sabato 10 agosto 2013

La Costa de la Luz: da Matalascañas a Cadice, sulle spiagge, in fuga dal caldo di Siviglia

Sono le settimane più calde dell'anno. La valle del Guadalquivir, da Córdoba a Siviglia, sfiora i 40°C e i tg danno suggerimenti utilissimi e originali tipo "non uscite nelle ore più calde". Sul mare invece le temperature sono più fresche: l'incontro dei due continenti agita sullo Stretto di Gibilterra venti e brezze che attenuano le temperature meridionali. Se Siviglia soffoca sotto i 40°C, a Cadice e Málaga si godono i 28°C. Anche per questo, soprattutto il sabato e la domenica, le spiagge atlantiche e mediterranee si riempiono di andalusi in fuga dalla grande calura interna.
Le spiagge naturali di Siviglia sono quelle atlantiche, che distano 60-70 km e sono servite dalle moderne autostrade costruite con i fondi dell'Unione Europea. E' la Costa de la Luz, che, da Cadice a Huelva, offre alcuni dei paesaggi più belli di Spagna, con spiagge incontaminate, piccoli borghi di pescatori diventati cittadine turistiche, senza aver ancora ceduto alla bieca speculazione edilizia della gemella Costa del Sol, e tanta Spagna profonda. Alle spalle di queste spiagge di sabbia bianca, onde lunghe e mare trasparente, c'è Jerez de la Frontera, con le opulenze della sua piana, le bodegas che producono lo sherry più famoso del mondo e le sue atmosfere cosmopolite. Di cosmopolita, nella Costa de la Luz, ci sono solo i rari turisti nordici, che si godono l'encanto di questi paesaggi naturali, probabilmente felici di evitare le masse chiassose della Costa del Sol.
La spiaggia dei sivigliani è senza dubbio Matalascañas, poco più ad Ovest dell'estuario del Guadalquivir, in pieno Parque de Doñana e a soli 6 km dall'Ermita della Virgen del Rocio. Gli autobus che la mattina intorno alle 8 partono per Matalascañas si riempiono di sivigliani sin da metà maggio, quando le temperature della città sono già estive. Un'ora dopo, davanti all'Oceano Atlantico, la spiaggia è ancora deserta (sulla Costa de la Luz prima delle 9.30 non si vede nessuno sulla spiaggia, neanche i pensionati che passeggiano con i loro cani sul filo dell'acqua) e i sivigliani si disperdono. Alcuni si dirigono a prendere posto su quello che resta della Torre de la Higuera, un'antica costruzione di difesa adesso semirovesciata sulla battigia. Costruita nel XVI secolo, apparteneva al sistema di difesa della costa che dal rio Guadiaro, a Cadice, arrivava fino a Faro, in Portogallo; adesso è il simbolo più riconoscibile di Matalascañas e serve da sfondo alle foto dei turisti. Camminare sulla spiaggia è una delle attività preferite dei turisti e dei residenti della Costa de la Luz e Matalascañas non fa eccezione: sono spiagge lunghissime, senza interruzioni, l'Oceano, incredibilmente, non è mai profondo e permette di camminare con l'acqua alle ginocchia, di osservare piccoli pesci argentati e di seguire la marea in un'atmosfera quasi senza tempo, rilassata e rilassante. Si finisce facilmente nel territorio del Parque de Doñana, proibito ai mezzi a motore ma non ai camminanti che si perdono nelle sue ultime dune di sabbia e si lasciano rapire dalla sua natura selvaggia. Se da Matalascañas, che è in provincia di Huelva, volete raggiungere in auto le spiagge gaditane, che distano un tiro di schioppo, avete commesso un errore: l'ultimo ponte sul Guadalquivir è a Siviglia, poi è Parco di Doñana.
L'autostrada che da Siviglia scende verso Cadice è una delle più belle d'Andalusia: tra palme ed eucaliptus, attraversa pianure assolate puntellate di fincas circondate da grandi palmeti, che le fanno assomigliare a piccole oasi in campi di grano e girasoli. Quando, dopo Jerez de la Frontera, le morbide colline fanno intravedere il mare e preannunciano Sanlúcar de Barrameda, negli autobus sonnolenti che suonano il pop flamencato del Sud l'atmosfera si fa elettrica e gli sguardi si incuriosiscono. Sanlúcar ha l'aria di cittadina di provincia benestante, grazie allo sherry e al turismo; le sue piazze andaluse devono parte della loro eleganza alla Belle Epoque, quando varie famiglie aristocratiche la scelsero per la loro villeggiatura. Le loro residenze sono arrampicate sulla collina, immerse nella vegetazione folta e ombrosa e adesso destinate ad altri usi. Rimane di proprietà dei fondatori solo la casa dei Medina Sidonia, una delle famiglie più antiche di Spagna, che possiede l'archivio privato più importante e grande d'Europa.
