giovedì 18 luglio 2013

La triste e romantica leggenda della Torre di Don Fadrique, a Siviglia

Dalle strade intorno al Convento di Santa Clara, nel Barrio de San Lorenzo, a Siviglia, la Torre di don Fadrique si scorge appena. E' una torre medievale, in stile gotico, unica sopravvissuta di quell'epoca a Siviglia. La avvolge una leggenda romantica, che sembra abbia poco a che vedere con la Storia, più crudele.
Don Fadrique era Infante di Castiglia, figlio di Fernando III, nato nel 1224 dal matrimonio con Beatrice di Svevia. Alla morte di sua madre, nel 1235, fu spedito in Italia, dallo zio, Federico II, lo stupor mundi a cui tanto deve l'Italia meridionale, per ricevere l'eredità materna che gli spettava, in termini di terreni e possedimenti, nel Sacro Romano Impero. Storicamente sembra non gli fu consegnata alcuna eredità, ma l'Imperatore Federico e l'Infante strinsero stretti legami d'affetto e il ragazzo passò vari anni in Italia, nella Corte sveva.
Al suo ritorno in Spagna, Fadrique ricevette numerose proprietà a Siviglia, città in cui si trovava la corte di re Ferdinando, e trovò suo padre, 50enne, risposato con la 17enne francese Jeanne de Danmartin, scelta per avvicinare la Castiglia alla Francia. Qualche anno dopo, alla morte del re, don Fadrique visitò la giovane vedova nell'Alcázar, per offrirle le sue condoglianze. E qualcosa successe tra i due giovani, separati da soli due anni di differenza, perché da allora don Fadrique prese a visitare spesso Jeanne e a uscire con lei. Le critiche per lo stretto rapporto tra la giovane vedova e il figliastro non si fecero aspettare, ma l'Infante, incurante, continuò a vedere la sua regina e le fece costruire una torre, affinché potesse dedicarsi all'amata caccia, avendo vicino un punto d'appoggio; la torre divenne anche il nido dell'amore proibito, perché all'epoca una regina doveva mantenersi vedova fino alla fine dei suoi giorni, non poteva avere amanti e certo non poteva guardare al figliastro (come lui, visti i legami con il padre scomparso, non poteva guardare alla vedova). Tutta Siviglia parlava indignata dei due amanti, fino a quando, in un tentativo di mettere fine ai pettegolezzi, Alfonso X, fratello maggiore di Fadrique, succeduto al padre sul trono di Castiglia, decise di spostare la Corte a Toledo, ma la nobiltà sivigliana si ribellò, continuando la sua guerra contro l'amore di Fadrique e Jeanne.
Disperata, la regina decise di tornare in Francia, per mettere fine al suo tormento e all'impopolarità di Fadrique. La leggenda vuole che mentre il veliero solcava il Guadalquivir, verso l'Atlantico, Jeanne si voltasse un'ultima volta piangente verso Siviglia, per ritrovare la torre del suo amore proibito. E qui, alla finestra, la aspettava Fadrique, che, al suo saluto con un fazzoletto, le fece un ultimo cenno d'addio con la mano.
Poco dopo, nel 1277, Alfonso X fece giustiziare il fratello, spinto dalla nobiltà e il clero, per aver offeso il decoro reale all'essersi innamorato della regina vedova e aver avuto relazioni con lei.
La realtà pare sia stata meno romantica: probabilmente don Fadrique fu giustiziato non per amore, ma per aver cospirato contro il sovrano, dato che fu ucciso per affogamento, il metodo destinato generalmente ai traditori.
Da allora la torre di don Fadrique, che continua a svettare nel cielo sivigliano ed è adesso inglobata nel complesso del Convento di Santa Chiara, trasformato in un Centro Culturale, non è più stata utilizzata.