lunedì 1 luglio 2013

Pedro J. Ramirez, direttore di El Mundo, al COI: Assegnate i Giochi del 2020 a Madrid!

Mercoledì prossimo, a Losanna, in Svizzera, il Comitato Olimpico Internazionale ascolterà le delegazioni delle tre città candidate a organizzare le Olimpiadi del 2020, Istanbul, Madrid e Tokyo. A guidare la delegazione spagnola ci sarà il Principe Felipe, a cui toccherà  il compito di convincere i membri del COI, nella presentazione la città. Sarà questo l'ultimo appuntamento delle città candidate con il COI, in vista della scelta definitiva, che verrà fatta il 7 settembre a Buenos Aires, in Argentina. 
Nell'ultima visita del COI a Madrid, le impressioni e il rapporto sono stati molto positivi. Tanto che la candidatura spagnola sembra stavolta davvero favorita. E' la terza volta consecutiva che Madrid si presenta come candidata e tutte e tre le volte ha avuto tutti gli ingredienti per la vittoria finale, soffiatale nel 2012 da Londra e nel 2016 da Rio de Janeiro. Buona parte delle strutture sportive richieste è già stata costruita o in fase di costruzione, buona parte delle strutture ha già una destinazione d'uso post-olimpica; il sistema dei trasporti e le infrastrutture sono già esistenti e modernissimi (la Spagna sarà in crisi economica, ma le infrastrutture di cui si è dotata negli anni del boom sono invidiabili, pur con le  loro contraddizioni); l'entusiasmo dei madrileni non ha pari nelle altre città che dovrebbero accogliere i Giochi ed è sempre stato sottolineato come un evento a favore della candidatura spagnola, in tutti i rapporti del COI. 
Incomprensibile perché Madrid abbia perso l'organizzazione dei Giochi nel 2012; più accettabile che l'abbia persa contro Rio de Janeiro, con tutte le suggestioni che implicano le Olimpiadi nel Sudamerica. Sarà questa terza volta, la volta buona? A la tercera va la vencida, ancora una volta? 
A Madrid lo si augura de corazón. Non solo per la costanza, l'orgoglio e la determinazione della terza candidatura consecutiva, ma anche perché è una città speciale, in cui si torna sempre volentieri, grazie allo spirito aperto e libero dei suoi abitanti. Qualche anno fa, a sostegno di una delle sue candidature olimpiche, Madrid aveva prodotto un video in cui alcuni famosi madrileni d'adozione raccontavano come la capitale fosse diventata la loro città, grazie alla sua capacità d'accoglienza e al suo rispetto per gli altri. E, sapete, sono stata varie volte a Madrid e ogni volta è bello tornarci, per la sua monumentalità, per i suoi negozi, per la sua aria indaffarata, per la Gran Via. Per me, soprattutto, Madrid è due giovani uomini che sulla Gran Via si tengono per mano, guardandosi negli occhi, nell'indifferenza dei passanti. Che bella quell'indifferenza, che bello quell'amore liberamente espresso, che bello quello spirito libero, rispettoso e cosmopolita. Una delle cose che ammiro di più di Madrid, più dei suoi musei, dei suoi parchi, dei suoi negozi e della Gran Via. 
Pedro J. Ramirez, il direttore di El Mundo, ha scritto una lettera aperta ai membri del COI, pubblicata stamattina, in spagnolo e in inglese, su elmundo.es. Dopo aver esaltato, con un certo ottimismo, il COI, la sua influenza positiva sulla società e la sua estraneità a ogni tipo di pressione, Pedro J. ha spiegato perché i Giochi stavolta devono arrivare a Madrid, l'unica capitale occidentale che non li ha ancora ospitati. E' la parte più bella della sua lettera, a occhio la più sincera, certamente quella che si condivide di più, per desearle mucha suerte a Madrid. Eccola in italiano:
"(...) In realtà, la Madrid cosmopolita, multiculturale, multirazziale, pletorica e accogliente con il turismo, aperta alle emigrazioni, nodo di collegamenti di tutto e per tutti, è olimpica da molto tempo, senza saperlo. Solo l'intima relazione del presidente Samaranch con la sua città natale spiega perché la capitale della Spagna abbia fatto un passo indietro, per aiutare generosamente Barcellona a ottenere i Giochi del 1992. Nel 2020 saranno passati 28 anni da allora, più del doppio dell'intervallo tra i Giochi di Los Angeles e Atlanta, e Madrid continuerà a essere l'unica grande capitale del mondo sviluppato che, dopo le 31 Olimpiadi dell'era moderna, non sarà ancora stata sede dei Giochi.
