Sono le settimane più calde dell'anno. La valle del Guadalquivir, da Córdoba a
Siviglia, sfiora i 40°C e i tg danno suggerimenti utilissimi e originali tipo
"non uscite nelle ore più calde". Sul mare invece le temperature sono
più fresche: l'incontro dei due continenti agita sullo Stretto di Gibilterra
venti e brezze che attenuano le temperature meridionali. Se Siviglia soffoca
sotto i 40°C, a Cadice e Málaga si godono i 28°C. Anche per questo,
soprattutto il sabato e la domenica, le spiagge atlantiche e mediterranee si
riempiono di andalusi in fuga dalla grande calura interna.
Le spiagge naturali di Siviglia sono quelle atlantiche, che distano 60-70 km e
sono servite dalle moderne autostrade costruite con i fondi dell'Unione Europea.
E' la Costa de la Luz, che, da Cadice a Huelva, offre alcuni dei paesaggi più
belli di Spagna, con spiagge incontaminate, piccoli borghi di pescatori
diventati cittadine turistiche, senza aver ancora ceduto alla bieca speculazione
edilizia della gemella Costa del Sol, e tanta Spagna profonda. Alle spalle di
queste spiagge di sabbia bianca, onde lunghe e mare trasparente, c'è Jerez de
la Frontera, con le opulenze della sua piana, le bodegas che producono
lo sherry più famoso del mondo e le sue atmosfere cosmopolite. Di cosmopolita,
nella Costa de la Luz, ci sono solo i rari turisti nordici, che si godono l'encanto
di questi paesaggi naturali, probabilmente felici di evitare le masse chiassose
della Costa del Sol.
La spiaggia dei sivigliani è senza dubbio Matalascañas, poco più ad Ovest
dell'estuario del Guadalquivir, in pieno Parque de Doñana e a
soli 6 km dall'Ermita della Virgen del Rocio. Gli autobus che la mattina
intorno alle 8 partono per Matalascañas si riempiono di sivigliani sin da metà
maggio, quando le temperature della città sono già estive. Un'ora dopo,
davanti all'Oceano Atlantico, la spiaggia è ancora deserta (sulla Costa de la
Luz prima delle 9.30 non si vede nessuno sulla spiaggia, neanche i pensionati
che passeggiano con i loro cani sul filo dell'acqua) e i sivigliani si
disperdono. Alcuni si dirigono a prendere posto su quello che resta della Torre
de la Higuera, un'antica costruzione di difesa adesso semirovesciata sulla
battigia. Costruita nel XVI secolo, apparteneva al sistema di difesa della costa
che dal rio Guadiaro, a Cadice, arrivava fino a Faro, in Portogallo; adesso è
il simbolo più riconoscibile di Matalascañas e serve da sfondo alle foto dei
turisti. Camminare sulla spiaggia è una delle attività preferite dei turisti e
dei residenti della Costa de la Luz e Matalascañas non fa eccezione: sono
spiagge lunghissime, senza interruzioni, l'Oceano, incredibilmente, non è mai
profondo e permette di camminare con l'acqua alle ginocchia, di osservare
piccoli pesci argentati e di seguire la marea in un'atmosfera quasi senza tempo,
rilassata e rilassante. Si finisce facilmente nel territorio del Parque de Doñana,
proibito ai mezzi a motore ma non ai camminanti che si perdono nelle sue ultime
dune di sabbia e si lasciano rapire dalla sua natura selvaggia. Se da Matalascañas,
che è in provincia di Huelva, volete raggiungere in auto le spiagge gaditane,
che distano un tiro di schioppo, avete commesso un errore: l'ultimo ponte sul
Guadalquivir è a Siviglia, poi è Parco di Doñana.
L'autostrada che da Siviglia scende verso Cadice è una delle più belle
d'Andalusia: tra palme ed eucaliptus, attraversa pianure assolate puntellate di fincas
circondate da grandi palmeti, che le fanno assomigliare a piccole oasi in campi
di grano e girasoli. Quando, dopo Jerez de la Frontera, le morbide colline fanno
intravedere il mare e preannunciano
Sanlúcar de Barrameda, negli autobus sonnolenti che suonano il pop
flamencato del Sud l'atmosfera si fa elettrica e gli sguardi si incuriosiscono.