Dal castello di Santiago, sulla collina, si vede il faro di Chipiona, il più alto di Spagna: segnalava ai velieri provenienti dalle Americhe l'estuario del Guadalquivir, la via di ingresso a Siviglia, per raggiungere la quale sarebbero stati necessari ancora un paio di giorni. Il suo promontorio divide Chipiona in due: da una parte le belle spiagge de la Regla, con i piccoli chiringuitos e il neogotico santuario della Virgen de la Regla, e dall'altra le scogliere, che al tramonto si riempiono di turisti in cerca di crostacei, e i ristorantini affacciati sul mare, che offrono menù di pesce fresco. Chipiona in Spagna è famosa soprattutto per essere la città natale di Rocio Jurado, una delle più popolari cantanti tradizionali, la cui saga familiare fa concorrenza sui media a quella del torero Jesulin de Ubrique o dei nipoti del dittatore Francisco Franco. E' morta qualche anno fa per un tumore e la sua agonia è stata tanto mediatica quanto quella di Giovanni Paolo II, per dare un'idea. A Chipiona stanno pensando di dedicarle un itinerario turistico; di sicuro ci sarà un Museo a lei dedicato nel Castello, vicino al Faro. Per ora si può visitare la sua tomba, nel piccolo cimitero cittadino, si può passare davanti alla sua casa, chiamata A mi abuela Rocio, nell'Avenida Nuestra Señora de Regla, a pochi passi dal Santuario, e fermarsi a leggere le migliaia di graffiti lasciati dai fans arrivati da tutta la Spagna solo per lei. Come tutti i paesini della Costa de la Luz, anche Chipiona non guarda al mare. L'attività cittadina si svolge nelle vie interne: il mare è per i turisti, per le giovani coppie in vena di passeggiate romantiche, ma per i chipioneros è un'altra cosa, "una plaza della mia Chipiona, qualche amico con cui chiacchierare e una lieve brisa che soffi dall'Oceano e sono felice", come diceva Rocio Jurado negli ultimi mesi.
La baia di Cadice si apre a Rota, poco più a sud di Chipiona, anche se la località più importante e più frequentata è El Puerto de Santa Maria, immortalato dai versi del suo cittadino più illustre, Rafael Alberti. Terra di sherry e di toreros, El Puerto è meta del turismo andaluso più elegante: le grandi famiglie dell'aristocrazia terriera gaditana, le ragazze più chic di Siviglia, i migliori partiti andalusi che si sono stufati di Sotogrande, Marbella e troppa visibilità mediatica. In realtà le spiagge non sono proprio a El Puerto città, che si affaccia sul fiume Guadalete, sono nella periferia cittadina e non hanno l'encanto delle sorelle di Rota o di Chipiona. El Puerto de Santa Maria ha un antico castello arabo, anche se si chiama San Marcos, un Museo dedicato a uno dei "resistenti" più ammirevoli che si possano conoscere nella vita, che si chiama Rafael Alberti, una plaza de toros considerata tra le più importanti dell'Andalusia e una calle Larga in cui si trovano le inevitabili boutique della globalizzazione e antiche librerie con libraie disposte a perdere un sacco di tempo, pur di aiutare una cliente a trovare un libro di cui ricorda solo la trama e l'autore. Più per passione e curiosità personale che per desiderio di vendita, viene da sospettare. Sul Guadalete c'è il porto dei pescatori e, fino a poco tempo fa, di qui partiva il Vaporcito, una delle migliori attrazioni della Bahia de Cadiz: prima del suo affondamento, nel porto di Cadice, per un errore di manovra, portava i turisti di tutte le lingue e gaditani stanchi della solita strada, fino a Cadice, in 40 minuti. Stare nella zona di prua, vedere arrivare da lontano il profilo di Cadice e riconoscere le cupole della Cattedrale e le mura fortificate, mentre il paesaggio portuale andava prendendo il sopravvento e il vento dell'Oceano soffiava forte sul viso, faceva dimenticare di tutto il calore che, un centinaio di km più a nord, sopportavano a Siviglia.