Anche se la giustizia storica è uno dei valori iù importante che il COI deve proteggere, non mi appello solo a lei. Voi conoscete già il minuzioso rapporto del Comitato di Valutazione. In un certo modo il presidente Rogge è sembrato anticipare le conclusioni, quando a marzo ha sintetizzato, in una lunga intervista a El Mundo, in un titolo eloquente: "Voi siete già pronti".
Voleva dire con questo che la tenacità e la solvenza con cui Madrid sta cercando di essere sede dei Giochi, le ha dato questa volta il vantaggio di avere la maggior parte delle installazioni e delle infrastrutture costruite; e tutte le 'cose da fare', approvate. La Commissione di Valutazione ha verificato che la maggior parte delle sedi delle competizioni è terminata e oscilla tra l'idoneo e lo spettacolare; che l'offerta alberghiera è sufficiente, compatta e accessibile; che la rete dei trasporti e delle comunicazioni funziona benissimo; che la proposta per il Villaggio Olimpico è impeccabile; che i mezzi di comunicazione disporranno di tutte le comodità materiali e di tutti i progressi tecnici; che i Giochi Paralimpici troveranno un intorno solidale, in una città che si è dedicata a facilitare tutti gli accessi ai portatori di handicap; e che non c'è una sola obiezione che si possa fare alla nuova Legge Anti-Doping.
Ma c'è ancora di più. Qualcosa che un visitatore può captare solo parzialmente: lo spirito della gente. Per questo vi chiedo di dedicare due minuti al video della Notte dello Sport, organizzata lo scorso 22 giugno dal quotidiano Marca, parte del nostro Gruppo Editoriale, per i suoi 75 anni, con l'entusiastico impegno del sindaco Ana Botella. Oltre 50mila madrileni hanno corso, saltato, praticato ginnastica, pallavolo o ping-pong alla Puerta del Sol, vicino alla Cibeles, allo stagno del Retiro e in altri luoghi simbolici della città. Guardate i loro volti, perché il denominatore comune era l'appoggio alla candidatura di Madrid 2020, guidata non da un politico, per una volta i politici danno tutto il loro appoggio senza pretendere il protagonismo in cambio, ma da un uomo di sport, un membro della  famiglia olimpica, lavoratore, competente, accessibile e modesto come Alejandro Blanco.
La Noche del Deporte è stata una piccola anticipazione dell'atteggiamento che Madrid adotterà se riuscirà a organizzare i Giochi. Mentre in altre parti del mondo la strada serviva da scenario alle proteste di manifestanti adirati, a Madrid si trasformava in un gigantesco stadio multidisciplinare, per amore dello sport olimpico. E se questo è successo in piena crisi economica, con altissime percentuali di disoccupazione giovanile, immaginatevi l'esplosione di entusiasmo che si vivrà tra sette anni, quando avremo superato questi squilibri. Non vi parlerò dei Giochi di Barcellona, perché la mia storia potrebbe farmi sembrare parziale, è stata la città dorata della mia infanzia, e il 1992 è un po' lontano. Ma sì, vi parlerò di quello che è successo giusto ai nostri antipodi: se volete vivere Giochi così ben organizzati, così sofisticati ed esemplari come quelli di Sydney, date a Madrid questo compito". Suerte, Madrid!