Sanlúcar ha l'aria di cittadina di provincia benestante, grazie allo sherry e
al turismo; le sue piazze andaluse devono parte della loro eleganza alla Belle
Epoque, quando varie famiglie aristocratiche la scelsero per la loro
villeggiatura. Le loro residenze sono arrampicate sulla collina, immerse nella
vegetazione folta e ombrosa e adesso destinate ad altri usi. Rimane di proprietà
dei fondatori solo la casa dei Medina Sidonia, una delle famiglie più antiche
di Spagna, che possiede l'archivio privato più importante e grande d'Europa.
Dal castello di Santiago, sulla collina, si vede il faro di Chipiona, il più
alto di Spagna: segnalava ai velieri provenienti dalle Americhe l'estuario del
Guadalquivir, la via di ingresso a Siviglia, per raggiungere la quale sarebbero
stati necessari ancora un paio di giorni. Il suo promontorio divide Chipiona in
due: da una parte le belle spiagge de la Regla, con i piccoli chiringuitos
e il neogotico santuario della Virgen de la Regla, e dall'altra le scogliere,
che al tramonto si riempiono di turisti in cerca di crostacei, e i ristorantini
affacciati sul mare, che offrono menù di pesce fresco. Chipiona in Spagna è
famosa soprattutto per essere la città natale di Rocio Jurado, una delle più
popolari cantanti tradizionali, la cui saga familiare fa concorrenza sui media a
quella del torero Jesulin de Ubrique o dei nipoti del dittatore Francisco
Franco. E' morta qualche anno fa per un tumore e la sua agonia è stata tanto
mediatica quanto quella di Giovanni Paolo II, per dare un'idea. A Chipiona
stanno pensando di dedicarle un itinerario turistico; di sicuro ci sarà un
Museo a lei dedicato nel Castello, vicino al Faro. Per ora si può visitare la
sua tomba, nel piccolo cimitero cittadino, si può passare davanti alla sua
casa, chiamata A mi abuela Rocio, nell'Avenida Nuestra Señora de Regla,
a pochi passi dal Santuario, e fermarsi a leggere le migliaia di graffiti
lasciati dai fans arrivati da tutta la Spagna solo per lei. Come tutti i paesini
della Costa de la Luz, anche Chipiona non guarda al mare. L'attività cittadina
si svolge nelle vie interne: il mare è per i turisti, per le giovani coppie in
vena di passeggiate romantiche, ma per i chipioneros è un'altra cosa,
"una plaza della mia Chipiona, qualche amico con cui chiacchierare
e una lieve brisa che soffi dall'Oceano e sono felice", come
diceva Rocio Jurado negli ultimi mesi.
La baia di Cadice si apre a Rota, poco più a sud di Chipiona, anche se la
località più importante e più frequentata è El Puerto de Santa Maria,
immortalato dai versi del suo
cittadino più illustre, Rafael Alberti. Terra di sherry e di toreros,
El Puerto è meta del turismo andaluso più elegante: le grandi famiglie
dell'aristocrazia terriera gaditana, le ragazze più chic di Siviglia, i
migliori partiti andalusi che si sono stufati di Sotogrande, Marbella e troppa
visibilità mediatica. In realtà le spiagge non sono proprio a El Puerto città,
che si affaccia sul fiume Guadalete, sono nella periferia cittadina e non hanno
l'encanto delle sorelle di Rota o di Chipiona. El Puerto de Santa Maria
ha un antico castello arabo, anche se si chiama San Marcos, un Museo dedicato a
uno dei "resistenti" più ammirevoli che si possano conoscere nella
vita, che si chiama Rafael Alberti, una plaza de toros considerata tra le
più importanti dell'Andalusia e una calle Larga in cui si trovano le
inevitabili boutique della globalizzazione e antiche librerie con libraie
disposte a perdere un sacco di tempo, pur di aiutare una cliente a trovare un
libro di cui ricorda solo la trama e l'autore. Più per passione e curiosità
personale che per desiderio di vendita, viene da sospettare. Sul Guadalete c'è
il porto dei pescatori e, fino a poco tempo fa, di qui partiva il Vaporcito, una delle migliori
attrazioni della Bahia de Cadiz: prima del suo affondamento, nel porto di Cadice, per un errore di manovra, portava i turisti di tutte le lingue e
gaditani stanchi della solita strada, fino a Cadice, in 40 minuti. Stare nella
zona di prua, vedere arrivare da lontano il profilo di Cadice e riconoscere le
cupole della Cattedrale e le mura fortificate, mentre il paesaggio portuale
andava prendendo il sopravvento e il vento dell'Oceano soffiava forte sul viso,
faceva dimenticare di tutto il calore che, un centinaio di km più a nord, sopportavano
a Siviglia.