lunedì 22 luglio 2013

Marca Spanien, la mostra-indagine degli artisti spagnoli a Berlino sulla Spagna di oggi

Se avete la enorme suerte di trascorrere questi giorni a Berlino, credete di aver già dato il necessario alla Porta di Brandeburgo, ad Alexanderplatz e all'Isola dei Musei, e state cercando alternative per conoscere una Berlino più irriverente e cosmopolita,  ecco un'idea che potrebbe interessarvi. 
All'ECC Kunsthalle Weissensee Kreativstadt, uno di questi spazi post-industriali della DDR che rendono ancora grande, inimitabile e affascinante Berlino, c'è una mostra curiosa. Si intitola Marca Spanien e riunisce  i lavori di un centinaio di giovani artisti, spagnoli e tedeschi, noti e meno noti, che hanno disegnato un cartellone pensando alla Spagna di oggi.
Tutto è nato da un'idea di José Jurado, a Berlino con una borsa di studio di Leonardo (il livello successivo di Erasmus). Nella capitale tedesca, lo spagnolo ha iniziato a notare i cartelloni pubblicitari che si rivolgevano agli spagnoli per corsi in tedesco a basso costo, per chiamate in Spagna a pochi centesimi al minuto; cartelloni che fino a poco tempo fa riempivano le strade delle città spagnole (Siviglia compresa) rivolti soprattutto al popolo dei latinoamericani (quanti cartelloni invitavano a chiamare la Repubblica Dominicana, Cuba o il Perù per pochi centesimi di euro?) e degli stranieri (quanti A4, incollati sulle pareti sivigliane per invitare a seguire i corsi di spagnolo non sempre certificati?). Gli spagnoli diventati da ricettori a esportatori di manodopera. Questa la sensazione di José Jurado a Berlino. Così è nata la sua indagine artistica. 
Attraverso Internet e le reti sociali ha invitato gli artisti a inviare una loro idea della Spagna, ispirandosi alla Marca España; i requisiti richiesti, a parte essere un artista spagnolo, residente o meno in Germania, era che le opere, fotografie, disegni, pitture o grafica, fossero di misura A4. E' molto probabile che se vivete in Spagna o avete frequenti rapporti con il Paese, non ne possiate più (come la maggior parte degli spagnoli) della Marca España. E' un concetto, presente da tempo nella cultura spagnola e istituzionalizzato dal Governo del PP, con un ufficio apposito, che vuole riunire, sotto il marchio suddetto, il meglio della cultura spagnola, sia turistica, gastronomica, sportiva, per lanciare all'estero l'immagine del Paese, attraverso le sue eccellenze. Sono Marca España Rafael Nadal, il jamón de pata negra, l'architettura d'avanguardia e gaudiana di Barcellona, l'AVE, la moda ibizenca e le proposte culturali del Guggenheim di Bilbao, per dire. 
Con la crisi economica e gli scandali di corruzione, da cui non sono esenti né il Capo di Stato e la sua famiglia né il Capo di Governo e il suo partito, l'idea della Marca España è soggetta più a ironie che a proposte, tanto che non mancano articoli dei giornali non solo d'opposizione al Governo, in cui ci si chiede se la contabilità in nero con cui il PP ha pagato per anni i suoi dirigenti sia da inserire nella Marca España. 
La mostra berlinese vuole indagare in quello che rappresenta la Marca España. E la visione che offre è quella di una Spagna inedita. "Ci sono cartelloni divertenti, altri più critici, ci sono immagine belle come gli aranci in fiore" dice Jurado ai media spagnoli "E' una Spagna eterogenea, iconoclasta, critica, che ride di se stessa, più legata alla strada di quello che ci hanno voluto vendere". "E' la Spagna dei corsi di tedesco low-cost, delle piscine abbandonate in mezzo a niente, delle vergini e dei santi, delle Fallas e dei sanfermines. Una Spagna che ride a crepapelle della Marca España" commenta El Mundo.
Marca Spanien indaga anche sul rapporto tra gli artisti spagnoli e tedeschi, resi fertili dalla massiccia presenza degli spagnoli a Berlino. "Gli artisti non saranno il motore che favorirà l'uscita dalla crisi, ma sì possono essere gli specchi concavi della Marca España o della Germania, Paese delle idee, così da restituire un'immagine 'deforme' di quello che queste campagne di 'immagine del Paese' pretendono trasmettere" spiega nell'introduzione alla mostra il tedesco Georg Zolchow.
La mostra lascerà l'ECC di Berlino il 26 luglio, per essere poi diffusa nelle strade berlinesi, con cartelloni e posters, e per essere poi digitalizzata in un catalogo che impedirà di perdere tanto materiale prezioso. 
L'immagine dei cartelloni è di elmundo.es.