Dalle strade intorno al Convento di Santa Clara, nel Barrio de San Lorenzo, a
Siviglia, la Torre di don Fadrique si scorge appena. E' una torre medievale, in
stile gotico, unica sopravvissuta di quell'epoca a Siviglia. La avvolge una
leggenda romantica, che sembra abbia poco a che vedere con la Storia, più
crudele.
Don Fadrique era Infante di Castiglia, figlio di Fernando III, nato nel 1224 dal
matrimonio con Beatrice di Svevia. Alla morte di sua madre, nel 1235, fu spedito
in Italia, dallo zio, Federico II, lo stupor mundi a cui tanto deve l'Italia
meridionale, per ricevere l'eredità materna che gli spettava, in termini di
terreni e possedimenti, nel Sacro Romano Impero. Storicamente sembra non gli fu
consegnata alcuna eredità, ma l'Imperatore Federico e l'Infante strinsero
stretti legami d'affetto e il ragazzo passò vari anni in Italia, nella Corte
sveva.
Al suo ritorno in Spagna, Fadrique ricevette numerose proprietà a Siviglia,
città in cui si trovava la corte di re Ferdinando, e trovò suo padre, 50enne,
risposato con la 17enne francese Jeanne de Danmartin, scelta per avvicinare la
Castiglia alla Francia. Qualche anno dopo, alla morte del re, don Fadrique
visitò la giovane vedova nell'Alcázar, per offrirle le sue condoglianze. E
qualcosa successe tra i due giovani, separati da soli due anni di differenza,
perché da allora don Fadrique prese a visitare spesso Jeanne e a uscire con
lei. Le critiche per lo stretto rapporto tra la giovane vedova e il figliastro
non si fecero aspettare, ma l'Infante, incurante, continuò a vedere la sua
regina e le fece costruire una torre, affinché potesse dedicarsi
all'amata caccia, avendo vicino un punto d'appoggio; la torre divenne anche il
nido dell'amore proibito, perché all'epoca una regina
doveva mantenersi vedova fino alla fine dei suoi giorni, non poteva avere amanti
e certo non poteva guardare al figliastro (come lui, visti i legami con il padre
scomparso, non poteva guardare alla vedova). Tutta Siviglia parlava indignata
dei due amanti, fino a quando, in un tentativo di mettere fine ai pettegolezzi,
Alfonso X, fratello maggiore di Fadrique, succeduto al padre sul trono di
Castiglia, decise di spostare la Corte a Toledo, ma la nobiltà sivigliana si
ribellò, continuando la sua guerra contro l'amore di Fadrique e Jeanne.
Disperata, la regina decise di tornare in Francia, per mettere fine al suo
tormento e all'impopolarità di Fadrique. La leggenda vuole che mentre il
veliero solcava il Guadalquivir, verso l'Atlantico, Jeanne si voltasse un'ultima
volta piangente verso Siviglia, per ritrovare la torre del suo amore proibito. E
qui, alla finestra, la aspettava Fadrique, che, al suo saluto con un fazzoletto,
le fece un ultimo cenno d'addio con la mano.
Poco dopo, nel 1277, Alfonso X fece giustiziare il fratello, spinto dalla
nobiltà e il clero, per aver offeso il decoro reale all'essersi innamorato
della regina vedova e aver avuto relazioni con lei.
La realtà pare sia stata meno romantica: probabilmente don Fadrique fu giustiziato non per amore, ma per aver
cospirato contro il sovrano, dato che fu ucciso per affogamento, il metodo
destinato generalmente ai traditori.
Da allora la torre di don Fadrique, che continua a svettare nel cielo sivigliano ed è adesso inglobata nel complesso del Convento di Santa Chiara, trasformato in un Centro Culturale, non è più stata
utilizzata.