilisce un pericoloso precedente in materia di
diritto internazionale vigente
2 rifiutiamo i comportamenti, che hanno chiaramente violato norme e principi
elementari del diritto internazionale, come l'inviolabilità dei Capi di Stato
3 esigiamo che i governi di Francia, Portogallo, Italia e Spagna spieghino le
ragioni della decisione di impedire il volo dell'aereo presidenziale dello Stato
Plurinazionale della Bolivia, nel loro spazio aereo
4 allo stesso modo, esigiamo che i governi di Francia, Portogallo, Italia e
Spagna presentino le scuse pubbliche corrispondenti sui gravi fatti già citati
5 Sosteniamo la Denuncia presentata dallo Stato Plurinazionale della Bolivia
all'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, per
la grave violazione dei Diritti Umani e messa in pericolo, in particolare, della
vita del Presidente Evo Morales. Allo stesso modo, sosteniamo il diritto dello
Stato della Bolivia di realizzare tutte le azioni che considera necessarie
davanti ai Tribunali e alle istituzioni competenti
6 siamo d'accordo nel formare una Commissione di Chiarimento, assegnando ai
nostri Ministri degli Esteri il compito di realizzare tutte le azioni necessarie
per chiarire i fatti.
Infine, nello spirito dei principi stabiliti nel Trattato Costitutivo di UNASUR,
esortiamo tutti i Capi di Stato dell'Unione ad accompagnare la presente
Dichiarazione. Allo stesso modo, convochiamo l'ONU e gli organismi regionali che
non lo hanno ancora fatto, a pronunciarsi su questo avvenimento ingiustificabile
e arbitrario.